FASANO – E' di qualche giorno fa il comunicato dei consiglieri comunali fasanesi dell'Udc Tonio Zizzi e Giuseppe Colucci con il quale annunciavano la loro uscita dall'Udc polemizzando sulla linea assunta dal partito a livello regionale dove è stato assicurato l'appoggio alla candidatura di Michele Emiliano alla presidenza della Regione. Zizzi e Colucci si sono così resi indipendenti sottolineando il loro sostegno al candidato del centrodestra Francesco Schittulli. All'iniziativa intrapresa dai due esponenti fasanesi ha risposto ieri (lunedì 2 marzo) il neo coordinatore provinciale dell'Udc Euprepio Curto.
"Sono grato a Tonio Zizzi per le cortesi espressioni usate nei miei confronti, ma, per mera onestà intellettuale e politica, devo confessare che alcune tra le tesi con cui ha cercato (insieme a Colucci) di giustificare l’uscita dal gruppo consiliare Udc non mi convincono – scrive Curto -. Ma, tra queste, soprattutto una ha bisogno di un doveroso commento. Chi è stato presente sabato scorso all’iniziativa tenuta dall’Udc a Roma non ha potuto non prendere atto che la scelta dell’Udc nazionale è senza ombra di dubbio in direzione dell’area di centrodestra. Ma, tutto ciò premesso, per ciò che concerne le prossime consultazioni regionali non potrà non tenere eccezionalmente conto di alcune specificità territoriali. E la Puglia è fra queste. E, peraltro, sarebbe veramente bizzarro pretendere dall’Udc una omogeneità assoluta in tutte le regioni, nel mentre a Roma il Ncd è stabilmente in maggioranza con Renzi, mentre è indiscutibile il fatto che Forza Italia sia stata sino ad oggi il migliore alleato del Presidente del Consiglio, esercitando un ruolo di autentico cecchino nei confronti della minoranza interna al Pd e a tutta la sinistra.
Quindi – ribadisce il coordinatore Udc -, in Puglia l’Udc, tutta l’Udc pugliese, va con Emiliano, e nessuno può sentirsi legittimato a gridare allo scandalo, o a ipotizzare la presenza di due Udc. Che nella provincia di Brindisi l’Udc sia rimasta per troppo tempo priva di una guida politica, non è, per motivi facilmente intuibili, argomento sul quale sia opportuna una mia personale riflessione. Ma se, invece, dovesse effettivamente corrispondere al vero quanto dice di me l’amico Zizzi, e cioè che sarei in grado di dettare anche nell’Udc il seme di una seria linea politica, come ebbi a fare molti anni fa in An, quale migliore occasione per un lavoro comune? La verità vera è che in questo caso a prevalere probabilmente sono stati i rapporti personali, cementati da un certo tipo di campanilismo che può anche essere compreso, ma non condiviso. Scandalizzato? Sicuramente no! Ma in quella che Zizzi definisce la “mia serietà di linea politica”, vi anche un aspetto sicuramente non marginale: quello di chiamare le scelte col proprio nome e cognome".
