CULTURA & SPETTACOLO
Natalizia Pinto riscrive Bari: "Il Segno di San Nicola" trionfa al concorso "E... state a Bari 2025"
Un'interpretazione audace e un monito etico risuonano dalla poesia vincitrice, celebrando la città oltre i luoghi comuni e riflettendo sulle sfide del presente.

Bari - Il 19 giugno 2025, nella suggestiva e prestigiosa Terrazza del Fortino di Sant'Antonio Abate a Bari, sono stati proclamati i vincitori del Concorso di Poesia e Fotografia "E...state a Bari 2025". Il concorso è stato organizzato da SAID (Associazione Internazionale Docenti), sotto la sapiente direzione artistica della professoressa Virna Iacobellis.
L'evento ha avuto inizio con la prolusione del professor Nicola Cutino (Associazione Onlus Mondo Antico e Tempi Moderni). La serata, ricca di contenuti, si è distinta per l'elevata qualità sia dei testi poetici che delle fotografie in concorso. Piacevoli intermezzi musicali hanno ulteriormente arricchito la cerimonia, allietando i presenti.
A tutti - organizzatori, musicisti, cantanti e concorrenti - va un caloroso plauso.
Le categorie in gara erano tre: poesie in italiano, poesie in lingua madre e fotografie. I partecipanti hanno raccontato Bari con veracità e sentimento, dimostrando quanto questa città sia una fertile fonte di ispirazione per la poesia e la bellezza, sia in parole che in immagini.
L'eclettica poetessa Natalizia Pinto è stata premiata per la sua composizione "Il segno di San Nicola". Ancora una volta, la Pinto ha dimostrato la sua profonda sensibilità e incisività nell'affrontare il tema del concorso in modo originale. Invece di presentare una tipica immagine da cartolina di Bari, è andata ben oltre ogni rappresentazione oleografica per cogliere l'essenza della città, intimamente legata al suo patrono, San Nicola. Per i baresi, egli fa parte di loro; non è solo un protettore, ma la figura che ha conferito alla loro città identità e senso di appartenenza.
Di questo santo, la Pinto non ne narra agiograficamente le vicende, ma ci presenta un'immagine profondamente umana, di intenso impegno civile, fortemente legata al presente: una vera e propria voce risonante di profeta che prefigura la sorte dell'umanità.
“Il segno di San Nicola” non è una preghiera rivolta al santo, ma è il santo stesso che si rivolge al mondo intero. Egli porta un messaggio universale permeato di pace, non senza aver prima denunciato con risolutezza, energia e vigore le efferatezze della guerra.
San Nicola si erge a oratore ed esempio morale, conferendo al suo sermone notevole incisività, profondità e spessore. Al di là del messaggio religioso, la sua voce parla direttamente alla coscienza degli uomini.
Il componimento prende avvio con San Nicola che rievoca i suoi passati impegni per interrompere gli orrori del mondo:
"Nel mondo ho voluto porre fine agli orrori. / Ho ridato vita al cuore, alla mente dei bambini. / Ho compreso e protetto tutte le donne e le madri."
La Pinto ci presenta San Nicola non solo come protettore, ma come una figura sacrificale, quasi un alter Christus, che ha sofferto ingiustizie di vario tipo per il bene dell'umanità.
Significative sono le sue parole:
“Ho patito per tutti voi il sopruso / con la denigrazione, l'infamia e la prigione.”
Il santo, dopo aver agito per una nobile causa e aver subito inutilmente iniquità e sopraffazioni, rivela una profonda amarezza: nonostante i suoi sforzi, la storia si ripete ineluttabile con gli stessi orrori, che colpiscono soprattutto innocenti indifesi:
“bambini strappati dalle braccia delle madri, / bambini affamati, assetati, uccisi dalla guerra, / donne senza più lacrime né fiato, disperate.”
Le atrocità perpetrate all'infinito innestano un'inesauribile e lunga catena di vendetta che coinvolge, per generazioni, sia vinti che vincitori. Entrambi
“perdono insieme nella guerra: / in entrambi predomina il seme dell'ingiustizia.”
Le parole “sangue”, “dolore”, “orrori”, più volte reiterate, non fanno altro che rimarcare tragicamente questo imperituro ciclo distruttivo, di ritorsione e iniquità. Si ripete, estendendosi anche ai “figli dei vincitori”, un circolo vizioso di sequenze causa-effetto: sangue genera sangue, dolore genera orrori.
Il verso
"E si alimenta la giungla degli umani"
rafforza il concetto di ciclicità, prefigurando per gli uomini il ritorno a uno stato primordiale di bestialità, caratterizzato da abbrutimento e violenza.
Il discorso di San Nicola giunge all'acme quando, con un certo tono perentorio e urgente, esclama
“Non siate ciechi!”
rivolgendosi all'umanità intera perché si risvegli dal torpore che, conducendo l'uomo alla distruzione, lo porterà ad una condizione di brutalità estrema.
Questo appello gridato porta in sé un'accusa di cecità volontaria, invitando implicitamente tutti a prendere coscienza della realtà e a diventare soggetti pensanti e agenti.
Il monito alla pace è espresso in modo forte e paradigmatico:
“sia le anime ferite dei vostri cari / che dei vostri nemici, gridano: «Pace!»”
Solo nelle ultime strofe i toni pessimistici ed invettivi vengono mitigati da un messaggio di speranza affidato alla fede e confidente sia nella missione dei martiri “schiera dell'invito alla pace”, sia nella “mano di Dio” che nella manna di San Nicola.
L'argomentazione del santo si chiude con una bella immagine, che suggerisce valori fondamentali quali la compassione e il perdono, in un atto di dimenticanza volontaria delle offese.
“La mia manna, che scorre nei vostri cuori, /è il velo pietoso che vi invito a stendere / su tutto quello che ferisce ed uccide.”
La Pinto, che definisce, a ragion veduta, questa sua composizione una “poesia-monologo” affida a San Nicola un intenso messaggio etico, di profonda riflessione e di fede. Esso lascia un segno indelebile nelle coscienze degli uomini, richiamando tutti a un impegno personale e collettivo per porre fine agli orrori del mondo. Il suo segno è un imperativo morale, che rappresenta la forza del bene, là dove il seme dell'ingiustizia germoglia.
Questa poesia di scottante attualità e di forte impatto emotivo è un messaggio che, attraverso un linguaggio immediato e immagini potenti, si erge a baluardo contro l'indifferenza e a fervido appello per la pace.
Anche "Lungomare a Bari", un'altra poesia presentata al Concorso dalla Pinto, merita un commento per la sua luminosa bellezza. La forza di questa lirica risiede nella sua straordinaria capacità di offrirci, in pochissimi versi, un'istantanea vivida ed emozionante.
In questa brevissima composizione, con parole essenziali, la poetessa evoca un'affascinante esperienza sensoriale. Ci trasporta in un'atmosfera gioiosa, intrisa di estrema freschezza e dinamicità, offrendoci una vera e propria istantanea emotiva della sua passeggiata sul lungomare barese.
Gli aggettivi scelti per descrivere la brezza – "dolce" e "affilata" – sono particolarmente efficaci nel creare un forte contrasto sinestetico. L'aria è "dolce" per la piacevole sensazione che infonde, ma al contempo "affilata" per la sua forza penetrante. Altrettanto ben concepito è l'aggettivo “felice” che connota il passo della poetessa, rendendolo leggero e spensierato.
Questa lirica, particolarmente concisa e intrisa di naturalezza e spontaneità, è una pura espressione di energia e di joie de vivre.
Non è un caso che nella motivazione per il premio conferito a Natalizia Pinto, al Concorso “E… state a Bari, tra le parole di elogio si legge: “I testi della poetessa pongono in luce i tanti sentimenti dell'animo umano: stupore, incanto e struggente esortazione a gustare la bellezza.”
di Redazione
03/07/2025 alle 06:31:44
Galleria di immagini: Natalizia Pinto riscrive Bari: "Il Segno di San Nicola" trionfa al concorso "E... state a Bari 2025"

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