SPETTACOLO DI CLASSE
Mimmo de' Tullio sorprende ancora con 'La buona novella' al Teatro Kennedy di Fasano
L'opera di Fabrizio De Andrè è stata nuovamente rivisitata e riarrangiata dal cantante-interprete accompagnato da musicisti di altissimo livello
FASANO - Sono anni ormai che Mimmo de' Tullio, cantautore ed interprete, romano di nascita, bolognese prima e martinese poi di adozione, porta in giro per l'Italia il concept "La buona novella" di Fabrizio De Anfrè. Ma ogni volta, in ogni data, riesce ad offrire nuovi arrangiamenti, spunti musicali e culturali tutti nuovi tali da far sembrare lo spettacolo una "prima assoluta". E l'incanto si è ripetuto ieri sera (mercoledì 14 dicembre), al Teatro Kennedy di Fasano. Purtroppo per pochi intimi bisogna sottolineare e per l'ennesima volta gli assenti hanno avuto torto. Come più volte ha tenuto a sottolineare de' Tullio "il tema dell'opera, il suo singolare svolgersi mettendo l'accento sulla figura di Maria, fanno si che la 'Buona Novella si possa considerare un omaggio sincero al ruolo della donna nella storia e nella vita di tutti i giorni". Ed è così infatti. Il periodo natalizio, poi, offre allo straordinario cantante, probabilmente il più bravo degli interpreti dei brani del cantautore genovese in Italia, la possibilità di offrire al pubblico anche un'altra visione della natività.
Nell'allestimento al Kennedy de' Tullio si è fatto accompagnare da bravissimi musicisti quali Donato Fumarola alle tastiere, Sabrina Loperfido al violoncello, Alessio Santoro alle percussioni e Antonio Galantino alle chitarre. La prima parte vede protagonista una Maria bambina. Ed ecco, in serie, Laudate Dominum, L'infanzia di Maria, Il ritorno di Giuseppe, Il sogno di Maria ed Ave Maria, brani intervallati da letture, con una narrazione che ben si intrinseca nello schema musicale. La seconda parte si è aperta con Maria nella bottega del falegname per poi proseguire con Via della Croce, Tre madri, Il testamento di Tito e Laudate Hominem. Dicevamo degli arrangiamenti nuovi. Si nota uno studio particolareggiato di de' Tullio per l'opera. Nulla è fuori posto e ogni strumentista fa la sua parte integrandosi in una concezione musicale che sarebbe piaciuta decisamente al grandissimo Faber.
Ma non è finita. Perché Mimmo decide di regalare anche una terza parte ai suoi fedeli e attenti spettatori. Invita a salire sul palco il mandolinista fasanese Santino Mandolla e via con altri brani, che non si discostano molto da quelli de "La buona novella". Parlano soprattutto di pace ed ecco in serie Si chiamava Gesù, Il suonatore Jones, La ballata dell'eroe e Disamistade. C'è spazio anche per la poesia La preghiera di Maqroll il gabbiere di Alvaro Mutis (poeta tanto caro a De Andrè) prima del finale con Khorakhané, Il pescatore (unica disgressione tra i brani più famosi di Faber ma con un arrangiamento tutto personalizzato) e la conclusiva A cimma in perfetto genovese non prima, però, di aver letto un brano tratto dal capitolo VIII de "La Repubblica" di Platone, parole scritte nel 370 a. C. ma di un'attualità estrema. Una serata per palati fini insomma, per chi ama la musica e i messaggi che riesce a regalare.
di Alfonso Spagnulo
15/12/2016 alle 04:45:17
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