FESTIVAL DELLA SCIENZA 2019
Dalla Luna Rossa alle parole di Rita: il penultimo giorno del Festival della Scienza 2019
Ieri 26 ottobre tra Palazzo di Città e il Teatro Sociale si è parlato di corsa allo spazio, pseudoscienza e, in chiusura, uno spettacolo sulla vita di Rita Levi-Montalcini

Fasano - L'allunaggio è stato un fatto puramente politico, la società è piena di persone intelligenti che però cadono nella trappola delle fake news e Rita Levi-Montalcini si racconta con le sue lettere spedite dall'America: ecco la ricca giornata di ieri 26 ottobre, fra la Sala di Rappresentanza e il Teatro Sociale, nell'ambito del Festival della Scienza 2019 a Fasano.
Il cinquantesimo anniversario dello sbarco sulla Luna ha risvegliato qualche dubbio dormiente. Se l'astronauta Guidoni ha raccontato della futura missione Artemide ai ragazzi del liceo “Da Vinci”, a Palazzo di Città il professore e astrofisico Massimo Capaccioli e il giornalista scientifico Gianfranco Bangone – guidati dal giornalista Francesco Strippoli – hanno invece indagato sui motivi e sulle dinamiche politiche che hanno portato alla missione Apollo 11. E soprattutto, si sono chiesti perché ci sono arrivati gli americani prima dei sovietici, che partivano con grande vantaggio. Il satellite Sputnik lanciato in orbita nel 1957, la cagnolina Laika e il primo cosmonauta della storia, Jurij Gagarin, erano tutti dipinti di rosso. Eppure, fu il mitico presidente J.F. Kennedy ad annunciare, nel 1962, che l'America aveva deciso di andar sulla Luna. In sette anni, ci riuscirono – sostiene Capaccioli – perché durante la guerra fredda chi conquistava lo spazio, dominava la Terra. Gli Stati Uniti ce l'hanno fatta, impiegando gli scienziati giusti, contando sui militari e un budget complessivo pari al 5% del prodotto interno.
Sempre sulla scia della verità, si è poi approdati alla tematica scottante ma cara a questo Festival: la pseudoscienza. Mediati dal giornalista Massimiliano Scagliarini, Barbara Gallavotti, autrice di programmi televisivi come SuperQuark e Ulisse, Giuseppe Tipaldo, professore di Sociologia all'Università di Torino, e Armando Massarenti, filosofo della scienza, hanno mostrato come sia facile e rapida la diffusione di teorie scientifiche errate e difficile ne sia, al contrario, la confutazione. Nel corso del dibattito è emerso come, paradossalmente, siano sempre più persone “intelligenti” a finire nella trappola delle cosiddette “bugie blu”, come le fake news: quelle menzogne che si dicono per rendere più coeso un gruppo umano e che ci fanno regredire al primitivo stato di suddivisione in tribù. Una strada per uscirne non c'è, hanno detto gli ospiti, tuttavia con l'esercizio del pensiero critico perlomeno si può imparare a discernere fra le proposte meno accreditabili: cioè quelle che non passano dal vaglio della comunità scientifica.
A chiudere questo intenso penultimo giorno di Festival sono state “Le parole di Rita”, lo spettacolo teatrale con la regia di Valeria Patera in collaborazione con Andrea Grignolio. Sono circa tremila le lettere che Rita Levi-Montalcini ha inviato dall'America, dove si trasferì nel 1940 per sfuggire alle persecuzioni razziste. Leggendo le sue parole, Margherita Di Rauso ha ridato voce e anima a una delle colonne portanti non solo della scienza ma anche della storia e della società italiana, una scienziata timida e un po' permalosa che ha scoperto il fattore di crescita neuronale, aggiudicandosi il premio Nobel nel 1986. L'Italia se la ricorda austera, composta e autorevole nei suoi 103 anni di vita, in cui a guidarla sono sempre stati tre elementi: la ricerca, l'amore e la compassione per l'umanità.
di Sara Altamura
27/10/2019 alle 00:14:47
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