GIORNATA IMPORTANTE
Commemorazione Franco Zizzi: le parole del capo della Polizia Gabrielli e di Fabiano Amati
Alcuni stralci degli interventi tenuti ieri, lunedì 23 aprile, in occasione della cerimonia in onore del poliziotto fasanese ucciso in via Fani
FASANO - Una giornata importante quella di ieri (lunedì 23 aprile) per la città di Fasano. La presenza del capo della Polizia Franco Gabrielli ha impreziosito la commemorazione dovuta a Franco Zizzi, il vicebrigadiere di Polizia trucidato in via Fani. «Sono profondamente onorato di ricordare un servitore dello Stato, un figlio di questa terra che aveva sogni, come ci ha ricordato la sorella, che non necessariamente erano sogni eroici - ha sottolineato nel suo intervento Gabrielli -. Purtroppo molti dei nostri caduti a tutto avrebbero pensato tranne che a essere eroi. Però molto spesso lo sono diventati a causa di altri, di progetti deliranti quali furono i progetti di quegli anni e di quelle organizzazioni terroristiche. Purtroppo rivendichiamo quasi un diritto all'oblio, abbiamo fatica a ricordare il passato e con fatica guardiamo al futuro. Tutto è presente. Tutto si consuma nel quotidiano, e invece c'è stato anche un passato, che ha segnato persone. Oggi i familiari di Zizzi sono coloro i quali portano più di altri il peso di una mancanza, ma sono queste persone che ci riconducono al passato e credo sia un atto straordinariamente generoso quello di una comunità che, nonostante siano passati 40 anni, decide di riappropriarsi della propria memoria, dell'esempio del proprio figlio perché noi che ogni giorno abbiamo la responsabilità di garantire la sicurezza dobbiamo sempre avere presente che ci sono stati colleghi che ci hanno indicato la strada da percorrere e il modo, con abnegazione, senso del dovere, rispetto. E allora quando pensiamo che la strada è in salita, che forse non ne vale la pena, dobbiamo pensare a Francesco Zizzi, e ai tanti che ci hanno insegnato come si rispetta e si serve il proprio Paese. Mi auguro che quel nome e quel cognome non rimangano lettere incise nella lapide, ma siano per tutti noi un memento, un monito. Le grandi cose si costruiscono nelle piccole cose; le grandi scelte si costruiscono nella quotidianità. I ricordi sono anche gesti meccanici, mentre la memoria presuppone una partecipazione e un coinvolgimento che è la presa di coscienza non solo del gesto compiuto ma anche del suo significato».
Sentite anche le parole di Fabiano Amati. Il consigliere regionale, intervenuto al Teatro Sociale dove la cerimonia è proseguita a seguiire dallo scoprimento della targa in piazza Ciaia, ha ricordatoquelli che erano gli anni di piombo ma soprattutto ha sottolineato come la figura di Zizzi debba essere ricordata come modello. «Quella di Franco Zizzi - ha detto tra l'altro Amati - è una vita donata affinché altre vite non andassero perdute. E non bisogna dimenticare che lo Stato e la democrazia sono un complesso di doveri che fanno accedere ai diritti».
di Angelica Sicilia
24/04/2018 alle 05:09:30
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