SOLENNE CERIMONIA
Fasano ha un nuovo sacerdote: don Carlo Semeraro
Nella serata di ieri, 31 ottobre, nella Chiesa Matrice, ha avuto luogo la cerimonia di ordinazione sacerdotale del giovanissimo diacono fasanese
Foto Annarita Casale
FASANO – Il giovane fasanese Carlo Semeraro è diventato sacerdote. Ieri sera (venerdì 31 ottobre), in una stracolma Chiesa Matrice di Fasano, si è svolta l'ordinazione del nuovo presbitero. Alla solenne cerimonia presieduta dal Vescovo della diocesi di Conversano - Monopoli, mons. Domenico Padovano, sono intervenuti numerosi cittadini e i parroci delle parrocchie di Fasano centro, frazioni e di Monopoli. Presenti anche alcune autorità politiche: il sindaco Lello Di Bari, il presidente del consiglio comunale Gianluca Cisternino, l'assessore Laura De Mola e i consiglieri regionali Fabiano Amati e Antonio Scianaro.
La commemorazione, scandita dal tradizionale rito dell'ordinazione sacerdotale, è stata aperta da un momento introduttivo, caratterizzato dalla presentazione dell'ordinando ed è poi proseguita con le parole di don Luigi Renna, Rettore del Seminario di Molfetta che ha tracciato, rivolgendosi al Vescovo, un profilo di don Carlo. "Reverendissimo Padre - ha così sottolineato don Luigi - è con grande gioia che attesto la bontà del cammino di Carlo Semeraro raccogliendo la testimonianza di quanti, negli ultimi anni, nel Seminario regionale pugliese con me, ne hanno curato la formazione. Voglio ricordare che egli è stato accolto in Seminario dal mio compianto predecessore monsignor Antonio Ladisa, dopo aver frequentato l'anno propedeutico guidato da don Gianni Caliano. Sono stati suoi accompagnatori, come educatori, don Donato Allegretti e don Mimmo Belvito di questa Diocesi. E suo padre spirituale don Luigi Manzi. Diversi sono anche i presbiteri di questa Diocesi verso i quali dobbiamo gratitudine per il cammino di Carlo. La sua famiglia, serena e unita, l'ha accompagnata ad affrontare le prime sfide della vita circondandolo d'affetto e nutrendolo di buoni esempi, da lui ben recepiti. Una frase è ricorrente nel racconto della sua vocazione, proprio proclamata nel Vangelo di oggi: 'Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia perché saranno saziati'. Carlo ha vissuto questi anni nella costante ricerca e attuazione della giustizia di colui che ci rende giusti con la sua misericordia. E' cresciuto tanto nelle relazioni, superando la sua naturale timidezza. Cercando di andare all'essenziale, incontro agli altri, nel dialogo, ricercandoli umilmente, vivendo con serenità l'amore che il Signore gli chiede nella via del celibato. La sua caparbietà è diventata giorno dopo giorno risolutezza, nella crescita e nella fiducia verso Dio e verso gli altri. Carlo è animato da una spiritualità che, giorno dopo giorno, negli anni di Seminario, si è nutritadella Parole e dell'Eucaristia. Ed ha un senso ecclesiale di cui è grato soprattutto al parroco don Sandro Ramirez che lo fa essere attento a ciò che è chiamato a dare al popolo di Dio. In questi anni di formazione egli ha affrontato con tenacia la sfida dello studio, appassionandosi alla comprensione del mistero della salvezza per poterlo annunciare con competenza. Se il tirocinio pastorale a Bisceglie, nella parrocchia di Santa Maria della Misericordia, lo ha stimolato ad aprirsi a nuove esperienze ecclesiali, davvero importante per lui è stato il servizio pastorale svolto nel sesto anno nella parrocchia del sacro Cuore a Monopoli dove ha confermato di avere spirito di comunione con i presbiteri e desiderio di mettersi in gioco nel servizio del popolo di Dio. Carlo è animato da un vero atteggiamento di umiltà che non lo fa sentire arrivato ma che piuttosto gli dà consapevolezza che siamo sempre in cammino nella via della risposta alla nostra vocazione di santità. E' la migliore garanzia, Reverendissimo Padre, questa, per il futuro suo e del presbiterio in cui entra. Posso perciò attestare, con serena coscienza, che Carlo è degno di essere ordinato presbitero".
A seguire l'omelia del Vescovo. "L'ordinazione sacerdotale è un gioioso evento di chiesa - ha esordito mons. Padovano -. E' tra gli eventi liturgici più sentiti da parte del popolo di Dio. In un'ordinazione sacerdotale si incrociano varie dimensioni: un nuovo sacerdote con alle spalle una famiglia, la sua parentela, una comunità cristiana d'origine, le comunità presso le quali ha prestato servizio pastorale in preparazione al sacerdozio, i gruppi dai quali proviene e coi quali ha avuto contatto, il Seminario, i compagni di studio, gli educatori, i sacerdoti tutti. E' difficile immaginare un'esperienza di chiesa più ricca e articolata. Sì, la chiesa di Conversano-Monopoli è qui, in questa affollata e solenne liturgia per invocare lo spirito, per imporre le mani, per accogliere un dono e comunicarlo. Tutti siamo venuti qui con la certezza di ricevere un dono. E questo dono viene dall'alto, discende dal padre della luce. Il potere del sacerdozio è dono, la podesta di guidare il gregge è grazia. E qui va cercata la radice della nostra spiritualità sacerdotale, caro Carlo, cari sacerdoti. La radice della nostra spiritualità sacerdotale va cercata in questa straordinaria celebrazione del dono. Per restare davvero servi disinteressati, gioiosi del popolo di Dio noi sacerdoti dovremmo tornare sempre al giorno dell'imposizione delle mani, al giorno del grande dono. Avete notato nella prima parte del rito dell'ordinazione vengono sviluppati i rapporti orizzontali, fraterni, nella chiesa. Carlo è stato presentato al Vescovo e il Vescovo ha dialogato col popolo per accertarsi della idoneità sua. Don Luigi, il rettore del Seminario regionale di Molfetta, a nome della comunità educante ma a nome del popolo ha assicurato della dignità di Carlo. Ha parlato uno solo, a nome di tutti. E il Vescovo ha deciso di scegliere Carlo per l'ordine del presbiterato. Il dialogo tra di noi si è coniugato col dialogo con Dio e Dio ci ha parlato attraverso le letture bibliche. La prima lettura è tratta dal Libro dell'Apocalisse. Ci presenta il punto terminale della storia, il punto di arrivo di tutte le vicende umane, la meta del cammino degli uomini, la felicità del Paradiso. E lì tutto si compone in unità e pace. Quasi una festa popolare in cui si acclama a dio e ci si ritrova tutti fratelli. Una gioia senza fine, una moltitudine che nessuno può contare. Sono avvolti in veste candida, stringono tra le mani le palme del trionfo, sono in piedi davanti al trono di Dio. Non contano più le differenze razziali, linguistiche, culturali. C'è una dignità che li accomuna. hanno lavato le loro vesti nel sangue dell'agnello. Sono passati attraverso il crogiuolo della grande tribolazione.E ora sono con Dio e con i Santi. Contemplano il suo volto. Sono nella stessa sua gloria. E come arrivarci? Gesù stesso ce ne ha indicato la strada: le beatitudini. Le beatitudini sono la porta d'ingresso del Regno di Dio. Vi passeranno solo i poveri, gli afflitti, gli assetati di giustizia, i misericordiosi, i puri di cuore, gli operatori di pace, i perseguitati per la giustizia".
Dopo l'interrogazione e la promessa di obbedienza, l'eletto si è prostrato per terra in segno di umiltà, per consegnare la propria vita nelle mani di Dio, mentre i fedeli presenti, in ginocchio, hanno espresso le loro preghiere verso i Santi. Attraverso il rito dell'imposizione delle mani sul capo e la preghiera Consacratoria da parte di mons. Domenico Padovano (anche tutti gli altri sacerdoti presenti hanno effettuato il rito delle mani sul capo), Don Carlo ha accolto il sacerdozio. Il cerimoniale è proseguito con il rito della vestizione degli abiti celebrativi sacerdotali (don Carlo è stato aiutato da don Sandro Ramirez in persona), l'unzione Crismale e la consegna del Pane e del Vino. L'abbraccio finale con il Vescovo e con tutto il presbiterio presente ha chiuso la suggestiva cerimonia di ordinazione.
Poi il neo sacerdote, emozionatissimo, ha voluto prendere la parola. "Vedete - ha detto don Carlo - quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio. E lo siamo realmente. Miei cari fratelli e sorelle, esulto con voi per la gioia di essere figlio di Dio. Sì, lo siamo realmente. Il Padre riversa su di noi un amore incomprensibilmente grande che eleva la nostra misera dignità a figli suoi. Il più grande dono: l'essere figlio di Dio. Mio Dio è per questo che ancora una volta ti presento la mia inadeguata gratitudine. Il tuo, Signore, è un amore che ci raggiunge gratuitamente, in maniera sovrabbondante, senza averlo meritato, senza averlo chiesto. L'unica libertà che non ci hai dato è quella di impedirti di amarci per primo. Grazie mio Dio, grazie perché mi hai reso cristiano. Questo è il dono più prezioso. Oggi mi hai consegnato un altro dono: quello del ministero sacerdotale. In questi anni mi sono chiesto sempre "perché a me?". L'unica risposta è questa: per misericordia. Dio ha piegato il cuore sulla miseria di un giovane uomo. Il mio limite diviene il luogo epifanico della tua grandezza. Questa sera ti ho presentato il mio sì. Un sì che è stato preceduto dal tuo sì. Un sì che mi hai rivolto da sempre.Questo mi dà fiducia e serenità. Tu mi rendi idoneo e capace. Ti benedico con animo grato per ogni persona che hai posto sul mio cammino. Grazie perché mi hanno aiutato ad incrociare il tuo sguardo d'amore. Grazie perché mi hanno aiutato a consegnarmi alla tua volontà. A voi, cari genitori e sorelle, grazie per l'amore che avete riversato su di me, per avermi trasmesso tanti nobili valori in particolare quello della laboriosità e della giustizia. Ma soprattutto grazie perché mi avete insegnato a riporre ogni speranza in Cristo. Grazie per avermi fatto innamorare di lui. Estendo a tutti i parenti, in particolare a quelli che oggi ci guardano da lassù, la mia gratitudine. Un grazie grande lo rivolgo a questa comunità, della parrocchia Matrice, per essere stata madre per me, il grembo della mia vocazione. Qui sono nato alla fede, qui ho maturato la mia fede, qui è sbocciata la mia vocazione. Il dono del sacerdozio che oggi ho ricevuto è frutto della pregheira e della vita di questa comunità. Grazie a ciascuna persona di questa comunità. Ringrazio ogni persona che mi ha accompagnato nel percorso umano e di fede: le catechiste Sefora e Sara e poi gli animatori del gruppo giovani Francesco e Roberto. Qui hanno avuto origine le mie scelte più importanti. E' partita da qui la ricerca delle risposte ai grandi quesiti della vita. A te Francesco Maggi voglio ripetere il mio grazie per essermi stato accanto come un vero educatore che fa sentire la sua vicinanza quando è opportuna, che sa attendere, che sa fare silenzio. Sempre sei stato vicino, tanto ho imparato da te. Grazie per il tuo esempio. Ai sacerdoti, che hanno guidato questa comunità rivolgo la mia riconoscenza. Ai vari vice parroci, che con la loro freschezza sacerdotale, mi hanno trasmesso la gioia di seguire Cristo. Ai parroci don Angelo e don Sandro che con premura e generosità hanno guidato questa comunità. Don Sandro, è una gratitudine speciale quella che provo per te. Sin da subito hai provocato in me tante domande sulla mia vita, sulle mie scelte. Grazie perché non mi hai dato mai delle risposte preconfezionate ma mi hai spronato alla ricerca, standomi accanto, lasciandomi libero. Grazie per il tuo tanto tempo che hai dedicato a me e per la stima che hai avuto nei miei confronti. Ma più di tutto grazie, come spesso ti ho ripetuto, per avermi trasmesso il sentire ecclesiale, ad avermi insegnato ad amare la chiesa, a servirla, a soffrire e gioire per essa. Un grande grazie rivolgo a Lei, Eccellenza reverendissima mons. Domenico Padovano, pastore primo di questa comunità e di tutta la diocesi, per la guida e la fiducia che sempre ha riservato per me. Anche a te don Vito Fusillo estendo la mia gratitudine e la mia riconoscenza. Alle confraternite del Santissimo Sacramento, di Maria Santissima del Rosario, di Maria Santissima Assunta in cielo, dell'Opera Pia del Purgatorio e di San Giuseppe, il mio grazie per la loro preghiera e il sostegno economico negli scorsi anni di formazione. Fondamentale per la mia crescita è stata l'esperienza scolastica. Una grande gratitudine avverto verso le persone che qui ho incontrato. Riconosco che ho ricevuto tanto dai miei amici, dalla loro testimonianza, dal loro affetto, dalla loro stima. E tanto ho ricevuto dai miei professori che oggi, in diversi, sono presenti, ai quali rinnovo la mia gratitudine. In modo particolare a lei, professoressa Dora De Carolis, per l'entusiasmo nell'insegnamento, per aver creduto sempre in noi ragazzi, per aver individuato lo spazio del bene in noi. E a lei, cara professoressa Stella Carparelli, per avermi aiutato ad essere aperto con chi la pensa diversamente, a dialogare, a essere solidale. Grazie per la passione che ha sempre avuto per i giovani. Questo l'ho avvertito in questi anni che con stima ha seguito il mio cammino. Signore ti lodo e ti ringrazio per gli anni di formazione nel Seminario di Molfetta, per gli amici di corso con i quali abbiamo condiviso le nostre esperienze, i progetti di Dio, le fatiche, le gioie e per gli educatori e i padri spirituali. Un grazie, prima di tutto, lo rivolgo a don Tonino che oggi ci guarda da lassù. E un grazie rivolgo a don Gianni Caliandro per avermi aiutato a scoprire i grandi tesori che il Signore aveva riposto in me. E a te don Mimmo per essere stata una guida saggia, per avermi trasmesso la gioia di essere prete, per avermi fatto individuare il positivo in me dal quale trarre frutti. A te don Luigi, rettore del Seminario, per la tanta fiducia che hai avuto e in modo particolare per l'ascolto che sempre mi hai dato. Ti lodo e ti ringrazio Signore per la parrocchia del Sacro Cuore a Monopoli dove ho avuto la gioia di vivere l'anno del diaconato. Insieme con voi, che in tanti oggi siete così presenti, abbiamo camminato per crescere nella sequela di Cristo. Grazie per la vicinanza, l'affetto e la testimonianza. Ringrazio in particolare il parroco, don Michele, per essere stato per me guida e fratello. Grazie per il tuo esempio d'impegno generoso verso le persone che ti sono state affidate, in special modo i poveri. Grazie per la bella fraternità che si è creata fra di noi. Credo che sia la cosa più preziosa che abbiamo potuto dare alla comunità. Da qualche settimana ho cominciato il mio mistero, come vice parroco, nelle tre parrocchie del centro storico di Monopoli. Voglio già ringraziarle per l'accoglienza e la vicinanza in questi giorni di preparazione. spero di donarvi il meglio, di far trasparire dalla mia vita il grande amore che Dio ha per ciascuno. A don Giovanni e don Stefano questa sera voglio esplicitare la mia gioia nel collaborare con voi. So che ne trarrò frutto. Ringrazio ciascun sacerdote, ciascun consacrato e consacrata, che in qualsiasi modo ho incrociato per la testimonianza di donazione al Signore. Grazie a te amico, grazie a te amica: siete importanti per me. Nessuno si senta escluso. Siete i sicomori della mia esistenza. Mi aiutate a cercare oltre lo spazio limitato della mia vita. Rappresentate il passaggio di Dio nella mia storia. Voglio ringraziare ciascuno personalmente. Ringrazio il Signore per il dono dell'incontro. Sono certo che gli incontri non sono casuali. Bisogna essere attenti nel non lasciarsi sfuggire l'opportunità che ci è data nel dono dell'altro. Grazie, grazie e ancora grazie a ciascuno. Le tue mani mi hanno fatto e plasmato o Signore. Tu mi hai pensato, creato e voluto. Gioisco per essere tua manifattura. Sono fragile, peccatore, misero ma fiducioso nella tua grazia, nella tua misericordia e consolazione perché anch'io possa essere strumento di quella misericordia e consolazione divina. Portare la gioia di Cristo nella vita di chiunque incontro, essere un collaboratore della gioia, un tuo rivolo che spande il buon profumo di Cristo. Questo è il mio ministero, le mie mani siano sempre impregnate del tuo profumo e sempre pronte a servire".
Questa sera (sabato 1° novembre), alle ore 18.30, sempre nella Chiesa Matrice, Don Carlo Semeraro presiederà per la prima volta la celebrazione eucaristica.
di Redazione
01/11/2014 alle 00:31:37
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