ATTUALITà
Valentina e Clément, un sogno e un caravan
La coppia ha deciso di lasciare il lavoro e partire per un viaggio di un anno e mezzo in giro per il mondo su un van interamente costruito da loro

Fasano - Loro sono Valentina, pasticcera di trentotto anni di Fasano, e Clément, giardiniere di ventisette di Lione. Due anni fa hanno deciso di lasciare tutto in Francia – lavoro, casa, paese – per trasferirsi in un van, da loro costruito, e viaggiare per ben ventidue mesi fino ad arrivare alle Isole Lofoten in Norvegia. Dopo piccole tappe in Italia per salutare amici e parenti, attraverseranno le Dolomiti per giungere in Svizzera, Lussemburgo, Germania del Sud poi una virata in Alsazia, in Belgio, Olanda, Germania del Nord, Polonia, Lettonia, Lituania, Estonia, Svezia e Finlandia. Valentina si è licenziata nel settembre 2022, preceduta da Clément licenziatosi nell'agosto 2022. Obiettivo: costruire il caravan, completato nel dicembre 2022. La data di partenza prefissata è stata il 19 gennaio 2023, con arrivo in Italia, a casa di lei a Fasano, il 22 gennaio e ripartenza il 6 marzo scorsi.
Chi sono Valentina e Clément
Valentina è una fasanese trasferitasi in Francia da sei anni. Dopo aver lavorato a Borgo Egnazia per cinque anni, ha scelto di seguire la sua passione per la pasticceria a Lione, dove si è diplomata in un'accademia e ha lavorato sodo per due anni. Nel paese d'oltralpe ha incontrato Clément sui campi da golf dove lui lavorava. Da sempre condividono la passione per i viaggi (hanno anche fatto un road trip in Asia per due mesi, ndr) ma, dopo una pausa di due mesi dalla loro relazione, hanno deciso di rendere concreto il desiderio coraggioso di acquistare un furgone e farlo diventare una casa.
Com'è nato questo progetto? «Questo progetto è nato – racconta Valentina – dalla voglia di viaggiare prima di tutto e non stare rinchiusi nella routine lavoro-casa. Il tempo passa, il mondo sta cambiando, la natura si sta ribellando: così ci siamo detti ora o mai più. Il veicolo l'abbiamo comprato sei mesi dopo che ci siamo rimessi insieme».
La ricerca del veicolo
«All'inizio è stato difficile, perché il mercato è chiuso e costa molto. Rispetto all'Italia, però, il mercato c'è – racconta Valentina –. Abbiamo acquistato un Renault Master, simile a quello della Bartolini. Inizialmente eravamo indirizzati verso veicoli già pronti, solo che costavano un occhio della testa. In più, se ci piaceva l'allestimento, c'erano problemi alla carrozzeria o al motore; oppure se motore e carrozzeria erano impeccabili, non ci piaceva l'allestimento. Quindi, ci siamo detti che fosse inutile cercare qualcosa di completo, anche perché i prezzi stavano salendo troppo. Alla fine abbiamo deciso di comprarlo vuoto e di allestirlo tutto noi». Il veicolo è stato acquistato il 21 giugno 2021, giorno di San Luigi. Così lo hanno chiamato Luigi, anche perché a entrambi piace giocare ai videogiochi: in particolare, hanno scelto il nome del fratello di Super Mario. La data della partenza era fissata a settembre 2022, ma ci sono stati ritardi dovuti al reperimento dei materiali di costruzione.
La trasformazione in caravan
Per la realizzazione del van i due hanno scelto di seguire una guida ebook, Le manuel du fourgon aménagé, scritto dalla coppia “Le van migrateur”. In Francia queste guide sono molto diffuse come lo sono anche nel Nord Italia; qui al Sud, invece, il fenomeno è meno presente in quanto si preferiscono i camper veri e propri ai furgoni. «Il van è un furgone vuoto che allestisci tu come casa – spiega Valentina – il camper, al contrario, nasce già come casa su quattro ruote ed è creato da un'azienda. Il van, invece, è stato creato da noi sin dall'inizio, dalla A alla Z. I camper sono omologati come caravan; chi lo fa come noi, invece, può farlo o senza omologazione o con omologazione: se lo fai senza, tutto l'allestimento deve essere amovibile, perché quando fai la revisione essa è riferita al solo furgone. Se fai l'omologazione, l'allestimento è fisso e con essa ottieni il titolo di caravan». I due hanno svolto l'omologazione e questo ha rubato moltissimo tempo, perché le norme sono rigide: su ogni componente del van, infatti, c'è uno standard da rispettare, come per l'impianto a gas che ha dato filo da torcere a Valentina e Clément: «Siccome il gas è pericoloso, bisogna rispettare delle norme molto stringenti. Per esempio, la bombola del gas deve essere protetta in una scatola ermetica, dove non deve uscire praticamente nulla tranne per dei piccoli fori che servono per far circolare l'aria nel caso ci siano fughe o perdite. Tutto il sistema deve essere costruito con tubi di rame che ogni 50 cm devono avere degli anelli che li ancorano». Le norme si trovano sull'AFNOR, pubblicate dal governo francese, e riguardano ogni aspetto della realizzazione del van dai mobili alle finestre all'altezza del letto. Quest'ultimo è stato costruito con una struttura molto solida utilizzando delle doghe ritrovate tra i rifiuti di un negozio simile a Leroy Merlin. Per l'allestimento i due si sono ispirati ad altri van e hanno poi progettato e disegnato il loro modello, cambiandolo in corso d'opera e adattandolo alle esigenze del viaggio da intraprendere. Prevedendo un lungo percorso in Nord Europa, tutto è stato studiato per avere un ambiente caldo e accogliente. I criteri su cui si sono basati all'inizio sono stati: la destinazione, l'omologazione, i “must” personali su cui ci sono voluti dei compromessi. L'interno prevede 7 metri quadrati e 16 metri cubi: in questo spazio ci sono letto, doccia, bagno, lavandino, forno, cucina, frigo, armadio. Valentina ha portato anche la planetaria per i dolci! C'è tutto!
I materiali usati
Per la scelta dei materiali, alcuni comprati online e altri da Leroy Merlin, Valentina e Clément sono stati guidati dalla necessità di coibentare, data la destinazione del viaggio. «Per la coibentazione abbiamo scelto prodotti quanto più naturali possibili. Iniziando dall'esterno, ci sono tre strati: il primo è di sughero incollato alla carrozzeria, il secondo strato è il Biofib-Trio, ovvero un tessuto di 45 mm di spessore costituito da cotone, lino e canapa; il terzo strato è stato il paravapore, che isola per il vapore: ovvero tutto ciò che è condensazione dentro o fuori viene filtrato. È quindi un ottimo isolante e l'ambiente respira: ogni infiltrazione di acqua non passa all'interno. Sulle pareti abbiamo messo dei pannelli di pino, per terra abbiamo applicato un pannello di OSB, ovvero un legno spesso che abbiamo poi ricoperto con un pavimento di vinile. Per il soffitto invece abbiamo scelto un pannello di medium dipinto di nero con un motivo a spina di pesce realizzato con delle assi di pellet che abbiamo smontato, cartavetrato e tagliato a giusta misura. Tutti i mobili sono fatti di pioppo, a parte il piano di lavoro della cucina che è di rovere».
Le spese
Per sostenersi economicamente la coppia ha lavorato duramente per due anni, mettendo da parte un bel gruzzoletto per essere indipendenti. «Nel caso in cui dovessimo trovarci in difficoltà – spiega Valentina – ci sono i lavori stagionali, come raccogliere le mele o le ciliegie o fare vendemmie. Non l'abbiamo previsto, ma solo ipotizzato: per ora abbiamo messo da parte ciò che potrebbe servire. C'è da considerare che i costi che hai sono minimi: il cibo, il carburante e la bombola del gas; non paghi affitto né elettricità né posto in cui dormire. Inoltre, non paghiamo detersivi perché ce li fabbrichiamo noi. Laviamo o a mano o nelle lavanderie. Naturalmente si farà economia anche nelle lavatrici».
L'obiettivo ecologico
Tra gli obiettivi della coppia c'è l'ecologia. «Vogliamo dimostrare che si può vivere senza plastica e si possono produrre pochi rifiuti – continua la ragazza –. Compriamo tutto sfuso e riempiamo i nostri barattoli, in modo da evitare rifiuti di carta e plastica e ridurre gli sprechi. Anche perché non c'è spazio! Qui a Fasano non c'è nessun negozio che vende sfuso, tranne per qualche legume, ma non c'è nessun supermercato con il reparto dedicato, contrariamente alla Francia. Proprio in quest'ottica non compriamo i detersivi ma li facciamo noi con prodotti naturali: aceto, bicarbonato, acido citrico, olio, sale, sapone di Marsiglia. Basta davvero poco». In merito all'acqua nel caravan hanno predisposto un serbatoio con acqua pulita e uno con acqua sporca. «L'acqua pulita va riempita con un tubo – spiega Clément –, abbiamo creato un foro che ci permette di riempirla direttamente da fuori, con conseguente sistema di evacuazione che va verso le acque grigie. Non abbiamo acque nere, cioè quelle del WC, perché il nostro WC è a secco, ovvero con trucioli e segatura: quindi, non c'è scarico. È molto meno inquinante e molto meno sporco. Non si sente nessun odore e si può gettare in natura».
I momenti difficili
«Ci siamo divertiti, ma ci sono stati anche momenti molto difficili, dove abbiamo detto: “Basta!” – commentano i due –. Le difficoltà hanno riguardato soprattutto l'impianto a gas e la sistemazione dei rami. L'abbiamo rifatto quattro volte, a causa delle regole molto stringenti. Senza il gas non potevamo andare avanti. C'è stato un momento molto arduo da affrontare: dopo aver sistemato più o meno tutto, ci siamo accorti che la bombola del gas non era adatta ai paesi che dobbiamo visitare. Quindi, abbiamo dovuto ristrutturare tutto dato che la nuova bombola era più grande della precedente: questa tappa ci ha provato molto». All'inizio il lavoro è stato ritagliato solo nel weekend. Ad agosto 2022 la coppia aveva ultimato solo il 20% del progetto, negli ultimi quattro mesi dello scorso anno l'hanno completato con grande impegno. Un altro passaggio complesso è stata la scelta dei vestiti a cui è seguito un grande lavoro di decluttering: la coppia è riuscita a selezionare abiti sia invernali sia estivi, conservati nei pensili e nell'armadio sotto il letto. Ovviamente, è stato scelto l'essenziale; il resto è stato donato.
Una scelta coraggiosa
Licenziarsi e lasciare tutto è un'importante e faticosa scelta: «Ci ha spinto la grande voglia di viaggiare – racconta la coppia –, era una decisione che dovevamo prendere prima o poi: le alternative erano o viaggiare nel weekend, ma non ci bastava, oppure lasciare tutto. Abbiamo preferito la seconda opzione. In Francia c'è una mentalità molto più aperta rispetto al Sud Italia. Ad esempio, i genitori di Clément erano preoccupati soprattutto per la sua salute in quanto ha una malattia genetica e ogni mese deve sottoporsi a delle cure: per questo abbiamo previsto di fermarci negli ospedali o, se non dovesse funzionare, di portarci i farmaci. I miei genitori (di Valentina, ndr) si sono, invece, preoccupati per il lavoro che in Italia non c'è».
Timori
Cosa temete e cosa vi aspettate dal viaggio? «Temiamo l'imprevisto. Possono essercene tanti: a livello di salute, un incidente, un furto, problemi politici, guerre. Più nel concreto abbiamo paura della disponibilità di gasolio, dal quale siamo dipendenti. Ma nonostante tutto, non vediamo l'ora di partire. Dal viaggio ci aspettiamo incontri e un cambiamento mentale: per poter organizzare tutto abbiamo dovuto raggiungere dei compromessi da soli e tra di noi. Vorremo, inoltre, davvero contribuire all'ecologia e a salvaguardare il pianeta: una cosa che vorremmo fare è pulire dalla plastica mentre facciamo escursioni».
Per seguire le avventure di Valentina, Clément e Luigi è presente la pagina Instagram “luigi.on.the.road”.
di Sara Altamura
16/04/2023 alle 07:46:34
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