PARERE DA ESPERTO
Nicola Colonna sulla scelta dei fasanesi: 'Questo governo potrebbe decidere di testa sua'
Il noto giurista e avvocato fasanese spiega come il mezzo dei referendum sia lodevole ma che sulla questione province c'è da registrare tanta confusione

L'avvocato Nicola Colonna
FASANO - L'esito eccezionale della consultazione popolare organizzata dall'amministrazione comunale di Fasano per indicare la provincia con cui andare ha entusiasmato gli stessi organizzatori. Del resto la partecipazione di oltre 5mila fasanesi all'evento non era stato per nulla preventivato. Ma servirà a qualcosa la volontà espressa dalla città di Fasano e che quest'oggi sarà ratificata con una delibera di consiglio comunale? Lo abbiamo chiesto all'avvocato fasanese Nicola Colonna, esperto giurista e profondo conoscitore delle materie politico-amministrative.
«Innanzi tutto voglio dire subito che ho delle perplessità sul referendum in se – spiega Colonna -. Non solo per i tempi molto stretti in cui è stato preparato. Si può anche capire. Metodologicamente si può anche apprezzare la volontà di interloquire direttamente con i cittadini e il corpo elettorale. Il problema è un altro. Il referendum si propone rispetto ad un'alternativa che vede due corni di un dilemma entrambi praticabili. Esempio classico quelli sul divorzio o sull'aborto. Nel caso di Fasano, invece, il referendum su che cosa è stato? Non è che ci siano diverse alternative formalizzate sul tavolo. Si parla di Grande Salento, di Taranto, di Bari città metropolitana. Ma tutto questo è ancora molto sullo sfondo fino a quando non c'è una proposta legislativa ben definita su questo punto. La consultazione ha raccolto un orientamento ma dal punto di vista decisionale non è che abbia la possibilità di sortire grossi risultati. Che poi i fasanesi fossero orientati verso Bari si sapeva date le affinità culturali, economiche e persino di dialetto».
Colonna, poi entra nel merito. «Ancora non si sa – spiega –, in merito all'ipotesi di città metropolitana, come questa debba funzionare. Ho seri dubbi che la scelta possa dipendere dai cittadini in quanto con questo governo tecnocrate ce lo possiamo pure scordare. Ma ammesso che l'orientamento possa avere una sua valenza, a quale quadro giuridico e istituzionale andiamo incontro? E' tutto molto vago. Occorrerà vedere come Fasano andrà a rapportarsi con il nuovo contesto della città metropolitana».
L'avvocato Colonna sottolinea anche che Bari diventerà certamente città metropolitana ma se questo non avverrà e restasse provincia i fasanesi potrebbero indire un referendum a tutti gli effetti per passare nel barese. «Se restassero le province – dice infine il giurista fasanese -, più o meno come le abbiamo conosciute sinora e quindi se questo decreto del Governo Monti non trovasse attuazione, non venisse trasformato in legge o i criteri non trovassero poi decreti delegati attraverso i quali dovrà diventare attuativo, si può porre una questione. Siccome nella nostra Costituzione è previsto il referendum nel caso in cui un Comune voglia cambiare provincia allora si tratterà di mettere con i piedi per terra la questione: vogliamo organizzare nelle forme di legge decidenti un referendum per portare via dalla provincia di Brindisi e portarla a quella di Bari? E' questo il problema politico che ha un senso allo stato degli atti».
di Alfonso Spagnulo
16/10/2012 alle 01:06:29
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