POLITICA
Fabiano Amati si sottopone al giudizio dei fasanesi
Tante le opere in cantiere grazie al suo decisivo intervento: nuovo ospedale Monopoli-Fasano, messa in sicurezza SS 172, palazzetto dello sport, canali per la raccolta delle acque meteoriche
Fasano – Dopo due mandati e dieci anni di impegno come consigliere regionale, Fabiano Amati che nel 2015 conseguì 4.160 voti di preferenza a Fasano, ripropone la sua candidatura: perché i fasanesi dovrebbero confermare o dare ancor più fiducia a Fabiano Amati? «Per lo stesso motivo per cui io mi ricandido – spiega Amati a Osservatorio –: avevo promesso di fare delle cose e molte le ho fatte e molte altre le stiamo facendo. E questa è una assoluta novità: non sta bene parlar bene di se stessi ma la realtà, inconfutabile, è sotto gli occhi di tutti, c'è un amministratore pubblico che ha assunto degli impegni e li ha portati a compimento. Mi ricandido perché ho mantenuto la parola, e perché vorrei seguire nei prossimi anni il completamento delle opere più importanti che sono state avviate. E sono tante e di grande rilievo: il nuovo ospedale, questa potentissima struttura situata a meno di tre chilometri da Piazza Ciaia, che servirà tutto il bacino epidemiologico fra Bari e Brindisi, una cosa che non abbiamo mai avuto; la ristrutturazione completa del vecchio ospedale “Umberto I” di Fasano: i lavori per 7 milioni di euro cominceranno fra qualche giorno, dove peraltro si apre alla prospettiva che diventi un presidio post acuzie e ciò sarà possibile perché abbiamo attuato una politica lungimirante; la strada statale 172, altra opera della quale da decenni si chiedeva la messa in sicurezza: agli inizi degli anni '70 si parlava addirittura di cavalcavia e di tunnel, sta venendo fuori un'opera meravigliosa, che oltre a salvare le vite umane, avrà anche delle gradonature che dal punto di vista paesaggistico rappresenteranno l'affaccio sulla valle degli ulivi. Non vorrei dimenticare il Palazzetto dello Sport: quando fui eletto cinque anni fa, proprio in una intervista a Osservatorio, alla domanda di che cosa avrei voluto fare, risposi che accarezzavo un sogno, quello di dotare Fasano di un Palazzetto dello Sport, che pur non rientrava nelle competenze della Regione Puglia. E così, non appena capitò l'occasione, mettemmo su, in una notte, una norma regionale che consentiva al Comune di Fasano di partecipare a un bando nazionale. Così, io alla Regione, la dott.ssa Cicoria, commissaria del Comune di Fasano e Nicola Latorre a Roma a vigilare sul bando, con il sostegno dell'associazionismo sportivo, in questo caso la Junior Fasano con Angelo Dicarolo, in una notte predisponemmo la partecipazione al bando che ci ha fruttato il finanziamento che ci sta permettendo di costruirlo».
Ci sono anche tante altre opere realizzate o in cantiere…
«Ci sono inoltre due canali di regimentazione delle acque meteoriche che sono stati conclusi (Montalbano e Torre Canne) e due che stanno per essere avviati (Fasano e Pezze di Greco). Abbiamo messo in sicurezza Montalbano e Torre Canne. Ora ci accingiamo a realizzare i rimanenti due interventi a Fasano e Pezze di Greco, finanziati da un maxi intervento regionale di 194 milioni per l'intera Regione Puglia dei quali oltre 30 milioni di euro sono stati destinati a Fasano. All'epoca, ero assessore regionale, quando feci questo piano, alcuni colleghi lo definirono “il piano Fasano”. I canali sono le opere che si vedono meno, però sono quelli che mettono al riparo da tanti danni, che a volte producano anche perdite di vite umane. Ci sono poi tante altre opere che sono state realizzate, l'impianto di depurazione con annesso lago di Forcatella, i serbatoi idrici e fognari, abbiamo esteso acqua e fogna ovunque, risolvendo anche problemi che si trascinavano avanti da tanti anni come nella zona industriale. Con una nuova legge, da me proposta, per Fasano sono stati finanziati estendenti di acqua e fogna in sette contrade importanti del nostro territorio. Penso solo di aver fatto il mio dovere. Fra cento anni, il direttore di Osservatorio, quando dovrà fare una rievocazione di questi anni, non potrà omettere che sono state realizzate queste grandi opere. Che mi risulti, questo periodo per Fasano, in termini di realizzazione di opere pubbliche, non ha pari».
Hai condotto una dura battaglia anche per il “Piano Casa”!
«Si, sono stato protagonista della legge sul Piano Casa che ha tenuto in piedi l'edilizia e quindi l'economia della Puglia».
A proposito di Piano Casa, è stato molto avversato anche all'interno della tua maggioranza…
«Le battaglie contano per ciò che valgono e non per ciò che costano. Ho fatto una battaglia costosa dal punto di vista personale».
Tu non ti sei fatto molti amici a Bari, a cominciare dal tuo presidente Michele Emiliano, col quale sei andato più volte in rotta di collisione…
«Io caratterialmente sono così: non faccio le battaglie comode che di solito sono non battaglie. Mi impegno in battaglie che servono a risolvere problemi, anche mettendomi in urto. Non è un caso il mio slogan “se vuoi, puoi” per questa campagna elettorale: significa che quando vuoi fare qualcosa, alla fine puoi, però dipende quanto sei disposto a pagare per una battaglia. A proposito del Piano Casa, l'edilizia in Puglia, in questo periodo di crisi, si è mantenuta solo sul Piano Casa. Peraltro, questo provvedimento garantisce la bioedilizia, perché non consumi suolo, agisci sugli edifici esistenti, devi usare obbligatoriamente materiale ecosostenibili di efficientamento energetico. Inoltre riduci gli imbrogli perché non c'è discrezionalità amministrativa, in parole povere, eviti le tangenti. Su questa vicenda sono stato ostacolato, però poi alla fine ho avuto ragione, perché non appena la Corte Costituzionale ha avuto da eccepire su questa Legge, il Governo Nazionale, immediatamente, ha ripristinato le norme affinché si potesse continuare a tenere in piedi il Piano Casa».
C'è una battaglia che però non sei riuscito a vincere: quella delle liste d'attesa.
«Sulle liste d'attesa ho combattuto una dura battaglia che purtroppo ho perduto. Però, se ne avrò la possibilità, la riproporrò. Io ogni mattina sto ad un angolo di strada, fra corso Vittorio Emanuele e via Fogazzaro, a ricevere le persone: la maggior parte di queste palesano di aver ricevuto una frustrazione e subito un torto nel campo sanitario. Vengono da me e richiedono come poter fare per una visita o una risonanza magnetica o una Tac in tempi accettabili. La maggior parte delle persone che viene a trovarmi la mattina è perché gli è capitata una tegola addosso in campo sanitario e non hanno la possibilità di districarsi. Io penso che queste persone non debbano venire da Fabiano Amati: ci deve essere una condizione di giustizia per tutti, dove per ottenere i propri diritti non bisogna dover ricorrere a Fabiano Amati. Ho ritenuto quindi opportuno che bisognava varare un provvedimento: la mia legge diceva che non deve più accadere che quando le persone vanno al Cup si sentono dire che se vuoi la visita istituzionale ci vuole un anno, se invece la fai a pagamento, la puoi fare il giorno dopo. Alcuni medici, quelli più importanti, si sono scagliati contro questa battaglia e qualcuno in Regione si è messo a sostenere la battaglia di questi medici importanti. Io ho anche fatto i conti di quanto si guadagnava nell'attività di libero professionista. Devo anche dire che molti medici, mi hanno sostenuto, però in silenzio, per non mettersi contro i “baroni” vari. Questo è un grande problema! In questa battaglia ci ho rimesso parecchio, ma me ne infischio, domani potrei andare anche a casa, perché per me le battaglie giuste valgono per ciò che costano, più che per ciò che rendono».
Il tuo conflitto con Michele Emiliano, nel caso in cui riuscisse a mantenere la presidenza della Regione Puglia e tu fossi rieletto, si risolverà?
«Quello con Emiliano non è un conflitto personale, perché fra noi, comunque vi è anche notevole cordialità e un certo rispetto reciproco. Il conflitto è nato su argomenti di merito: la xylella, i vaccini, le liste d'attesa, il piano casa, la gestione del Psr. Io non sono un politico che sta lì a discutere di alta cultura politica, pur ritenendo che qualche studio l'abbia fatto pure io. La buona amministrazione pubblica è la trasformazione di una visione che tu hai in fatti concreti. Diversamente rischi o di essere un chiacchierone oppure uno sbriga faccende: io ho sempre provato a non essere né l'uno, né l'altro. Ho un'idea di progresso e mi sforzo di realizzarla».
Un'accusa che ti viene mossa da alcuni è quella che spesso ti poni con un senso di superiorità rispetto agli altri, sul tipo del Marchese del Grillo e di non relazionarti troppo con imprenditori, alcuni dei quali fra i maggiorenti della città. Cosa puoi dire in proposito?
«Se l'imprenditore viene da me e mi chiede di risolvere un problema, che valga tutti, le mie porte sono sempre aperte. Se invece il rapporto con l'imprenditoria si intende come era un tempo, e cioè che devi avere l'imprenditore amico da avvantaggiare, ebbene sì, io sono molto lontano. Ho una forte cultura imprenditoriale e per me l'impresa va aiutata nel senso che vanno aiutati tutti a poter fare impresa e a concorrere. Io colgo che qualcuno di loro dice che non sono vicino alle imprese, ma in realtà ciò vuole dire che non è stato aiutato ad essere preferito. E poi non è vero che io sia su un piedistallo: ho invece molto i piedi per terra, perché so che l'amministrazione pubblica è uno sforzo continuo di equità e di chance per tutti. Se mi rivolgono questa accusa, quindi io lo ritengo un merito. Per il resto io sono un viandante: sto per strada, sui cantieri, vado a controllare, parlo con tutte le persone, di ogni estrazione e cultura. Parlo perfettamente il dialetto, meglio dell'italiano. Poi è chiaro che quando faccio le cose, le studio e mi circondo di persone che sanno. Il mio parlare altro non è che il condensato delle cose che ho imparato da chi sa, ciò magari può far sembrare che io sappia tutto. No! È un fatto di metodo, mi rivolgo sempre alle persone che sanno: per i vaccini a Elena Cattaneo; per la xylella ai prof. Martelli, Boscia, e Lanotte; per l'idraulica al prof. Di Santo. Ciò non è supponenza, è umiltà, quella di andare a chiedere alle persone che sanno qual è la scelta plausibile».
Per concludere, cosa ti senti di chiedere ai fasanesi?
«Ai fasanesi dico: “Io ho fatto il mio dovere”, non in campagna elettorale, ma ogni giorno dell'anno e non con disponibilità declamata, ma reale! Ho i miei difetti e i miei pregi, come tutti! Penso di essere uno che ha mantenuto la parola e gli impegni presi con la città. So dire sì, so dire no, so assecondare, so entrare in urto! Provo sempre a conservare un senso di umanità, non litigo mai con nessuno, spesso sono gli altri che litigano con me. Vorrei continuare non a occupare lo scranno al Consiglio Regionale, ma l'angolo fra corso Vittorio Emanuele via Fogazzaro: mi candido a ricoprire per i prossimi cinque anni il ruolo di stazionatore di quell'angolo, che è quello dove c'è il mio rapporto quotidiano con le persone, con tutte, quelle semplici e non. Ai fasanesi chiedo se ritengono di riconfermarmi lì, perché Fasano senza consigliere regionale, soprattutto se attivo, sarebbe una Fasano molto, ma molto più povera. Non è che Fasano ha il “Rossini” e il “Regina Pacis” a caso, non è che fra un po' arriverà il convenzionamento con il “Rossini” e sarà caduto dal cielo. Dietro c'è sempre una norma e guarda caso chi l'ha proposta è stato Fabiano Amati. Se c'è per esempio il problema degli studenti fuori sede di Fasano che vengono considerati pendolari, creando un grande problema per il diritto allo studio e poi arriva una norma che lo risolve, chi ha proposto questa norma? Fabiano Amati! Se c'è l'acqua e la fogna come problema, e non si può averla e poi arriva una norma che tutto ad un tratto ti da la possibilità di realizzarla, chi l'ha proposta? Fabiano Amati! Ripeto, non voglio parlare bene di me, ma sono dati inconfutabili, che parlano da soli».
Senza la presenza di Fabiano Amati in consiglio regionale, sarebbe stato possibile per Fasano conseguire tutti questi grandi risultati? È la risposta alla quelle i fasanesi sono chiamati a dare attraverso il voto del 20 e 21 settembre!
di Redazione
12/09/2020 alle 12:51:33
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