Fasano – La XVI edizione del Festival “Di scena a Fasano” ha chiuso il suo sipario ieri, domenica 30 novembre, al Teatro Sociale, lasciando dietro di sé un’onda di entusiasmo e confermando il suo ruolo di baluardo per la vitalità delle compagnie amatoriali provenienti da ogni angolo d’Italia. La serata conclusiva è stata scandita da un inebriante preludio di comicità, prima di culminare nella proclamazione dei vincitori.
Ad aprire le danze, fuori concorso, è stata la commedia “Tre papà e un bebè” (nota come “Papà al cubo”), presentata dalla compagnia pugliese “Quanta brava gente” di Grottaglie. Lo spettacolo ha offerto al pubblico una riflessione profonda, ma vestita di leggerezza, sulla paternità. La storia ruota attorno a tre amici quarantenni dalle personalità contrastanti, le cui vite da single vengono improvvisamente e comicamente stravolte dall’arrivo di una neonata. Tra l’urgenza di pannolini e il dilemma morale sul da farsi, la compagnia ha saputo trasformare un evento inatteso in un percorso di maturazione, liberando i protagonisti da ogni residuo di sindrome di Peter Pan e preparando l’atmosfera per la notte degli onori.

La cerimonia di premiazione si è trasformata in un inequivocabile plebiscito per lo spettacolo Una tragedia reale della compagnia FSSL di San Marco Evangelista (CE). L’opera ha fatto incetta dei riconoscimenti più ambiti, a partire dal premio per il Miglior spettacolo, assegnato dalla giuria per la «straordinaria capacità di restituire un testo paradossale e dissacrante, divertente e irriverente, con un ritratto teatrale intelligente» che ha saputo coniugare «rigore interpretativo, coesione di ensemble e forza espressiva».
Il successo è stato personale oltre che corale, con il regista Domenico Palmiero che ha conquistato due delle massime onorificenze:
- Miglior Regia: Riconosciuto per aver saputo «trasformare un testo complesso e dissacrante in un’esperienza scenica coinvolgente e profondamente umana».
- Miglior interprete in assoluto: Palmiero ha sbaragliato la concorrenza con un ruolo en travesti gestito con una «bravura tecnica» definita «impeccabile», mantenendo un «equilibrio raro tra comicità e costruzione drammaturgica».
Sempre per la stessa compagnia, il premio come Miglior attrice è andato ad Attilia Maurano, la cui interpretazione è stata lodata con un eloquente trittico: «credibile, coerente, coriacea». Il suo personaggio, inizialmente marginale, è riuscito a conquistare la scena, offrendo una performance di chiarissima impronta non amatoriale.
Il palmarès ha distribuito meriti lungo tutto il cartellone della rassegna:
- Premio della Stampa: È stato assegnato a FRATELLI – Vite parallele di Lunaspina e Amici del Teatro Dino Marchesin di Vicenza. La motivazione ha sottolineato «la capacità di affrontare con intensità e delicatezza il tema dei legami familiari».
- Premio Fita: Riconosciuto a TRAPPOLA MORTALE del Laboratorio Minimo Teatro di Ascoli Piceno, per la cura della regia, impreziosita da «dettagli cromatici», e per l’abilità degli interpreti nel creare «un suggestivo e vibrante clima di suspense».
- Miglior attore: Titolo assegnato a Paolo Capozzo per la sua performance in Uscita d’emergenza. La giuria ha apprezzato l’artista per aver saputo «dare voce e corpo a un personaggio dai tratti solo in apparenza leggeri e banali, svelandone invece la profonda fragilità».
- Doppio Trionfo Popolare: Lo spettacolo PRESTAZIONE OCCASIONALE di Futura Teatro di Firenze ha conquistato sia il Premio Valerio Gentile (Giuria Giovani) che il Premio del Pubblico. L’opera è stata premiata per la «contagiosa vitalità degli artisti» e per la capacità di far ridere e riflettere attraverso tematiche della contemporaneità. L’apprezzamento popolare è stato certificato con la media voto più alta in assoluto.
Infine, le Menzioni Speciali hanno celebrato l’eccellenza in dettagli specifici: Luca Cioccolanti (QUI E ORA) per l’uso «preciso e ben modulato della ‘parola’» come strumento scenico, e Antonio Lippiello (UNA TRAGEDIA REALE) per l’«impeccabile intelligenza scenica» con cui ha reso un personaggio sospeso tra dovere politico e crisi etica.


