RASSEGNA TEATRALE
Risate al Teatro Kennedy: 'Biancaneve' diventa una comica fiaba in barese
Lo spettacolo di Dante Marmone, Tiziana Schiavarelli e Mimmo Pesole, è andato in scena ieri sera (giovedì 4 dicembre) per la rassegna 'Psiche e manie'
Foto Michela Di Leo
FASANO – Nell'immaginario comune, Biancaneve è la casta fanciulla dalla pelle candida e dall'espressione dolce: non parla, ma canta mentre fa le faccende domestiche, e affronta la vita con positività fino alla felice conclusione della sua storia. Nell'adattamento della compagnia “Anonima G.R.”, invece, la timida ragazza diventa una donna prosperosa, smaliziata, caratterizzata dalla verve tipica del dialetto barese: la fiaba popolare, rivisitata in chiave comica, è andata in scena ieri sera (giovedì 4 dicembre), al Teatro Kennedy, per il primo appuntamento della rassegna “Psiche e manie”, organizzata dal Gruppo di Attività Teatrali “Peppino Mancini” con il patrocinio del Comune di Fasano.
Protagonista della trama è, come detto, Biancaneve, interpretata con enfasi da Tiziana Schiavarelli: senza il lungo vestito ma con abiti rock che concedono un'ampia scollatura, sa di essere desiderabile e molto ambita nel regno metropolitano. Ad interferire nella sua vicenda, però, vi è la matrigna, una signora magrissima «con le gambe a stecchino» che vuole liberarsi presto della fanciulla: ad incarnare il personaggio l'eccezionale Dante Marmone, anche regista della pièce, ed incredibilmente divertente nella sua recitazione. Immancabile, nel quadretto, lo specchio parlante (Mimmo Pesole), e in quest'occasione presente anche in carne ed ossa, perché in realtà si tratta di un operaio pagato profumatamente per ripetere, durante tutto il giorno, «chi è la più bella del reame».
Arriva così il giorno della condanna di Biancaneve che, portata nel bosco dal cacciatore (Mimmo Pesole) con la scusa di una tresca, viene salvata dalla morte solo perché incanta l'uomo con la sua voce melodiosa (che intona la sigla di “Porta a porta”). La protagonista, nella sua fuga, incontra due nani (Dante Marmone e Mimmo Pesole), gli unici sopravvissuti alle calamità ambientali e alti perché «geneticamente modificati»: l'irruenta coppia, che appare come il gatto e la volpe, decide di ospitare la ragazza in cambio di qualche favore amoroso.
La matrigna, quando scopre nello specchio che Biancaneve è ancora viva, si trasforma in una strega per ucciderla personalmente: ma in un tempo in cui «le mele costano troppo», l'unico modo per stecchirla è il potere del proprio alito. Nello stesso momento sopraggiunge il principe azzurro, che in realtà è il cantante biondo dei “Cugini di campagna” e, dopo un solo sguardo, l'affascinante uomo sceglie di baciare… la cattiva. Un lieto fine esilarante, incredibile, geniale, in cui anche le persone “brutte” sono degne di un amore da favola.
I tre attori, nei loro giochi di ruolo e nei continui botta e risposta salaci e prevalentemente dialettali, hanno divertito il numeroso pubblico, dando un'atmosfera surreale e tutta pugliese al celebre racconto. Un esperimento riuscito, in fatto di risate, soprattutto per i dialoghi esasperati (ma reali) e per le espressioni uniche della parlata di Bari.
Il prossimo spettacolo della kermesse “Psiche e manie” è la commedia “Il diavolo con le sue zinne” della compagnia “Il Carretto”, in scena sabato 17 gennaio al Teatro Sociale.
di Antonella Argento
05/12/2014 alle 06:11:02
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