INCONTRO CULTURALE
I liceali scoprono la geofisica applicata all'archeologia
Il professor Marcello Ciminale ha tenuto, nell'auditorium liceale, una conferenza nell'ambito del progetto “Egnazia 2012”
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FASANO – Un progetto pluriennale che si pone l'obiettivo di far capire alle giovani generazioni l'importanza dell'archeologia e della storia. Questo è “Egnazia 2012”, progetto, appunto, volto a celebrare il centenario degli scavi egnatini e che vede in sinergia la Sopritendenza ai Beni archeologici della Puglia (nella fattispecie il Museo di Egnazia), l'Università di Bari e il liceo “L. da Vinci” di Fasano. Il progetto, iniziato nel dicembre 2012, coordinato da Miranda Carrieri per la Soprintendenza e dalla professoressa Giorgia Lepore per il liceo (quest'ultima affiancata dai colleghi Eugenia Baccaro e Angelo Deleonardis) si articola in tre fasi. Una prima di formazione teorica sulle metodologie della ricerca archeologica e sulla legislazione dei beni culturali; una seconda sulle tecnologie applicate alla ricerca archeologica, sia nell'indagine sul campo, sia nella fase di documentazione; infine una terza fase di raccolta da parte degli studenti di documenti grafici, fotografici, orali, su Egnazia e sulle zone limitrofe nel corso di questi cento anni di ricerche archeologiche. Tali materiali confluiranno poi in una mostra che avrà come obiettivo quello di mettere a fuoco il rapporto tra il tessuto sociale e culturale del nostro territorio con il contesto archeologico di Egnazia. Al progetto partecipano le cinque classi del liceo classico e la terza liceo di Scienze applicate.
Questa mattina (mercoledì 10 aprile), nell'ambito di questa iniziativa, si è tenuto un incontro, nell'auditorium del “Da Vinci” sul tema “Geofisica e Archeologia: il caso di Egnazia”. A relazionare è stato chiamato il professor Marcello Ciminale del Dipartimento di Scienze della terra e geoambientali dell'Università di Bari. Ciminale ha presentato i risultati delle indagini condotte con l'uso del magnetometro in aree inesplorate della città romana, ove è stato possibile individuare resti di abitazioni, strade, edifici monumentali, perfettamente delineati nonostante siano ancora celati dalla coltre di terra. La ricerca è stata avviata nel 2008 nell'ambito del Bando Regionale “Principi Attivi” dall'associazione culturale Onda (Online Non Destructive Archaeology), con il supporto tecnico e scientifico dell'Università di Bari. La finalità era quella di costruire un database accessibile agli studiosi, utile anche per la pianificazione territoriale. L'incontro con gli studenti fasanesi non si è posto solo come un momento didattico nell'ambito del progetto ma anche di ricerca costituendo un esempio della sinergia tra le due funzioni e tra scuole superiori e dipartimenti universitari. L'obiettivo, per relatore e docenti, era quello di far sviluppare ai ragazzi competenze specifiche, sollecitare la conoscenza del territorio, rinforzare il legame e il senso di appartenenza ad una comunità e alla sua storia.
«Egnazia è il luogo simbolo della nostra storia – spiega la dirigente Stella Carparelli -. È il sito che conserva il patrimonio culturale più importante. Siamo convinti che la scuola debba sollecitare ai ragazzi la conoscenza di questo patrimonio e la legislazione che lo tutela. Il senso di appartenenza di un cittadino vada rinforzato proprio attraverso la conoscenza della sua storia. Come scuola abbiamo aderito con piacere a questo progetto su Egnazia. Ai ragazzi del liceo classico abbiamo affidato il compito della ricerca storica e archeologica mentre gli studenti del nuovo liceo di Scienze applicate si sono occupati prevalentemente degli strumenti che discipline come la fisica o la chimica forniscono per lo studio del patrimonio culturale». La dirigente Carparelli assicura che i liceali, nonostante la giovane età, si sono appassionati alla materia. «Il rischio che i ragazzi possano essere distanti da queste discipline c'è – continua -. Proprio per questo abbiamo aderito a questo progetto che non è prettamente teorico ma che ha una curvatura fortemente pragmatica. Il professor Ciminale ha dimostrato come proprio attraverso internet è possibile una fotografia particolarmente minuziosa e scientifica del nostro paesaggio. Senza tecnologia non sarebbe stato possibile. Oppure il mettere la musica insieme alla fisica e all'archeologia. Lo scorso anno gli studenti hanno visitato alcuni insediamenti rupestri, in particolare alcune chiese, e hanno studiato l'effetto sonoro all'interno abbinandole alla ragione per cui, nel Medioevo, nascevano alcuni tipi di cori o canti»
di Redazione
10/04/2013 alle 12:00:31
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