TEATRO E RIFLESSIONE
No alla violenza sulle donne: il grido si leva anche da Fasano
Il Comune di Fasano ha organizzato un evento per raccontare la storia di riscatto di Franca Viola
FASANO – Il 25 novembre è la data convenzionalmente fissata per celebrare la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ma il tema è così caldo e attuale da richiedere quotidianamente una particolare attenzione: femminicidio, stalking, mobbing sono parole che affollano la cronaca odierna per i tanti casi di stupro fisico o psicologico che vengono perpetuati in tutto il mondo. Anche il Comune di Fasano ha voluto ritagliare uno spazio per la riflessione, organizzando, ieri pomeriggio, nell'androne del Palazzo municipale, un evento dal titolo “@Viola”, dedicato a Franca Viola, la prima donna italiana ad aver rifiutato il matrimonio riparatore, la quale, l'8 marzo 2014, ha ricevuto al Quirinale, dalle mani dell'allora presidente Giorgio Napolitano, l'onorificenza di Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica per aver «segnato una tappa fondamentale nella storia dell'emancipazione delle donne nel nostro Paese».
Ad introdurre l'iniziativa sono state le assessore Annarita Angelini (Cultura) e Cinzia Caroli (Pari opportunità), che hanno esposto qualche breve considerazione su quella che è la condizione femminile oggi. La donna, negli ultimi decenni, ha assunto potere, ha fatto valere i propri diritti, ha combinato al meglio il ruolo di madre e lavoratrice a tempo pieno, liberandosi dai vecchi stereotipi e svincolandosi da qualsiasi figura maschile (padre, fratello o marito). Proprio questo affrancamento è la molla che, spesso, rende l'uomo vulnerabile, soprattutto quando una donna decide di lasciarlo per sempre.
La possessività arroga all'uomo ogni pretesa su quella che considera la sua donna. Ma la donna non è un oggetto. Lo aveva capito bene e, soprattutto, lo urlava a gran voce Franca Viola, che all'età di 17 anni vedeva il suo destino segnato da una macchia indelebile, la violenza subita da quello che, secondo la legge, sarebbe dovuto poi diventare per forza di cose suo marito. Quella storia che tanto fece discutere anche in Parlamento è stata recitata, a Fasano, dall'intensa attrice Elena Giove, che in un monologo drammatico e quanto mai autentico ha ripercorso il calvario di una donna che aveva detto no al matrimonio riparatore, lottando con tutte le forze per la conquista della dignità dovutale.
Il sindaco Francesco Zaccaria ha rivolto il saluto finale, facendo un plauso soprattutto alle tre assessore Luana Amati, Cinzia Caroli e Annarita Angelini, «una grande risorsa – ha detto – della mia amministrazione e per la città intera».
di Antonella Argento
26/11/2016 alle 05:57:55
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