NOTA POLEMICA
L'Asl di Brindisi troppo penalizzata dal piano di riordino: i sindacati scrivono ad Emiliano
Saranno tre gli ospedali del Brindisino, tra cui quello di Fasano, a dover chiudere i battenti ma la Cgil, Cisl e Uil non ci stanno

FASANO - L'Asl di Brindisi troppo penalizzata dal nuovo piano di riordino ospedaliero. Saranno tre gli ospedali (Fasano, Mesagne e S. Pietro Vernotico) destinati alla chiusura e questo non va bene ai segretari provinciali della Cgil, Cisl e Uil che hanno deciso di scrivere una lettera aperta al presidente della Regione Michele Emiliano chiedendo che il piano (che oggi, 27 febbraio, sarà presentato a sindaci, sindacati e medici al Policlinico di Bari) venga rivisto.
"Egregio Presidente - si legge nella lettera -, siamo consapevoli che l'ennesimo piano di riordino ospedaliero è dettato “da nuovi e stringenti vincoli di programmazione” introdotti dal DM.70/2015 e dalla Legge di stabilità 2016, con cui il Governo impone ulteriori economie di spesa. Tuttavia il piano della Regione Puglia non rispetta, di fatto, tutti i criteri indicati dalle norme, tant'è che il rischio è che l'offerta sanitaria non sia omogenea e rispettosa dei Lea nell'ambito dell'intero territorio regionale. In particolare l'Asl di Brindisi già in affanno, per i tagli subiti e per il blocco del turnover di questi ultimi anni, rischia di essere la più penalizzata. Abbiamo più volte denunciato che a Brindisi il rapporto posti letto/abitanti è al di sotto degli standard previsti, (oggi è pari al 2,7%, di molto inferiore al 3,4% regionale) e che da tempo i servizi sanitari sono carenti di personale medico e paramedico. Per garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini pugliesi l'obiettivo di un sistema sanitario regionale dovrebbe essere quello di intervenire evitando sperequazioni tra le diverse Asl in termini di posti/letto e di personale.
Per queste ragioni - continuano i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil -, scevre da qualsivoglia intento campanilistico, denunciamo la nostra contrarietà rispetto ad un piano che prevedendo di chiudere nove ospedali nell'intera regione ne chiude ben tre nella nostra provincia! In una Asl in cui non esiste nemmeno una presenza di strutture sanitarie private accreditate tale da compensare l'assenza del servizio pubblico. Ciò produrrà come conseguenza un aumento della mobilità sanitaria, un allungamento dei tempi di attesa e più disservizi, oltre a un maggiore stress a carico di tutto il personale. Sicuramente la conseguenza più drammatica sarebbe la limitazione del diritto alla salute per la rinuncia alle cure da parte dei tanti cittadini che già vivono in situazioni di grave disagio economico. Per quanto evidenziato chiediamo con urgenza una revisione del piano di riordino ospedaliero regionale.
di Redazione
27/02/2016 alle 05:57:13
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