GIORNATA DELLA MEMORIA
Il secondo circolo didattico celebra la Giornata della Memoria
Ospiti del plesso scolastico via Mignozzi i coniugi Dario e Aida Foà che hanno testimoniato la loro esperienza durante il periodo fascista

Fasano - Ieri, venerdì 1° febbraio, nell'auditorium del secondo circolo didattico in via Mignozzi si è svolto un momento di riflessione sulla Giornata della Memoria. Infatti, sono intervenuti i coniugi Dario e Aida Foà che hanno raccontato la loro vicenda personale all'attento pubblico costituito dagli alunni di quarte e quinte classi della scuola primaria di via Mignozzi.
La coppia, prima Aida e poi Dario, ha raccontato la loro esperienza vissuta nel periodo della Seconda guerra mondiale e nel periodo appena precedente lo scoppio del conflitto, a partire del 1938 dopo l'approvazione delle leggi razziali in Italia.
La signora Aida Foà ha raccontato che all'epoca degli eventi era una bambina di circa sei anni: il padre lavorava nella banca del Monte dei Paschi di Siena e dopo l'approvazione delle leggi razziali (il 18 settembre 1938 ndr) perse il lavoro e grazie ad un “Angelo”, che rischiò di farlo lavorare nonostante fosse di religione ebraica, si trasferì con la famiglia a Bologna. In seguito all'inasprimento della situazione politica italiana, l'“Angelo” decise di aiutare ancora la famiglia di Aida e la trasferisce nella sua abitazione a Teglio in Valtellina. Da qui iniziò il pericoloso viaggio per attraversare la Alpi e, guidati da un gruppo di contrabbandieri, giunsero in Svizzera dove furono accolti in alcuni campi di accoglienza. La piccola Aida, separata dai genitori (la madre aveva da poco partorito la sorellina), venne accolta in una famiglia svizzera di religione protestante e poi in una seconda famiglia di Losanna. Gli occhi di Aida si fanno lucidi nel “non raccontare” le particolari attenzioni che ha subito in più occasioni durante il soggiorno presso il campo di accoglienza e presso la seconda famiglia che l'ha accolta. Ma la voce ferma e fiera di Aida corre ai momenti finali del conflitto bellico, quando riunitasi finalmente con la sua famiglia torna a Siena, dove il padre riprende il lavoro alla Monte dei Paschi di Siena.
Successivamente ha preso parola il signor Dario Foà che ha raccontato la sua vicenda di bambino ebreo a Napoli. Aveva sette anni quando entrarono in vigore le leggi razziali e venne proibito di frequentare la scuola; successivamente i bambini ebrei furono uniti in “classi speciali per bambini ebrei” e lui poté continuare la sua educazione scolastica. La voce di Dario racconta in maniera approfondita ciò che voleva dire essere un “bambino ebreo”.
La coppia, sposata da sessant'anni, è stata in silenzio sino al 1986; quando Dario venne invitato presso la sua scuola a raccontare la sua esperienza.
A seguito dei due racconti si è sviluppato un intenso dibattito con i bambini, che hanno fatto diverse domande ai coniugi. Le domande erano pertinenti e facevano comprendere come i bambini avessero fatto proprio questo momento educativo: in particolare degno di nota l'intervento di un giovane alunno albanese Fabien che ha affermato “io a scuola non sono stato inserito in una classe speciale ma con gli altri”.
Un momento di presa di coscienza per dei bambini, anche se piccoli, volto a “non far dimenticare” e a far comprendere che l'uguaglianza è un valore prezioso e da preservare; bisogna educare tali menti a far sì che tali situazioni non accadano di nuovo.
di Marica Mastrangelo
01/02/2019 alle 18:35:39
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