INIZIATIVA LETTERARIA
Otranto 1480: le trame storiche di Vito Bianchi raccontate a Fasano
Il Presidio del Libro ha organizzato la presentazione dell'ultimo pregevole lavoro dell'archeologo fasanese
FASANO – In una sala di rappresentanza gremita di appassionati di storia e non solo, ieri pomeriggio (domenica 18 dicembre) Vito Bianchi, archeologo, scrittore e docente all'Università di Bari, ha presentato il suo ultimo libro, Otranto 1480. Il sultano, la strage, la conquista, edito da Laterza e pubblicato a maggio scorso, ma i cui diritti sono stati recentemente acquistati da Mondadori per una speciale edizione natalizia. Dopo un tour lungo la Puglia per far conoscere il prezioso saggio e le nuove verità in esso contenute, il Presidio del Libro, in collaborazione con le locali associazioni “Pro Selva” e “Inner Wheel”, ha portato lo studioso fasanese a dialogare con la città per illustrare intrecci storici risalenti al quindicesimo secolo eppure di profonda attualità.
Nell'incontro, moderato da Annamaria Toma e con interventi del senatore Nicola Latorre, sono emerse le oscure trame dei signori di quel tempo in cui la fede era uno strumento di potere nelle mani dei più astuti: è il 1480 e in una calda giornata d'estate un esercito ottomano sbarca a Otranto e pone sotto assedio la città. In questo scenario di lotta politico-religiosa, il 14 agosto 800 otrantini vengono decapitati dai turchi, forse perché si erano rifiutati di rinnegare la religione cristiana, ma soprattutto per un massacro deciso a tavolino e che coinvolse persone «inservibili», ha chiarito Vito Bianchi, cioè anziani e malati, risparmiando le belle donne oppure i giovani schiavi utili per i lavori più pesanti.
La ricostruzione storica mette in dubbio che si tratti di martiri della fede, sebbene essi siano stati canonizzati nel 2013 e le cui ossa siano custodite nella cattedrale di Otranto. Nonostante la città stentasse ad arrendersi agli invasori, quello del 1480 fu un duro colpo affondato alla cristianità: la distanza tra islam e cattolicesimo finì per acuirsi inasprendo quel divario tra Oriente e Occidente esistente ancora oggi. In quel periodo «si giocava il Mediterraneo», ha spiegato il senatore Nicola Latorre, «e questo aspetto mi riporta all'attualità, perché io personalmente non vedo ancora una stabilizzazione dei rapporti tra le due parti, ma anzi emerge anche oggi l'utilizzo strumentale della fede».
È proprio per questo che il libro, di piacevole lettura per il suo carattere romanzato, vuole accendere i riflettori su una vicenda da cui ha origine la storia moderna, dimostrando quanto si può imparare dal passato dopo un'attenta rilettura tra le righe.
di Antonella Argento
19/12/2016 alle 04:00:29
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