CULTURA & SPETTACOLO
Egnazia incantata con “Orizzonti Meridiani”: un viaggio tra poesia e musica al Parco Archeologico
Il terzo appuntamento del Festival “L’Antico Richiamo” emoziona il pubblico, in attesa della serata conclusiva con Mariangela Gualtieri
Fasano – Il Parco Archeologico di Egnazia si è trasformato ieri sera, sabato 28 giugno, in un palcoscenico a cielo aperto per il terzo appuntamento del festival di poesia e musica “L'Antico richiamo”. Organizzato dall'associazione Fasanomusica con il patrocinio del Comune di Fasano e della Regione Puglia, la serata ha regalato al pubblico un mix indimenticabile di emozioni, profonde riflessioni e persino qualche risata inaspettata.
Protagonisti assoluti della serata sono stati il cantautore e poeta Canio Loguercio, vincitore del Premio Tenco nel 2017, e la talentuosa violoncellista Giovanna Famulari. Hanno presentato in prima assoluta “Orizzonti Meridiani. Studio per il racconto di uno smarrimento fra la ferrovia appulo-lucana e una canzone d'amore”, un'opera che ha trasportato gli spettatori in un viaggio affascinante tra il reale e il surreale. La suggestiva cornice del Parco Archeologico, con i suoi ulivi secolari e i muretti a secco illuminati dal tramonto, ha reso l'esperienza ancora più intensa e coinvolgente. Loguercio e Famulari hanno saputo creare un'atmosfera unica, dove la parola e la musica si sono fuse in un'armonia perfetta, toccando le corde più profonde dell'animo umano.
Il festival “L'Antico richiamo” si prepara ora alla sua serata conclusiva, che si terrà proprio stasera, domenica 29 giugno, sempre nella magia del Parco Archeologico di Egnazia. A chiudere questa edizione saranno due straordinarie artiste: la rinomata poetessa Mariangela Gualtieri e la musicista Lemmo, insieme nello spettacolo “Ruvido umano”.
“Ruvido umano” è un vero e proprio manifesto poetico, un “noi” ampio che abbraccia tutti i viventi: “quelli che hanno occhi, quelli che hanno ali, quelli con le radici e con le foglie, quelli dentro i mari”. I versi sono tratti dall'omonimo libro einaudiano della Gualtieri e dalle sue prime scritture per il teatro. Per la prima volta, Mariangela Gualtieri si avventura nell'intreccio tra versi e musica elettronica, frutto di un accurato lavoro con Lemmo e il suo distintivo universo sonoro.
La musica di Lemmo impasta rumori, suoni e melodie in una scrittura ben connotata, dove la "strana parola" della poesia trova il suo nido, la sua rampa di lancio, il suo precipizio, la sua pista da ballo, ma anche il suo più profondo silenzio. La regia è curata da Cesare Ronconi.
Non mancate a questa imperdibile serata finale che promette di essere un'esperienza artistica di grande impatto e riflessione!
di Redazione
29/06/2025 alle 09:15:50
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