CULTURA & SPETTACOLO
IL RAGAZZO CHE AMAVA I LIBRI: Fasano abbraccia il ricordo di Nunzio Schena in una serata magica
Il Teatro Kennedy si trasforma in un tempio della memoria, tra lacrime, applausi e il calore di una famiglia allargata

FASANO – C'era un'energia palpabile, quasi elettrica, nell'aria del Teatro Kennedy sabato sera (31 maggio). Un'attesa che si è trasformata in pura emozione, un tributo sentito e commosso a Nunzio Schena, l'editore che ha fatto dei libri il suo mondo e della cultura il suo credo. Fasano ha risposto con un abbraccio caloroso e unanime, riempiendo il teatro per "NUNZIO SCHENA. IL RAGAZZO CHE AMAVA I LIBRI", lo spettacolo che ha celebrato il centenario della nascita di una delle figure più illustri della città.
L'atmosfera, già vibrante, è stata resa ancora più toccante dalla presenza non solo della famiglia Schena, ma anche di moltissimi ex dipendenti della "GrafiSchena". Erano lì, con gli occhi lucidi e i ricordi di una vita lavorativa condivisa, a caricare la serata di un'emozione profonda e autentica. Ogni angolo del teatro sembrava risuonare delle loro memorie, delle storie che hanno contribuito a costruire l'eredità di Nunzio Schena.
Già dal foyer, l'atmosfera era speciale. La mostra fotografica dedicata a Schena ha catturato l'attenzione del pubblico, un viaggio per immagini nella vita e nelle passioni di un uomo che ha lasciato un'impronta indelebile. Volti, sorrisi e momenti di una storia editoriale che ha segnato un'epoca, raccontati attraverso scatti che profumavano di carta e inchiostro. Un preludio perfetto all'immersione che attendeva gli spettatori.
Quando il sipario si è alzato, la magia ha preso il sopravvento. La sapiente penna di Onofrio Pagone e la regia e narrazione teatrale di Christian Di Domenico hanno dato vita a un racconto avvincente e toccante, capace di dipingere un ritratto vivido e commovente di Nunzio Schena. Ogni parola, ogni gesto scenico ha scavato nel profondo, svelando la passione indomita di un uomo che ha dedicato la sua esistenza ai libri, alla diffusione del sapere, alla valorizzazione della cultura locale e nazionale. Il pubblico è stato condotto per mano in un viaggio emozionale, riscoprendo il legame viscerale di Schena con il suo territorio e il mondo della cultura, un legame che trascendeva la semplice professione per diventare una vera e propria missione.
Attraverso la potente narrazione scenica, è emerso il ritratto di un bambino del “Sacro Cuore”, un allievo di Don Sante Perna, la cui caparbietà indomita gli ha permesso di superare ogni ostacolo. Sempre a testa alta, con quei pilastri inamovibili nel cuore: l'amore per la Famiglia, la lealtà per la vera Amicizia e una dedizione sconfinata al Lavoro.
E poi, l'apice. Al termine dello spettacolo, il Teatro Kennedy è esploso in un boato. Non un semplice applauso, ma una standing ovation corale, sentita, ininterrotta. Ogni singola persona si è alzata in piedi, un gesto spontaneo che ha tradotto in un'unica onda di emozione la gratitudine e il rispetto per ciò che era stato visto e per la memoria di chi era stato celebrato. Era un applauso allo spettacolo, alla sua bellezza e profondità, ma era soprattutto un commosso omaggio a Nunzio Schena, a un secolo di cultura che ha segnato Fasano e oltre.
Una serata che ha dimostrato come la cultura, quando è autentica e ben raccontata, sia capace di toccare le corde più profonde dell'anima, unendo una comunità nel ricordo e nella celebrazione di chi ha saputo lasciare un'eredità preziosa. Il "ragazzo che amava i libri" ha continuato, anche ieri sera, a far innamorare Fasano della cultura.
di Redazione
02/06/2025 alle 07:45:33
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