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    Cronaca

    Incidente Montalbano-Ostuni: l’auto una trappola mortale per le tre donne

    Tra i primi soccorritori l'autista del minibus. A provocare l'incendio una perdita dal serbatoio.
    RedazioneDa RedazioneFebbraio 22, 20134 minuti di lettura0 Visite
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    Incidente Montalbano-Ostuni: l'auto una trappola mortale per le tre donne - Osservatorio Fasano
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    FASANO – Prima lo schianto con una scuolabus. Poi il rogo, rende vani i soccorsi. Sono morte avvolte dalle fiamme le tre donne, rimaste incastrate tra le lamiere contorte e roventi della Fiat Panda su cui viaggiavano questa mattina alle ore 9.30. L’auto, uscita fuoristrada e precipitata in un terreno, s’è trasformata di colpo in una gigantesca palla di fuoco: Vittoria D'Errico (46 anni, di Speziale, addetta alle pulizie presso Resort Borgo Egnazia) sua madre Angela Nardelli (86 anni) e Anna Custodero (52 anni, di Montalbano, capo-governante presso il Grand Hotel Terme di Torre Canne) non ce l’hanno fatta a uscire vive da quell’inferno. Sotto shock ma illesi, invece, quattro bambini disabili, il conducente del minibus e l’assistente sociale che viaggiava al fianco degli scolari coinvolti nel terribile impatto. Questa la drammatica sintesi ed il bilancio pesantissimo dell’incidente stradale avvenuto questa mattina lungo la ex statale 16, tra Montalbano e Ostuni, nei pressi della strada comunale che porta al contrada "Spagnulo".

    L'auto, subito dopo l'impatto con il pulmino si è ribaltata, finendo oltre il muretto a secco che delimitava la carreggiata. Terrificante la scena, sconvolgenti le testimonianze dell’autista del minibus e dei primi automobilisti di passaggio, impotenti di fronte alla furia del destino: di fronte alle fiamme che rapidamente si levavano dall’utilitaria, hanno infatti provato invano a forzare sportelli e finestrini, tentando in ogni modo di rispondere all’accorata richiesta di aiuto delle tre poverette, immobilizzate nell’incandescente groviglio. Persino la cintura di sicurezza, da ancora di salvezza s’è trasformata in trappola mortale.

    Il conducente dello scuolabus, Giuseppe Pedote (quarantenne di Castellana Grotte), nell’estremo tentativo di sottrarre alle fiamme le tre donne, si è procurato anche ferite da ustioni a una mano. Poi, quando il fuoco ha preso il sopravvento, anche lui ha dovuto attendere inerme l’arrivo dei soccorsi. Quando sul posto sono accorsi i vigili del fuoco del distaccamento di Ostuni, hanno potuto soltanto domare il violento incendio e mettere in sicurezza la zona, agevolando di seguito i rilievi tecnici e scientifici da parte della polizia municipale e degli agenti del Commissariato di pubblica sicurezza della Città bianca.

    Dalle tracce di frenata, ai test clinici: tanti gli elementi che per prassi saranno oggetto di opportuni approfondimenti. Compresa una verifica non trascurabile nella circostanza, ossia se lo scuolabus fosse dotato di un estintore.

    La dinamica è tutta da ricostruire. Stando alle testimonianze raccolte dai vigili urbani, sembrerebbe che l’auto con a bordo le tre donne provenisse dalla stradina laterale e avesse imboccato la provinciale, per immettersi lungo la corsia per Ostuni. Per cause ancora in corso di accertamento da parte degli agenti del Comando di polizia municipale, l’utilitaria sarebbe entrata in contatto con il pulmino, proveniente da Montalbano: una collisione che le avrebbe fatto perdere del tutto aderenza con l’asfalto, tanto da farla sbattere dapprima contro un muretto a secco e quindi cappottare in un terreno adiacente.

    I primi testimoni hanno subito compreso il pericolo scorgendo le fiamme levarsi dal serbatoio dell’auto. Così un paio di minuti sono stati sufficienti a trasformare l’abitacolo in un’apocalisse.

    Tra la rabbia e lo sconforto era fondamentale anche proteggere i bambini, rimasti a bordo del minibus. Sino all’arrivo di un mezzo sostitutivo sono stati affidati alle cure dei medici del Servizio 118 per poi essere accompagnati presso il Centro "La Nostra Famiglia" dove erano diretti, provenienti da Locorotondo.

    A pochi metri dalle lamiere ancora roventi lo strazio dei parenti. Immagini raccapriccianti. Lacrime, disperazione e incredulità sui volti di amici e parenti che giungenvano alla spicciolata man mano che la notizia si diffondeva in paese.

    Sul posto, insieme al comandante dei vigili urbani di Ostuni, Francesco Lutrino, si è recato anche il sostituto procuratore Giuseppe De Nozza, pubblico ministero di turno, chiamato a coordinare le indagini e che, a margine degli accertamenti, ha disposto, insieme al sequestro dei mezzi, il trasferimento delle salme presso la Camera mortuaria del cimitero ostunese.

    Galleria di immagini:

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