APPUNTAMENTI CULTURALI
Al Teatro Sociale la prima dell'opera 'Chiacchiere Barokke'
A rappresentare lo spettacolo, su musiche del M° Silvestro Sabatelli, è stata l'associazione 'Apluvia'

FASANO – Nella serata di ieri (sabato 1° aprile), al Teatro Sociale, è stata portata in scena la prima di Chiacchiere Barokke, un'opera presentata dall'associazione culturale “Apluvia”. L'iniziativa rientrava nel progetto, approvato dal Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri, “Giovane bene collettivo - spazio per la creatività giovanile”, di cui l'associazione “Le Nove Muse” è capofila e “Apluvia” è partner della rete. Lo spettacolo, su testo del prof. Piero D'Errico, musiche e arrangiamenti del M° Silvestro Sabatelli, ha visto come protagonisti Renza De Cesare, voce recitante nonché regista, e il quartetto di fiati composto da Francesco Notarangelo (clarinetto piccolo in mib), Lucrezia Orlando (clarinetto in sib), Mariella Donnaloia (sax contralto) e Vincenzo Topputi (clarinetto basso).
Ad introdurre la rappresentazione è stato lo stesso prof. D'Errico, che ha spiegato l'origine del progetto: «Questo testo è stato scritto come risposta ad una richiesta folle, quella di Silvestro Sabatelli che due anni fa mi chiese di scrivere un libretto su commissione, per poter esaltare la musica Barocca. Ho studiato in questi anni l'epoca, la Venezia di quel tempo, Antonio Vivaldi. In realtà, il progetto iniziale era più ambizioso – ha proseguito –: volevamo creare un musical con musica e canzoni e chissà che non si realizzi! Quello di stasera è un primo assemblaggio di musica e parole. Sono contento di vederle rappresentate su un palcoscenico. Il tentativo era parlare di musica Barocca e far capire che ci sono molte cose della nostra contemporaneità che sono state già affrontate nel '700».
Nel monologo, una ragazza si ritrova a casa del nonno, dove scova un libro molto interessante: in esso si ripercorre l'epoca Barocca, lo stile di vita che la contraddistingueva, e poi l'amore per la bellezza, lo stupore come imperativo, la passione e l'esaltazione dei piaceri in una Venezia fastosa e festosa, la musica del “prete rosso” Vivaldi e la sua originalità. Accanto a tutto questo, trovano spazio riferimenti al mito di Orfeo ed Euridice, alla serva padrona, persino a Nietzsche. Pagina dopo pagina la protagonista scopre che i conflitti con sua madre, con il suo ex, con una strada ancora tutta da costruire, in realtà trovano radici nel Barocco, a cavallo tra 1600 e 1700. Le esecuzioni dei fiati accompagnano i suoi pensieri e, alla fine, il messaggio generale sembra essere un invito alla felicità, che trascende il tempo per diventare un obiettivo universale.
di Angelica Sicilia
02/04/2017 alle 01:03:24
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