NOTA POLITICA
L'onorevole Elisa Mariano sull'ospedale di Fasano: 'Doveva essere chiuso all'apertura del nuovo'
La parlamentare del Partito Democratico critica la riconversione in Pta dei nosocimi di Fasano, Mesagne e San Pietro Vernotico

FASANO - Sulle riconversioni in Presidi territoriali d'assistenza degli ospedali di S. Pietro Vernotico, Mesagne e Fasano si registra anche la presa di posizione dell'onorevole Elisa Mariano del Partito Democratico. «Sono molto preoccupata – sottolinea la parlamentare -. L'applicazione del piano di riordino rischia di produrre il caos nella nostra provincia e di mandare in tilt il sistema. Non voglio essere facile profeta, ma temo che già questa estate potremo verificare quanto sto dicendo. Il problema non sono le manifestazioni di piazza, come qualcuno ieri ha sostenuto, quelle fanno parte della democrazia e sono il frutto del mancato confronto con le comunità nella fase di gestazione del piano. Piano che è stato di fatto imposto senza alcuna discussione vera e Brindisi ha ricevuto il trattamento peggiore di tutta la Puglia. Basta guardare in che situazione versa il Perrino e la sottrazione di risorse per il personale a vantaggio di altri territori. Mi ha stupito che l'altro ieri nessuno, e dico nessuno, abbia fatto cenno alla necessità di considerare le nostre specificità epidemiologiche. Ci sono pile di studi che avrebbero dovuto indirizzare il Governo regionale ad assumere ben altre scelte. La stessa indagine epidemiologica diretta da Forastiere sono sicura che evidenzierà la particolare incidenza per alcuni tipi di malattie in provincia di Brindisi, ma forse per questo se ne sono perse le tracce. Ho ascoltato le parole dette in conferenza stampa e le dichiarazioni di tutti, ma nessuno mi ha convinto, tranne il consigliere Amati con il quale condivido la preoccupazione per il ritardo nella costruzione dell'Ospedale Fasano/Monopoli e la preoccupazione per le malattie tempo dipendenti. Problema che vale anche per chi oggi con un'emorragia gastrica in corso si reca al Perrino e non può essere soccorso ma rimandato a Lecce.».
L'onorevole Mariano entra poi nel dettaglio riguardo ai Pta. «La dismissione del presidio di Fasano doveva e poteva essere cadenzata al contestuale progresso del nuovo ospedale e il Melli sarebbe dovuto rimanere accorpato al Perrino adeguatamente potenziato per le emergenze, ma non è avvenuto – continua -. La dismissione dei tre ospedali, inoltre, non dovrebbe comportare una diminuzione dei posti letto, ma questo di fatto avverrà perché la Asl non sa dove trasferirli visto che al non ci sono gli spazi al Perrino! Questo significa che saranno soppressi altri posti letto per acuti senza tenere conto del fatto che da noi i ricoveri inappropriati sono minimi e che siamo abbondantemente sotto lo standard previsto dal DM 70 che, come tutti sanno, prevede 3,7 posti letto ogni mille abitanti mentre noi siamo fermi al 2,6. I piani di riconversione predisposti, quindi, a prescindere dal contenuto ci metteranno in difficoltà e non saranno certo i posti letto gestiti dai medici di base a cavarci dalle difficoltà. Il Perrino già ora è in crisi e non appena il Melli non potrà più ricoverare nè il pronto soccorso operare ci sarà il caos».
L'on. Mariano, poi, pone interrogativi anche sul futuro del Melli. «Nel merito del progetto per il Melli, poi, voglio essere molto chiara – conclude la parlamentare -. Non mi convince l'idea di affidare ai privati la gestione di questo pacchetto riabilitativo. E poi, la maggior parte delle prestazioni previste non rispondono ad un fabbisogno strettamente territoriale, ma molto più ampio. Certamente per il privato che le gestirà quel tipo di prestazione è più remunerativa di altre, ma temo che non avranno alcuna funzione nel decongestionamento del Perrino eccezion fatta per la riabilitazione cardio respiratoria che va bene, ma sarebbe meglio farla fare al pubblico. E poi la Rems. Perchè spostarla da Carovigno a San Pietro? Esiste già un progetto per ristrutturare un immobile della Asl a Carovigno ed il Melli non si presta a questo tipo di reparto, la collocazione prevista non è certamente la più idonea, troppo vicina al centro abitato. Chi ha sottoscritto questo progetto a nome della comunità sampietrana non ha fatto i nostri interessi, ma semplicemente accettato supinamente le scelte assunte in altre sedi che calpestano il diritto alla salute di tutti quanti noi. Brindisi esce mortificata da questo piano e, purtroppo, i problemi non tarderanno ad arrivare.».
di Redazione
23/03/2017 alle 06:28:42
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