SANITà ALLO SBANDO
Pronto Soccorso di Brindisi, Ostuni e Monopoli al collasso: pagano dazio anche i fasanesi
Situazione allo sbando per via del super affollamento dei reparti e lo scarso numero di medici e infermieri: questi ultimi pronti a dare battaglia

FASANO - I fasanesi attendono con ansia il nuovo ospedale il cui iter avanza spedito. Ma in attesa della nascita della nuova struttura ecco che si è costretti a dover vivere situazioni assurde soprattutto se si ha bisogno di urgenze e se ci si reca nei pronto soccorso di Brindisi, Ostuni o Monopoli. Affacciandosi nelle sale d'aspetto di questi presidi, ora più che mai, non si possono che registrare le condizioni estreme nelle quali versano i punti di frontiera. La situazione più critica si vive a Brindisi, dove il Pronto soccorso del “Perrino” si trova costantemente al limite. Le cause di questa continua emergenza sono tante: dalla carenza di personale alla chiusura degli ospedali di Fasano, Mesagne e San Pietro Vernotico, dalla gestione delle prese in carico alla mancanza di alcune specialità fondamentali in alcuni dei presidi della provincia, il Pronto soccorso di Brindisi vive quotidianamente sul filo del rasoio, tra gli sforzi per mantenere un livello del servizio adeguato alle esigenze e il rischio che la situazione precipiti da un momento all'altro.
Anche a Monopoli, presidio dove sempre più i fasanesi si recano nel momento del bisogno, si è al collasso. Manca personale e le ore di attesa sono stressanti oltre ogni limite tanto che si sono verificati anche brutti episodi con medici e infermieri presi a schiaffi da parenti di pazienti in attesa di essere visitati. Anche ad Ostuni la situazione è analoga. Molte proteste sono giunte in redazione circa questa situazione. "Si parla troppo del nuovo ospedale ma nelle more ci ritroviamo a dover subirecalvari di ogni genere - scrive una lettrice -. Mia figlia è stata male e sono dovuta andare a Monopoli. Ho visto gente urlare per essere aiutata e io ho aspettato ore per un'ecografia".
Le acque, quindi, sono più che mai agitate nei pressi delle strutture sanitarie e dappertutto si registrano vibranti proteste: il Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, ha deciso di non attendere settembre, come capita quando si tende a rimandare ogni azione alla ripresa della routine postvacanziera, e ha annunciato l'intenzione di indire uno sciopero se non dovessero arrivare le risposte alle tante domande che da tempo giacciono sui tavoli istituzionali. «Da anni, ogni anno, mettiamo in evidenza le criticità del servizio sanitario provinciale e quelle che potrebbero essere alcune soluzioni – afferma Carmelo Villani, segretario del Nursind - Da anni, ogni anno, assistiamo, affrontiamo e commentiamo le solite gravi carenze». Le criticità, però, secondo Arturo Oliva, segretario regionale del Cimo, il sindacato dei medici, hanno radici molto più profonde. «Non si possono fare le nozze coi fichi secchi. Il piano di riordino è in sostanza inapplicato, come dimostrano anche le ataviche carenze di personale. La riorganizzazione è intesa solo come chiusura e non come rimodulazione del sistema».
Insomma nuovo ospedale va bene ma la politica cominci a valutare interventi radicali per risolvere queste criticità. Occorrono medici e infermieri per rinforzare proprio i Pronto Soccorso, da sempre l'avamposto di riferimento sanitario per i cittadini.
di Redazione
16/08/2017 alle 06:30:57
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