COMMOSSO ADDIO
L'ultimo triste saluto a Giuseppe Vinci, volato via prematuramente
Questa mattina sono stati celebrati i funerali del 19enne, travolto da un'auto pirata lo scorso 14 agosto, a bordo del suo scooter

FASANO – Una marea di gente questa mattina (20 agosto) ha voluto porgere l'ultimo saluto a Giuseppe Vinci, il 19enne travolto da un'auto pirata alle 5,45 del 14 agosto, sulla strada che da Pezze di Greco porta a Speziale. Tanti giovani, tutti in maglietta bianca, come richiesto dalla mamma del ragazzo, perché era il colore preferito del figlio. Il feretro, in una bara bianca, vegliato da sabato mattina nella chiesetta dell'Assunta, è stato trasferito nell'adiacente chiesa matrice fra due ali di folla assiepate in Largo Seggio.
Davanti alla bara una Coppa portata da due amici: “Peppe” l'aveva vinta disputando l'ultima edizione della gara delle cuscinette, sua grande passione, svoltasi a Fasano. Dietro la bara, portata a spalle dagli amici più stretti, i familiari del ragazzo, papà Benedetto, mamma Anna, i tre fratelli. Il rito funebre è stato celebrato da don Carlo Latorre, amico della famiglia Vinci.
Al termine del rito, hanno preso la parola il padre del ragazzo e l'amico col quale Giuseppe era solito passare buona parte del suo tempo libero, Vito Speciale, che è stato anche l'ultimo a parlare la sera prima dell'incidente, dandosi poi appuntamento per il giorno dopo: purtroppo non si sono più visti. Al termine della Santa Messa, in chiesa è stata eseguita l'Ave Maria di Schubert.
Quando poi il feretro è stato portato sul sagrato della Chiesa, tanti palloncini bianchi sono stati fatti volare in cielo, mentre dall'autoradio di una Fiat 500, sulla quale hanno preso posto i genitori del ragazzo, è stata irradiata una canzone napoletana, quella preferita dalla giovane vittima. Sull'auto un telo bianco con la scritta: “Vola più in alto che puoi, amico mio. Tua Rosa”. Due ali di folla lo hanno scortato fino alla vicina piazza Ciaia, dove ad attenderlo c'era un altro gruppo di amici che lo hanno voluto salutare esponendo biciclette a cuscinetto, motori e auto da corsa, le grandi passioni del ragazzo che aveva il sogno di correre alla prossima Fasano-Selva. Anche qui uno striscione con la scritta: “Su qualunque strada, in qualunque cielo… We Pè noi non ci perderemo”.
Questo l'estremo saluto di una folla straziata dal dolore che mai avrebbe voluto dire addio al giovane “Peppe”, una vita nel fiore dei suoi anni, volata in cielo lontano, come quei palloncini che lo hanno accompagnato nell'ultimo viaggio, lontano dalla sua famiglia, dagli amici, dalla Città, dai quei sogni che sperava diventassero realtà. Intanto, però, i Carabinieri della compagnia di Fasano proseguono le indagini, cercando di identificare le auto che sono state monitorate da un video tratto da una telecamera installata lungo la strada.
Questo il testo della commossa omelia pronunciata da don Carlo Latorre.
«Carissimi fratelli, carissime sorelle, immaginate la difficoltà nel dire poche parole in un momento così delicato, così profondo che stiamo vivendo in questo momento. In questi giorni ho letto tante bellissime parole sul nostro fratello Beppe, ho ascoltato tanti aneddoti, tanti racconti che lo riguardano. In questo momento tutti questi racconti confluiscono nella parola di Dio che abbiamo ascoltato. Facciamo parlare questa parola che vuole illuminare questo grande buio che ci attanaglia l'anima.
Permettetemi di dire due parole prima di tutto a te Benedetto: ci siamo visti in questi giorni, abbiamo parlato, ho soprattutto ascoltato e mi ha toccato il cuore il tuo continuo chiederti perché. Io quest'oggi posso dirti solo una cosa: quel perché che abbiamo ascoltato nel Vangelo, detto da Gesù in Croce è il tuo perché. Sono tutti i nostri perché. A tanti perché, mi dispiace dirlo, non abbiamo una risposta. A tanti altri perché, invece, è diritto e dovere avere una risposta. Ecco perché ancora una volta faccio memoria delle bellissime parole di don Sandro che ha scritto ieri. Faccio appello al senso di responsabilità perché una risposta a quel perché è doverosa darla. Anna, tante volte in questi anni, abbiamo affidato a Maria la tua famiglia, in tanti modi, con tante preghiere.
Sabato mattina, quando ci siamo visti tu mi hai detto: adesso capisco cosa ha passato Maria quando ha visto morire suo figlio in croce. E poi hai aggiunto con un velo di amarezza: Lei però sapeva che dopo tre giorni sarebbe risorto. Sai Anna, tutta la nostra vita sta in quel passaggio tra il Venerdì Santo e la Domenica della Resurrezione. Tutta la nostra vita sta in quel grande silenzio che attanaglia la Chiesa in quei giorni, non c'è l'Eucarestia, non suonano le campane, è un silenzio che si fa preghiera.
È un dolore che si fa fede profonda in un amore più grande che supera il nostro dolore. Quello che voglio dire a te oggi è che questo spirito di Gesù in croce, quell'affidarsi al padre anche se lo sente lontano, è segno dell'amore di Dio per noi che vive il nostro dolore. Maria ti è vicina, ti accompagna, passo per passo. Gabriele, Cristian Pio e tutti voi, io vedo tanti di voi vestiti in bianco ed è bellissimo questo non solo perché era il colore preferito da Peppe, ma perché , permettetemi di dire, mi ricorda quello che è successo quella mattina della Resurrezione.
Quelle tre donne andavano al sepolcro di Gesù pensando di trovare il corpo del loro maestro. Avevano tanti dubbi nel cuore, avevano tante paure, non sapevano neanche come aprire quella tomba, perché quella pietra era pesante. Avevano gli occhi segnati dalle lacrime, come tutti noi quest'oggi. Eppure quelle donne hanno avuto il grande coraggio di alzare lo sguardo, di non fermarsi a pensare al loro dolore, ma di guardare avanti. E la cosa bella è che hanno trovato quella tomba spalancata. In quella tomba che doveva parlare di morte hanno trovato invece un angelo vestito di una veste bianca. Io vorrei che tutti noi fossimo quell'Angelo. Vi ricordate le parole di quell'Angelo: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo”. Lo voglio ripetere a voi: Peppe è vivo, è vivo nei vostri ricordi, è vivo nei vostri sogni. Tante cose ha insegnato a tutti noi la vita di Peppe. Il grande valore del lavoro, il grande valore della famiglia, il grande valore dell'amicizia. La bellezza di avere sogni, forse anche un po' irrealizzabili, ma coltivarli giorno dopo giorno.
Ed ora a tutti voi io chiedo di continuare a sognarli, di guardare avanti anche nel dolore, ma di avere il coraggio di fare sogni grandi, perché i sogni di Peppe possono continuare a vivere in voi, nella vostra vita, giorno dopo giorno, come lo faranno certamente nella vostra bellissima famiglia».
di Redazione
20/08/2018 alle 12:24:41
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