IN RICORDO DI RENATO DEMOLA
La morte di un uomo perbene...
L'ultimo saluto di Osservatoriooggi.it al consigliere comunale del Partito Democratico scomparso il Primo Maggio dopo una lunga malattia

Il consigliere scomparso Renato Demola
FASANO – E' difficile descrivere le sensazioni che si provano quando scompare una persona che con te ha condiviso situazioni diverse in tanti anni. Chi fa il nostro lavoro sa che prima o poi ci si deve trovare di fronte alla morte. Ma non si è mai preparati quando ci tocca così da vicino. Non potevo certo immaginare che uno dei primi editoriali di questa nuova avventura di direttore di Osservatoriooggi sarebbe stato dedicato ad un uomo perbene come era Renato Demola. Per oltre un ventennio è stato il mio medico curante ma in tutto questo tempo il rapporto con lui si è trasferito su altri fronti. Sui campi di calcio con tante partite disputate insieme e quando lo sport è diventato solo un ricordo ecco il rapporto giornalista-politico. Ma con lui i ruoli non erano marcati. La confidenza medico-paziente ci permetteva di discutere a viso aperto di tante questioni.
Quante telefonate negli ultimi anni: vicende come Consorzio Agroalimentare, Tricom e Monteco le avevamo analizzate proprio nel suo studio medico. Qualche rimprovero mi risuona ancora nelle orecchie. «Voi giornalisti – mi diceva – dovete seguire meglio i consigli comunali». Di recente, oltre che ai consigli comunali appunto, ci eravamo sentiti per due cose ben distinte. La prima, qualche mese fa, quando mi telefonò consigliandomi di cercare un altro medico curante. Sapevo della sua malattia ma risposi «Renà, non ti preoccupare. Io non cambio fino a quando non me lo impone la Asl». E così è stato. La seconda pochi giorni fa. Con voce flebile, al telefono, ma con il suo impareggiabile stile mi dice “Alfonso, Renato sono. Hai messo la mia pubblicità elettorale su Osservatorio?”. E io: “Certo dottò. Checchino (Laterrenia, ndr) ce l'aveva già detto”. Già, proprio con il capogruppo del Pd, in occasione del comizio di Nichi Vendola, avevamo parlato di Renato. “Una sera di queste devi venire con me” mi disse proprio Checchino. Già, una sera di queste. Un rimpianto che mi porterò dietro per sempre. Perché Renato era davvero una persona perbene. Una mosca bianca in un mondo, come quello politico, dove ci sono squali pronti a divorare l'avversario. Lui preferiva il rispetto e la scelta di molti suoi avversari di onorarlo con il silenzio è la conferma di quanto fosse apprezzato. Aveva voluto mettersi in gioco anche questa volta. Senza paura, con coraggio. Ma il destino è così crudele delle volte. La famiglia di Osservatorio e Osservatoriooggi.it non poteva non salutare un uomo onesto intellettualmente come lui. Così come non potevo non farlo io. Ciao dottò! Un abbraccio!
di Alfonso Spagnulo
02/05/2012 alle 01:35:00
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