POLEMICA ACCESA
I punti di primo intervento con oltre 6mila accessi all'anno non chiuderanno: tra questi Fasano
Aspre polemiche politiche dopo la decisione della Giunta regionale di chiudere 39 Ppi: si salveranno quelli che raggiungono migliaia di accessi ed Emiliano convoca i direttori Asl

FASANO - La decisione della Giunta regionale di voler chiudere 39 punti di primo intervento in Puglia (tra cui Fasano) per trasformarli al massimo in postazioni medicalizzate di 118 ha provocato un terremoto politico che rischia di dare un ulteriore scossone alla già precaria stabilità del governo regionale. Attacchi al presidente Michele Emiliano sono giunti naturalmente dall'opposizione ma il governatoredovrà fare i conti anche con la contrarietà di molti consiglieri della sua stessa maggioranza. Paroledi fuoco contro il provvedimento sono state lanciate da Fabiano Amati e Pino Romano che difendono a spada tratta i Ppi del Brindisino e in questo momento Emiliano non può certo permettersi di perdere ulteriori numeri in consiglio. Ecco quindi che è pronto a rivedere la decisione. E pare che dei 39 punti di primo intervento saranno subito salvati quelli che fanno registrare oltre 6000 accessi all'anno.Tra questi c'è anche Fasano che quindi dovrebbe mantenere l'attuale status quo.
Comunque venerdì 20 aprile, alle ore 15, presso il Dipartimento regionale delle Politiche per la salute a Bari, il Presidente della Regione Puglia Emiliano incontrerà, insieme con la struttura tecnica del Dipartimento delle Politiche per la Salute, i direttori generali delle sei Asl pugliesi per un ulteriore confronto sulla proposta di riordino dei Punti di Primo Intervento, dopo il passaggio informale e preliminare che si è svolto in Giunta con gli assessori. Tutto ciò è propedeutico all'organizzazione delle conferenze dei sindaci che si svolgeranno sui territori, prima dell'ulteriore confronto con gli assessori che si svolgerà nuovamente nel corso di una Giunta ordinaria.
Emiliano, sempre ieri, aveva dichiarato che “la conversione dei Punti di Primo Intervento in postazioni medicalizzate è stata la conditio sine qua non attraverso la quale ci hanno approvato, ai tavoli romani, il piano di riordino ospedaliero. Se a fine 2018 i Ministeri dovessero riscontrare una inadempienza in tal senso, non è escluso che possano utilizzare la circostanza per mandarci, per un altro triennio, in Programma Operativo. Non solo. Non avremmo le premialità che invece ci spetterebbero. Ricordo che a fine 2015, ci hanno mandato in Programma Operativo per molto, molto, ma molto meno. E comunque la riconversione dei Ppi è scritta e dettata dal DM70 e, mi preme dirlo e sottolinearlo, non comporta nessun nocumento per i cittadini in termini di assistenza sanitaria perché comunque i cittadini troveranno la loro risposta sul territorio, in alcuni casi, anche con l'auto medicalizzata che invece prima non era presente. Non cambia nulla. Stiamo solo razionalizzando le risorse. La struttura tecnica – ha specificato ancora Emiliano - ha illustrato la sua proposta in base allo stato dell'arte e alle predisposizioni elencate dal DM 70. Ora questa proposta sarà verificata con gli assessori e con i territori, prima di tutto con i sindaci, in un percorso di confronto e condivisione già iniziato nel 2017. Nel processo di condivisione degli interventi che caratterizza questa amministrazione era importante illustrare lo stato di attuazione del riordino. Successivamente, e prossimamente quindi la delibera di riconversione dei Ppi sarà ridiscussa in una giunta ordinaria. Non stiamo smantellando nulla e non stiamo tradendo nessuno – ha concluso il Governatore – dobbiamo attuare una riconversione che ci chiede il Ministero, sempre nell'ottica della messa in sicurezza i cittadini e nell'ottica di condivisione degli interventi con i territori. Ma ripeto, per i cittadini non cambia nulla. I Punti di primo intervento infatti possono essere anche pericolosi per loro. Dobbiamo imparare che per un taglio al dito, non dobbiamo andare né al Pronto soccorso né nei Ppi. Si deve andare dai medici della continuità assistenziale. Tra l'altro il 70 per cento degli accessi ai Punti di primo intervento finora ha riguardato proprio i codici bianchi che, vorrei ricordare, da normativa del 2007 è un codice che, insieme a quello verde, va gestito dai medici di continuità assistenziale mentre i gialli e i rossi vanno gestiti dall'emergenza urgenza, quindi dal Pronto soccorso dei grandi ospedali”.
di Redazione
13/04/2018 alle 05:20:55
Fasano perde anche il punto di primo intervento: resterà solo il 118
Fabiano Amati: 'Decisione sbagliata riconvertire i punti di primo intervento'
Galleria di immagini: I punti di primo intervento con oltre 6mila accessi all'anno non chiuderanno: tra questi Fasano

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