IDEA CLAMOROSA
Ex Metalsiderurgica Liuzzi a Fasano: l'imprenditore Ghirelli pensa ad un centro immigrati
Il noto imprenditore, viste le difficoltà riscontrate nel portare avanti il suo progetto di social housing, pensa ad un progetto bis
FASANO - La notizia è clamorosa: la società "Viedo", amministrata da Fabio Ghirelli, dopo più di tre anni, stanca di attendere la conclusione del procedimento autorizzativo al progetto per la realizzazione di circa 200 abitazioni in social housing con il recupero dell'area degradata dell'ex Metalsiderurgica Liuzzi, potrebbe lasciar perdere tutto, prendendo in esame altre possibili valutazioni progettuali. Il progetto è attualmente è fermo alla conferenza di servizi per il rilascio del parere del solo ufficio urbanistico della Regione Puglia. Gli scenari percorribili che prevedono ipotesi alternative potrebbero concretizzarsi in due soluzioni: con la costruzione di normali appartamenti secondo quanto disposto con gli ultimi aggiornamenti della legge relativa al "piano casa" o, secondo rumors abbastanza fondati, con la realizzazione di un centro per accoglienza immigrati da circa 1500-2000 posti. Per Ghirelli la colpa della lentezza della pratica relativa al social housing è da addebitare alla burocrazia e all'immobilismo di alcuni dirigenti regionali che non vogliono assumersi alcuna responsabilità avendo paura delle denunce e del possibile intervento di magistrati.
Ovviamente l'imprenditore fasanese, che non cerca altre strade al di fuori della legalità, cerca di trovare altre soluzioni possibili che potrebbero comportare un cambio nell'investimento. In effetti con l'emissione del Decreto aggiuntivo al "piano casa" si evidenzia che la demolizione e ricostruzione per la realizzazione di alloggi è possibile anche per gli immobili a destinazione diversa da quella residenzxiale e questo permetterebbe di attuare un intervento di demolizione e ricostruzione della sola cubatura esistente, in conformità ai vincoli di standard del piano regolatore, con la richiesta di permesso a costruire e/o Dia. Certo, adottando questa soluzione il progetto sarebbe completamente diverso e rientrerebbe nello standard costruttivo anche per il numero dei piani, ma senza alcun obbligo di vincolo di prezzo e/o realizzazione di opere pubbliche. Anche la possibilità di cooperare con il Ministero competente per la realizzazione di un centro raccolta profughi, per aiutare a risolvere l'enorme prblema logistico derivante dall'epocale migrazione in atto di milioni di persone che scappano dall'Africa verso il nostro Paese per cercare rifugio da guerre e persecuzioni, potrebbe essere una concreta possibilità di investimento. La società è sensibile alla richiesta di abitazioni necessarie per la sistemazione dei profughi ed alla realizzazione di un "Centro di accoglienza per immigrati".
La grandezza dell'area e la superficie rilevante degli immobili esistenti potrebbero essere facilmente adattabili alla realizzazione di camerate, mensa ed un piccolo ambulatorio. Ospitare 1800 immigrati sarebbe sicuramente un'azione di solidarietà sociale ed umanità verso questa povera gente che fugge da guerre e torture e che spesso muore in mare, Avrebbe anche un riscontro occupazionale per il territorio e, altresì, un risultato economico per la società molto più produttivo rispetto a quello di costruire case per i giovani ed asilo nido per la comunità. Poi, però, qualcuno spiegherà come si concilierebbe un tale investimentto in una città che del turismo a 5 stelle lusso ha fatto la sua bandiera?
di Redazione
26/06/2015 alle 10:13:12
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