INIZIATIVA LETTERARIA
Paolo Rumiz racconta a Fasano la straordinaria via Appia
Dopo aver percorso a piedi il cammino da Roma a Brindisi, il giornalista ha scritto il libro 'Appia' edito da Feltrinelli
FASANO – Un milione di passi da Roma a Brindisi per ripercorrere i sentieri della Storia dimenticata, per riscoprire le meraviglie della più grande via europea, la Appia, e restituire meritato valore a un affascinante viaggio nelle radici dell'Italia. A compiere il percorso, della durata di 29 giorni, è stato lo scrittore e giornalista triestino Paolo Rumiz che, con tre compagni di avventura, ha scelto di camminare lungo questa via per coglierne l'incantevole bellezza, ma anche per annotarne deturpazioni ed evidenti criticità. L'essenza del viaggio è poi confluita nel libro Appia (edito da Feltrinelli nel 2016). Quella di Rumiz, tuttavia, non si pone come mera “passione letteraria”, quanto piuttosto come sfida civile, culturale e anche politica per far sì che si sviluppi una corretta valorizzazione dei luoghi e del passato. Perché la via Appia non ha nulla da invidiare al più rinomato cammino di Santiago di Compostela che vede passare ogni anno circa 400mila viandanti. Anzi, «quello della Appia è l'unico grande cammino europeo fattibile nei due sensi di marcia che non si esaurisce in sé, ma che contiene di fatto il fascino di un nuovo imbarco»: lo ha ribadito lo stesso autore nella serata di ieri (venerdì 3 febbraio), invitato a Fasano per un evento promosso nella Sala di Rappresentanza dalle locali sezioni associative “Società di storia patria per la Puglia”, “Presidi del libro” e “Rotary”, con il patrocinio del Comune. Dopo i saluti iniziali delle locali associazioni organizzatrici, Valentina Santoro (architetta e ricercatrice in Storia e Restauro dell'Architettura antica) ha dialogato con Paolo Rumiz, che ha calamitato l'attenzione dei presenti ripercorrendo egregiamente l'esperienza vissuta.
Il desiderio di intraprendere un cammino a piedi lungo una via dimenticata, in tempi lontani baricentro del Mediterraneo e crocevia di figure illustri, ha vinto sulle voci dei tanti che sconsigliavano di mettersi in marcia per zone considerate pericolose (come la "terra dei fuochi", ndr) e così, zaino in spalla, la squadra è partita alla volta di sentieri unici, spesso disseminati di ostacoli fatti di cemento e di abusivismo edilizio. «La via Appia è una linea, ovvero l'esatto contrario di un luogo, dei muri che stanno emergendo in Europa - ha ribadito Rumiz -». Aiutati da alcuni archeologi, i quattro viaggiatori hanno attraversato quella che i romani chiamavano regina viarum, si sono fermati a conversare con le persone e, chilometro dopo chilometro, hanno assaporato il mutare del paesaggio, dei profumi, delle lingue, arricchendosi dell'incontro con gli eventi della Storia, con personaggi memorabili come Orazio, Federico II e Antonio Cederna e, infine, con altri camminatori, tra cui Vinicio Capossela.
Il libro Appia, dunque, è un avvincente reportage, una guida accurata per chi volesse seguire le orme degli avventori – grazie alle mappe disegnate da Riccardo Carnovalini –, e poi ancora uno strumento di difesa della tutela del territorio, della sostenibilità ambientale, della valorizzazione di una via centrale che è eredità del nostro passato da tramandare ai posteri. Sono nati in seguito anche un film (Il cammino dell'Appia Antica del regista Alessandro Scillitani), tanti articoli giornalistici, una mostra al Parco della Musica di Roma dal titolo “L'Appia ritrovata, in cammino da Roma a Brindisi” (che in futuro sarà allestita anche a Brindisi e Taranto, come annunciato dallo stesso Rumiz): insomma, tanti simboli di un impegno che non si esaurirà certamente con l'iniziativa editoriale.
di Angelica Sicilia
04/02/2017 alle 01:50:17
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