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    Attualità

    E’ ormai lite tra lavoratori Tradeco di Fasano e sindacati: contro questi ultimi diffida dagli avvocati

    I dipendenti fasanesi dell'azienda altamurana si sono rivolti ad uno studio legale per veder tutelati i loro diritti e smentiscono alcune dichiarazioni delle organizzazioni sindacali
    RedazioneDa RedazioneDicembre 10, 20174 minuti di lettura
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    E' ormai lite tra lavoratori Tradeco di Fasano e sindacati: contro questi ultimi diffida dagli avvocati - Osservatorio Fasano
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    FASANO – Non si placa e anzi si inasprisce la polemica tra i lavoratori Tradeco di Fasano e le organizzazioni sindacali che sulla carta li dovrebbero difendere. Dopo la sospensione dello sciopero che aveva fatto inviperire proprio i dipendenti la Fp Cgil e la Fit Cisl avevano diramato un comunicato in cui asserivano di aver trovato un accordo con l’azienda e che, anzi, quest’ultima aveva già provveduto al pagamento dei modelli 730/2017 e alla consegna dell’abbigliamento utile alla sicurezza dei lavoratori. Ma questi ultimi hanno risposto alle affermazioni rese dai sindacati affidando incarico legale allo studio “Legaltec” di Fasano per formalizzare una esplicita diffida nei confronti dei sindacati stessi. Nel dettaglio i lavoratori contestano alle loro stesse rappresentanze sindacali ed ai segretari provinciali Cgil e Cisl di aver agito autonomamente e senza coinvolgere i propri rappresentati, come imposto dalla legge.

     

    «Difatti – scrivono i lavoratori – in data 1° dicembre, a seguito di formale convocazione della Tradeco, si costituiva un tavolo di trattative tra i sindacati, le Rsu e la stessa Tradeco, finalizzato a discutere in merito alle numerose criticità inerenti al servizio di gestione rifiuti del Comune di Fasano e, nello specifico, dello sciopero già proclamato dai lavoratori per il giorno 5 dicembre. A questo tavolo comparivano Vincenzo Cavallo e Cosimo Vergari (per la Fit Cgil), Damiano Carbonella e Vincenzo Natola (per la Fit Cisl), Saverio Columella e Vincenzo Bianchino (per la Tradeco). Questi ultimi, nella qualità in atti, dichiaravano la volontà dell’azienda di liquidare tutte le spettanze dovute ai lavoratori e non corrisposte ed al fine di scongiurare lo sciopero proponevano, in specie, “il pagamento immediato delle spettanze rinvenienti dal rimborso del 730/2017; il pagamento immediato dell’una tantum contrattuale, con la busta paga del mese di novembre 2017; gli aumenti contrattuali mensili del febbraio 2017, da liquidare dopo la definizione della controversia con Comune di Fasano, di cui è convocato già un tavolo tecnico per la prossima settimana; consegna completa del nuovo abbigliamento da lunedì 4 dicembre. Veniva proposto, altresì, di aggiornare il tavolo delle trattative con riguardo al versamento delle spettanze al fondo previambiente e le rate di 1/5 dello stipendio». Di queste proposte, spiegano gli avvocati della Legaltec, le organizzazioni sindacali presenti omettevano del tutto di informare i lavoratori rappresentati, i quali solo ad accordo siglato venivano edotti del contenuto dello stesso. Nello specifico, i sindacati prendevano atto della “volontà costruttiva dell’azienda” e, nel dichiararsi moderatamente soddisfatti, decidevano di sospendere lo sciopero indetto per il 5 dicembre, senza però informarne i dipendenti. Questa condotta è stata ritenuta grave e fortemente lesiva dei diritti dei lavoratori medesimi, i quali individuavano nel comportamento delle Rsu suindicate e dei sindacalisti profili di illegittimità.

     

    La contestazione specifica effettuata dai lavoratori nei confronti dei propri rappresentanti consiste, specificamente, nell’adozione da parte di questi ultimi di decisioni autonome, non legittimamente condivise come per Legge. «Per intenderci – scrivono in una nota gli avvocati -, i segretari provinciali e le Rsu avrebbero dovuto, prima di ogni altra decisione, consultare i propri assistiti. Il tutto, naturalmente, a maggior ragione prima di sospendere lo sciopero già proclamato. Tanto non accadeva. Vieppiù i sindacati effettuavano dichiarazioni non corrispondenti a realtà, dal momento che, ad oggi, solo pochi lavoratori hanno ricevuto il pagamento della spettanza dovuta a titolo di 730/2017; nessun lavoratore ha ricevuto, di contro, il pagamento dell’una tantum contrattuale, mentre l’abbigliamento spettante per legge, che doveva essere garantito a far data dal 4 dicembre, non è ancora disponibile. Legittime sono pertanto le contestazioni mosse dai lavoratori ai sindacati così come la diffida rivolta agli stessi consistente nell’invito a non porre in essere trattative con il datore di lavoro Tradeco contrarie alla volontà dei lavoratori rappresentati, ancorché non iscritti alle sigle sindacali anzidette e, nel contempo o comunque condotte violative dell’art. 17 della L 300/70».

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