CONTINUA LO SCIOPERO
La protesta dei lavoratori di Monna De'lizia si trasferisce in piazza Ciaia
La situazione non si sblocca ed ecco che i dipendenti del pastificio allestiscono un gazebo in piazza per sensibilizzare ancora di più le istituzioni.
Il gazebo in piazza dei lavoratori di Monna De'lizia
FASANO - Una breve pausa per Pasqua e Pasquetta e la protesta ricomincia. Due giorni trascorsi in famiglia non hanno certo affievolito la rabbia dei lavoratori del pastificio “Monna De'lizia” di Fasano tornati a scioperare per rivendicare le mensilità arretrate. Anzi, il presidio è stato addirittura raddoppiato. Infatti, oltre a quello già presente da giorni davanti ai cancelli dell'azienda, sita sulla strada che collega Fasano a Pezze di Greco, da ieri mattina (martedì 10 aprile) un gruppo di dipendenti ha allestito un gazebo proprio in piazza Ciaia e anche lì sarà permanente sino a quando non si troverà una soluzione al problema.
Sempre ieri non si è tenuto il previsto incontro tra la proprietà del pastificio (facente parte del Gruppo Cavallo di Ceglie Messapica) e gli stessi lavoratori alla presenza del senatore Nicola Latorre. La scorsa settimana proprio il senatore fasanese aveva accompagnato dai lavoratori in sciopero l'onorevole Massimo D'Alema. Poi era rimasto ad ascoltare le ragioni dello sciopero e aveva anche incontrato la proprietà per cercare di risolvere la questione. Ci si era aggiornati a ieri ma Latorre non ha ricevuto nessuna chiamata dalla proprietà. Il parlamentare si è soffermato in piazza Ciaia a parlare con i dipendenti in lotta e ha spiegato che comunque farà il possibile affinché l'incontro si tenga anche nei prossimi giorni.
Continua così il braccio di ferro tra sindacati e lavoratori da una parte e azienda dall'altra. «Si ostinano a non farci pervenire risposte concrete – spiega Donato Acquaviva, responsabile locale della Flai Cgil -. Devono capire che il braccio di ferro non lo facciamo per partito preso ma perché abbiamo a cuore la sorte dei lavoratori. Però ogni qualvolta chiediamo qualcosa ecco che si erge un muro. Questi dipendenti hanno bisogno di sostegno economico e da questo occorre partire».
Intanto proprio ieri mattina dodici lavoratori sono tornati a lavoro garantendo così all'azienda una sia pur minima produzione di pasta fresca e surgelata. «Questi lavoratori credono che tornando a produrre l'azienda possa finalmente pagare – continua Acquaviva -. Purtroppo penso che così non sarà. Lo sciopero va comunque avanti nella speranza che a breve possano cambiare le cose». Sono una cinquantina gli operai in stato di agitazione. Non ricevono lo stipendio da ottobre e, per di più, non sono state riconosciute loro la tredicesima e la quattordicesima più il trattamento di fine rapporto liquidato dalla vecchia proprietà ed ereditato dalla nuova. Già subito dopo Natale c'era stata una vibrante protesta e alcune giornate di sciopero ma poi tutto era rientrato anche se gli arretrati non erano stati saldati. Dopo altri due mesi ecco che la situazione non si è ancora sbloccata con i lavoratori in sciopero da due settimane e capaci, così come è avvenuto qualche giorno fa, di incatenarsi ai cancelli pur di ottenere le loro meritate spettanze.
di Alfonso Spagnulo
11/04/2012 alle 00:39:23
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