INTOPPI AMMINISTRATIVI
Cambio di destinazione negato per la masseria 'Pettolecchia': a rischio investimento da 8 milioni di euro
L'ufficio tecnico comunale ritiene non ammissibile il passaggio della struttura da agricola a centro per attività culturali

FASANO - Ogni giorno che passa è sempre più evidente che uno dei mali peggiori italiani è la burocrazia che frena gli investimenti, mettendo in fuga gli imprenditori intenzionati a realizzare qualcosa. Ciò ovviamente ha forti ripercussioni sull'economia: investimenti di privati che non vanno a buon fine, posti di lavoro che sfumano. Purtroppo in questo marasma della burocrazia il Comune di Fasano sembra essere uno di quelli messi peggio in Italia. La situazione che si è venuta a creare nei locali uffici comunali ha dell'incredibile con la produttività dei dirigenti che è vicina allo zero. E tra i progetti con previsione d'investimenti milionari che rischiano di saltare a causa di quanto sta accadendo vi è quello della ristrutturazione di masseria Pettolecchia, una delle più belle in assoluto del nostro territorio.
Il 20 aprile del 2016, quasi due anni fa, la società "Pettolecchia Società Agricola Srl" presentò al Comune di Fasano la richiesta di permesso a costruire per poter eseguire la ristrutturazione degli edifici esistenti del complesso Pettolecchia (torre, palazzetto, chiesetta, depositi, ipogeo, forno, agrumeto e cisterna), richiedendo anche un piccolo ampliamento (di 8 mq di superficie e 59 mc di volume) necessario a garantire la funzionalità della struttura. Ma che cosa si voleva fare a Pettolecchia? Un nuovo mega resort? Assolutamente no. Solo trasformare la struttura, con l'obiettivo di creare un centro servizi per il turismo che ha come scopo l'organizzazione e la gestione di eventi culturali di vario genere, manifestazioni musicali, artistiche, teatrali e cinematografiche. Bisogna fare una premessa però: Pettolecchia rientra fra le "masserie di particolare valore storico architettonico" ed è perciò vincolata dallo Stato, per cui ogni parere per ventuali ristrutturazioni è di competenza della Soprintendenza. La società così presenta il progetto alla Soprintendenza di Taranto: dopo un lungo e approfondito confronto tra tecnici della società e il soprintendente, con almeno cinque o sei modifiche apportate su suggerimento della Soprintendenza, la pratica ottiene il parere favorevole ai lavori, a condizione che vengano rispettate precise prescrizioni elencate nella stessa autorizzazione.
A questo punto non ci dovrebbero essere più ostacoli invece non è così: il blocco arriva dall'Ufficio Tecnico di Fasano. Perché? Lasocietà immobiliare Verdemare Srl dell'imprenditore Renè De Picciotto, che nel frattempo è subentrata alla "Pettolecchia Società Agricola Srl" richiede anche il cambio di destinazione d'uso dell'area in "centro per attività culturali". Nonostante illuminati pareri presentati dall'avvocato Pellegrini per conto della Verdemare, che ritengono che il cambio di destinazione possa essere conncesso dalla dirigente, questa richiesta non viene ritenuta ammissibile. La dirigente comunale è dell'opinione che bisogna seguire una nuova e lunga trafila, che approdi poi alla decisione finale, da sottoporre al vaglio del consiglio comunale. E' chiaro che questo diniego abbia fatto andare su tutte le furie il proprietario che ora pare intenzionato a rivolgersi al Tar. Ma resta la rabbia di dover perdere ulteriore tempo per un progetto che avrebbe portato benefici sul territorio e che rischia comunque di saltare.
di Redazione
30/03/2018 alle 06:12:32
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