FESTA STORICA
Fasano centro di alta cultura con la riapertura del Museo di Egnazia
Totalmente rinnovata la struttura è stata intitolata a Giuseppe Andreassi, storico direttore dello stesso museo egnatino e Soprintendente regionale ai Beni culturali
FASANO – Una nuova veste, un nuovo percorso espositivo che rilancia l'importanza della struttura. E' stato riaperto quest'oggi (giovedì 25 luglio), al termine di mesi di lavori, il Museo Nazionale Archeologico di Egnazia, uno dei gioielli, insieme agli annessi scavi, della cultura italiana. Una giornata particolare quella vissuta nel piazzale antistante lo stesso museo. Tanta gente è intervenuta per l'occasione e tra questi molti giovani a dispetto di chi pensa che la cultura abbia perso proseliti nelle nuove generazioni. Prima della visita al museo, però, c'è stato il saluto delle autorità presenti: il vicepresidente della Regione Puglia Angela Barbanente, il Soprintendente per i beni archeologici della Puglia Luigi La Rocca, il Magnifico Rettore dell'Università di Bari Antonio Uricchio, il sindaco di Fasano Lello Di Bari e la direttrice del museo Angela Cinquepalmi. Tutti hanno voluto ricordare Giuseppe Andreassi, lo storico direttore del museo e dell'area archeologica dal 1976 al 1985 e Soprintendente per i beni archeologici della Puglia dal 1990 al 2009, a cui il museo stesso è stato intitolato. E' intervenuto anche Mario Andreassi, uno dei figli dell'indimenticabile studioso. La stessa Cinquepalmi, con gli altri progettisti Assunta Cocchiaro, Armanda Zingariello, Giovanni Vinci e Raffaella Cassano, ha presentato il nuovo percorso espositivo che inizia con la storia delle attività di ricerca archeologica e di valorizzazione a Egnazia, di cui lo scorso anno si è celebrato il centenario, e ripercorre i trenta secoli di storia dell'importante insediamento dell'età del bronzo e messapico, città romana e sede vescovile in età tardoantica, attraverso un'eccezionale numero di reperti esposti e l'apparato illustrativo di particolare suggestione. Il nuovo museo è costituito da undici luminosi padiglioni suddivisi in tre sezioni: la prima “Documenti dell'età del bronzo” sugli insediamenti sviluppatesi nell'età del bronzo lungo il litorale adriatico della Puglia, molti dei quali ebbero contatti commerciali con il mondo greco; la seconda su Egnazia e la sua storia dove è possibile ammirare la testa marmorea del dio Attis (per l'apertura del museo era presente anche Anna Maria Chieco Bianchi Martini, l'archeologa che negli anni '60, durante alcuni scavi, portò alla luce proprio questo reperto); infine la terza “Archeologia globale”, realizzata in collaborazione con l'Università di Bari, che sottolinea il rapporto tra l'archeologia ed altre discipline scientifiche.
«E' da ottobre che abbiamo lavorato in modo condensato per produrre un risultato ottimale – afferma la direttrice Cinquepalmi -. E' stato un lavoro di equipe e vorrei ringraziare tutti per questa esperienza impegnativa ma molto bella. Nel museo ci sono diverse novità da visitare, alcune provenienti anche da altre realtà». «Questa è una giornata importante e molto emozionante per noi – sottolinea il Soprintendente La Rocca -. Restituiamo al pubblico un allestimento completamente rinnovato rispetto a quello che si conosceva. Questo gioiello archeologico è il frutto di tanti anni di scavi. Una giornata particolare anche perché intitoliamo il museo alla memoria di Giuseppe Andreassi che per 30 anni ha curato questo sito e lo ha valorizzato. Ha fatto sì che la fruizione pubblica di quest'area fosse possibile. «Egnazia è un punto di forza del sistema regionale dei Beni culturali – ha spiegato il vicepresidente regionale Barbanente -. E' un museo bellissimo localizzato in una parte di territorio che ha ancora tantissimo da dare in termini di valorizzazione. Abbiamo nel dicembre scorso festeggiato il centenario dell'avvio degli scavi e in quell'occasione ci fu presentato il progetto del nuovo museo. Oggi quel progetto lo vediamo completato. E' una festa per tutta la Regione. Chi viene da fuori ci fa notare lo straordinario valore del patrimonio archeologico della nostra Regione. Sta a noi curarlo, tutelarlo e valorizzarlo». «Il museo ha cambiato radicalmente volto – dice il sindaco Di Bari -. Questa è una giornata epocale. Fasano acquista ancora di più la capacità di calamitare interessi dal punto di vista culturale. E' un grande giorno anche perché, e questo mi emoziona particolarmente, il museo viene intitolato a Giuseppe Andreassi, un uomo col quale ho avuto il piacere di lavorare. Un vero galantuomo».
di Redazione
25/07/2013 alle 21:04:05
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