MARE PULITO
Buone notizie da Goletta Verde per la costa fasanese
Dal report di Legambiente e dal test effettuato il 7 luglio scorso nei pressi di Egnazia non sono emersi dati allarmanti

FASANO - Buone notizie giungono da Goletta Verde per quanto concerne la costa fasanese. Emergono dall'annuale report sullo stato di salute del litorale italiano fornito da Legambiente, che con la sua storica imbarcazione da oltre 30 anni naviga per monitorare il livello di inquinamento del mare e delle spiagge, per denunciare abusi e illegalità e promuovere buone pratiche di gestione dei territori. Il battello ambientalista quest'anno ha dedicato in modo particolare il suo viaggio alla battaglia contro le trivellazioni in mare. Dalla relazione pubblicata sul sito ufficiale di Goletta Verde emerge che ogni 54 chilometri di costa c'è un punto inquinato. Sotto accusa finisce la mancata depurazione delle acque reflue. Dei 265 punti monitorati, uno ogni 28 km di costa, dal laboratorio mobile di Goletta Verde di Legambiente, il 52% è risultato inquinato o fortemente inquinato. L'88% di queste criticità è in corrispondenza di foci di fiumi, fossi, canali o scarichi presenti lungo la costa. Più della metà di questi sono in prossimità di spiagge e stabilimenti e quindi frequentati da bagnanti.
La Puglia ha fatto dei miglioramenti rispetto allo scorso anno, anche se ci sono ancora numerose criticità da risolvere. Sugli 865 chilometri di costa della nostra regione, sono stati monitorati 30 punti. Nella provincia di Brindisi, Goletta Verde ha effettuato i suoi monitoraggi lo scorso 7 luglio. Gli esperti dell'associazione ambientalista sono partiti dalla foce del Canale Giancola, sul litorale a nord del capoluogo, risultato fortemente inquinato. Poi hanno risalito la costa, toccando: la spiaggia libera di via di Torre Testa, ad Apani (entro i limiti); la foce di Canale Reale, nella riserva di Torre Guaceto (inquinato); lo sbocco del depuratore su via dei Pioppi, Villanova, marina di Ostuni (ortemente inquinato); la spiaggia di Torre San Leonardo del Pilone, sempre a Ostuni (entro i limiti); la spiaggia Archeolido Pennagrande (a nord degli scavi di Egnazia), a Fasano (entro i limiti).
I prelievi sono concentrati nei punti critici: foci di piccoli e grandi corsi d'acqua, di fossi, canali e scarichi, che costituiscono i principali veicoli dell'inquinamento da batteri fecali in mare, dove sussiste il “maggior rischio” di contaminazione. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori.
di Redazione
14/08/2016 alle 10:27:44
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