MANIFESTAZIONE CONCLUSIVA
Rinviata la cerimonia di consegna del premio 'Palmina Martinelli'
L'iniziativa, organizzata dalla Questura di Brindisi, si svolgerà lunedì 13 marzo alla presenza del capo della Polizia Gabrielli
FASANO - Non si terrà più oggi (martedì 7 marzo) ma è stata rinviata a lunedì prossimo, 13 marzo, la cerimonia di consegna del “1° Premio Palmira Martinelli”, prevista al Nuovo teatro Verdi. E' stata la Questura di Brindisi ad organizzare un concorso cinematografico contro la violenza sulle donne nel nome proprio della ragazza di Fasano uccisa a 14 anni, nel novembre del 1981, per essersi ribellata alla violenza di chi avrebbe voluto farla prostituire. Il concorso ha come destinatari i ragazzi delle quinte classi degli istituti superiori. La commissione esaminatrice è costituita da esperti di settore, magistrati ed esponenti del mondo cinematografico. Alla cerimonia di lunedì non interverrà il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi annunciata inizialmente per oggi a Brindisi ma ci sarà sicuramente il Capo della Polizia, prefetto Franco Gabrielli. Sono stati coinvolti nel progetto appartenenti alla magistratura, al Dipartimento delle Pari Opportunità, al Dipartimento della Pubblica Istruzione, alle associazioni cattoliche, alle associazioni a tutela della donna ed autorevoli personaggi della cultura.
Palmina Martinelli, come detto, aveva 14 anni quando fu bruciata viva a Fasano, l'11 novembre 1981, perché aveva rifiutato di entrare in un giro di prostituzione gestito dai fratellastri Enrico Bernardi e Giovanni Costantini. Costantini e Bernardi vennero indicati dalla stessa Palmina come autori dell'omicidio: le sue parole sul letto di morte vennero registrate, con l'aiuto dei medici rianimatori, dall'allora pm Nicola Magrone. Nonostante la precisa denuncia di Palmina, che già allora trovò riscontri, la Corte di Cassazione nel 1988 assolse gli imputati, ritenendo che Palmina si fosse suicidata. Solo dopo tanti anni e grazie all'ostinazione della sorella di Palmina, Mina Martinelli, si è almeno definito che la giovane non si è suicidata ma è stata uccisa. Ne è convinta anche la Procura della Repubblica di Brindisi ma al contempo i magistrati inquirenti ritengono che ciò non basti per poter formulare una richiesta di rinvio a giudizio.
Nel marzo del 2015 si celebrò proprio a Brindisi, dinanzi al gip Tea Verderosa, l'udienza per discutere l'opposizione all'archiviazione della inchiesta bis sulla morte della 14enne fasanese. La procura di Brindisi sostenne la tesi secondo cui "è ragionevole ritenere che si trattò di un omicidio", ma il procuratore capo Marco Dinapoli e il pm Iolanda Daniela Chimienti, titolari del fascicolo di indagine, ritennero che ciò non bastasse per poter formulare una richiesta di rinvio a giudizio. Gli indizi di reato emersi, in merito al presunto delitto, erano infatti riferibili, secondo i pm, a persone già giudicate e assolte dalla Cassazione e quindi non più processabili. Ma la decisione dei giudici brindisini venne annullata senza rinvio dalla Prima Sezione della Corte di Cassazione, con sentenza del 30 marzo 2016. La suprema Corte accolse il ricorso della sorella Giacomina, assistita dall'avvocato Stefano Chiriatti. La sentenza dispose la trasmissione degli atti al procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari, territorialmente competente, per l'apertura di una nuova inchiesta.
di Redazione
07/03/2017 alle 05:13:05
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