LIBRO SCOTTANTE
Anche Fasano e la sua storia malavitosa nel volume di Nisio Palmieri
Lo scrittore ha presentato il suo ultimo libro che narra le vicende legate alla criminalità organizzata pugliese dagli anni Settanta agli anni Novanta
FASANO – Un certosino lavoro di ricostruzione della criminalità organizzata pugliese dagli anni '70 a metà anni '90. Questo è quanto ha fatto, con un'attenta e preziosa ricerca delle notizie, Nisio Palmieri, autore di “Criminali di Puglia – 1973-1994: dalla criminalità negata a quella organizzata”, il libro presentato ieri sera (sabato 25 maggio) nel Chiostro dei Minori osservanti a Fasano. Lo scrittore era accompagnato da Alessandro Cobianchi, referente regionale dell'associazione Libera. L'incontro è stato aperto dalla referente di Libera a Fasano Angela Belfiore. Non è un caso che il volume sia stato proposto nella nostra città. Infatti nel libro vi è un intero capitolo dedicato al “pianeta Fasano”. Vi sono ricostruite vicende riguardanti i maggiori esponenti del contrabbando locale che mai, secondo Palmieri, avrebbero voluto trasformarsi in trafficanti di droga. Nomi “storici” del mondo legato alle bionde come la famiglia Sabatelli o Giuseppe D'Onofrio.
«Vi sembrerà strano – ha esordito Palmieri – ma proprio grazie a Fasano ho scritto questo libro. Non mi convinceva il fatto che si parlasse di malavita organizzata in Puglia solo a partire dagli anni '80 quando, invece, pare esistesse una raffineria di droga, negli anni '70, proprio a Fasano. Per non parlare nello stesso tempo dei primi sequestri di persona. A Fasano, all'epoca, la differenza stava nel fatto che non si sparava come nel resto della provincia. Addirittura molti scafisti si rifiutarono di trasportare droga e di trasformare la loro attività». Il volume è diviso a seconda della presenza criminale nei diversi territori della regione. Dicevamo di un lavoro certosino effettuato per ricostruire fatti che hanno segnato la storia criminale della nostra regione. Ritagli di stampa ma anche verbali di processi sono state le fonti necessarie a che venisse fuori lo spaccato di una Puglia che ha pagato dazio al pari di altre regioni del Sud dove la criminalità organizzata è radicata.
Il testo, poi, è impreziosito dalla prefazione di don Luigi Ciotti. « Ciò che mi preme sottolineare – scrive don Ciotti - è come l'analisi della trentennale attività criminale proceda di pari passo con la denuncia delle sottovalutazioni, dei ritardi e non di rado delle collusioni in ambito politico, economico, amministrativo (il che non impedisce all'autore di riconoscere i meriti e l'impegno, ad esempio quelli di tanti magistrati ed esponenti delle forze di polizia). E' una denuncia che riguarda non solo la Puglia, ma l'intero Paese. Le mafie sono rese forti dal deficit di quella corresponsabilità che rappresenta la spina dorsale di una democrazia. Fa piacere che dalla Puglia, proprio in questi ultimi anni, arrivino numerosi e forti segnali in controtendenza, segnali di una maggiore consapevolezza dell'impegno che ci compete in quanto cittadini.
di Redazione
26/05/2013 alle 00:07:37
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