TAGLI DRASTICI
Piano di riordino ospedaliero: nel Brindisino chiuderanno tre ospedali tra cui Fasano
Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e il direttore del Dipartimento promozione salute Giovanni Gorgoni hanno tenuto un'audizione in commissione regionale
FASANO - Saranno nove gli ospedali in tutta la Puglia a dover chiudere i battenti e tra questi c'è quello di Fasano. E' quanto emerge dalla relazione del direttore del Dipartimento promozione salute Giovanni Gorgoni presentata quest'oggi (venerdì 19 febbraio) alla Commissione Sanità della Regione Puglia. All'audizione ha anche assistito il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano in qualità di detentore della delega alla sanità, appunto.
Non mancheranno di far discutere le linee di indirizzo del nuovo piano di riordino ospedaliero comunicate dal duo Gorgoni-Emiliano. C'è comunque da dire che a fronte della chiusura di nove ospedali i posti letto e il costo del personale resteranno gli stessi. Ma come cambia la geografia delle Asl? E' presto detto: Foggia passerà da 5 a 4 ospedali; Bat da 5 a 3; Bari da 12 a 10; Taranto da 6 a 5; Brindisi da 6 a 3 (oltre Fasano in odore di chiusura anche Mesagne e S. Pietro Vernotico). L'unica invariata resterà Lecce con i suoi sei ospedali. Per quanto concerne Brindisi i tre ospedali superstiti saranno uno di base, uno di primo livello e uno di secondo livello,
Gli ospedali di Fasano, Mesagne e S. Pietro Vernotico diventeranno presidi territoriali di assistenza. Saranno sedi per day ospital, ricoveri breve e ambulatori per alcune prestazioni sanitarie. Alcuni reparti, negli ospedali restanti (Brindisi, Ostuni e Francavilla Fontana), saranno accorpati. Ad esempio Fasano e Ostuni perderanno Pediatria che sarà rinforzata, di conseguenza, al Camberlingo di Francavilla Fontana. I pediatri fasanesi e ostunesi dovranno essere trasferiti a Francavilla.
"Una presentazione dei criteri che sottostanno ai lavori preparatori - ha spiegato Gorgoni - fatti con i direttori generali delle Asl per la bozza del riordino ospedaliero, che è un percorso nazionale, complesso di adeguamento a degli standard omogenei di assistenza, qualità, sicurezza, efficacia non solo in termini economici finanziari. Gli standard di riferimento sono tanti ma i riferimenti in particolare sono due il decreto ministeriale 70/2015 e la legge stabilità 2016. Dal loro combinato disposto e sulla base della simulazione compiuta, con l'accorpamento delle strutture e senza diminuzione posti letto, il risultato di massima, quello che ci possiamo insomma permettere dal punto di vista economico ed assistenziale sono 31 strutture, che riusciremo a presidiare con un organico in maniera degna, mentre a 40 non sarebbe possibile".
“Oggi abbiamo presentato i principi generali del piano di riordino – ha invece sottolineato Emiliano – le novità legislative e i criteri che stiamo utilizzando per definire nel dettaglio il piano di riordino stesso. Vorremmo dunque ascoltare i suggerimenti che riguardano l'applicazione di queste norme e principi. Vi abbiamo illustrato tutti i punti di forza e debolezza e, soprattutto, le norme che sono state inserite last minute nella legge di stabilità, a integrazione ulteriore di quanto già previsto dal decreto ministeriale 70 (che già sarebbe stato sufficiente a crearci tantissimi problemi). Ci sono delle nuove norme imposte dal governo: gli ospedali che non riescono ad avere un'entrata superiore al costo di gestione della struttura e che hanno determinati parametri, rischiano di andare in piano di rientro. È evidente che noi dobbiamo, sulla base di queste nuove disposizioni, riorganizzare il lavoro e rendere gli ospedali più efficienti. Ci sono altre norme, sempre imposte dal governo, che dicono che noi non possiamo spendere per il personale più di quanto abbiamo fatto nel 2004. Significa che non possiamo assumere persone se non con una deroga, e comunque con il contagocce, e anche per questo dobbiamo accorpare il personale nei luoghi strategici per non tenerlo disperso in strutture improduttive o meno produttive”.
La chiusura degli ospedali naturalmente non sarà drastica ma ci vorrà ancora del tempo. Nel caso di Fasano, ad esempio, è probabile che giunga a ridosso dell'inizio dei lavori del nuovo ospedale Monopoli-Fasano.
di Redazione
19/02/2016 alle 20:18:21
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