CULTURA & SPETTACOLO
"Tu dillo alla luna": l'inno alla scuola che vince l'isolamento
Il progetto ventennale "Intrecci di musica e letteratura" del Da Vinci emoziona il pubblico, mettendo in scena la potenza dei legami, la riscoperta dei sogni e la bellezza della crescita
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Fasano - Il progetto “Intrecci di musica e letteratura” del Da Vinci ha compiuto vent'anni, tanti ne sono infatti passati dall'esordio nel 2005 con il racconto del mito di Orfeo, ma la freschezza e l'entusiasmo sono quelli dei primi giorni, come emerso dal lavoro “Tu dillo alla luna. Un professore. L'appello. 18 vite”, andato in scena nel teatro Kennedy di Fasano il 5 e 6 giugno scorsi.
Al centro della trama il professore, non vedente, Omero Vecchi, nominato supplente di lettere in una classe quinta, il quale gradualmente riesce a vincere le resistenze dei suoi 18 studenti, alle prese con amori e inquietudini, voglia di lottare e sofferenze, accompagnandoli verso la maturità. L'insegnante vince le spinte all'isolamento da parte delle nuove tecnologie, valorizzando nell'attualità dei ragazzi la letteratura, l'arte e la musica, con l'intento di promuovere la condivisione, lo spirito di gruppo, l'essere piuttosto che l'apparire. Gli adolescenti così sbocciano, affrontando i propri dubbi e valorizzando i talenti da ciascuno custoditi, tornando ad affidare al futuro i propri sogni e trovando ognuno la propria strada, più o meno fedele rispetto a quanto progettato. Sincronicamente è lo stesso docente a trovare, nel supporto ai propri alunni, la via per superare la propria disabilità, acuendo i sensi restanti ed aprendo il suo cuore.
La storia, che tra prosa, poesia, coreografie e canzoni ha commosso ed emozionato i presenti, è al contempo un autentico atto d'amore nei confronti della scuola, spesso bistrattata e sempre più svilita, ma rimasta una delle ultime istituzioni di riferimento nell'attuale società, quella in cui si trascorre il tempo migliore della nostra vita.
Lo spettacolo, coordinato dai professori Mina Corelli e Michele Iacovazzi, coadiuvati dalla maestra di danza Enza Consoli, è stato realizzato grazie al sostegno della dirigente scolastica Vita Ventrella ed al supporto di numerosi sponsor e delle famiglie degli oltre 100 ragazzi, anche con disabilità, convolti nei ruoli di attori, cantanti, musicisti, ballerini, tecnici, grafici, costumisti e scenografi.
Al di là della comunque ottima resa scenica, il successo maggiore è indubbiamente rappresentato dalle lacrime e dagli abbracci sentiti al termine della rappresentazione, che per molti dei coinvolti è anche l'ultimo passo nel mondo liceale prima della Maturità. Nei loro sguardi e nelle loro emozioni è racchiuso tutto quanto di meglio l'adolescenza vissuta tra quei banchi può regalare, con gli spettatori già “maturi”, che hanno potuto aprire una finestra, talvolta struggente, sull'universo dei propri ricordi più belli, ritrovati in queste serate proprio come il proverbiale senno smarrito dal “furioso” Orlando di Ariosto sulla luna. Ed in fondo, proprio ad essa, a prescindere dall'età, ci si può sempre rivolgere, come già fatto da Giacomo Leopardi e da numerosi altri letterati, artisti e cantautori, per confidare i propri tormenti e per affidare i propri sogni, perché, come cantato da Vasco Rossi “se c'è qualcosa che non ti va, dillo alla luna, può darsi che porti fortuna dirlo alla luna”.
di Redazione
08/06/2025 alle 07:38:24
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