Il sindaco incontra i pescatori di Torre Canne ma non ci sono soldi per gli interventi

FASANO - La questione della messa in sicurezza del porto di Torre Canne arriva a Palazzo di Città. Questa mattina (lunedì 17 settembre), una delegazione di dodici pescatori ha incontrato il sindaco Lello Di Bari per ribadire la grave situazione in cui versa il porticciolo della località balneare fasanese. L'incontro si è reso urgente dopo la fortissima mareggiata che si è verificata ieri mattina (domenica 16 settembre) e che ha causato ancora notevoli danni, tanto da costringere i gestori del porto, fra incredibili rischi anche di vita umana, a tirar fuori le barche dall'acqua. A capeggiare la delegazione di pescatori, nella mattinata di ieri, l'imprenditore Marco Cofano, ex consigliere comunale nella passata legislatura, che a Torre Canne ci vive dalla nascita.

È stato lui a mostrare, ancora una volta (lo ha fatto in numerosissime occasioni anche durante il suo mandato da consigliere comunale), le difficoltà con le quali i pescatori di Torre Canne sono costretti a convivere da sempre. Secondo la delegazione, basterebbe allungare di circa cinquanta metri il braccio del porto esistente per risolvere la maggior parte dei problemi. Ma per fare questo occorrono alcune centinaia di migliaia di euro.

«Sono in stretto contatto – ha detto il sindaco Lello Di Bari durante l'incontro – con il Ministero per le Infrastrutture. In queste settimane ho allacciato un intenso rapporto con la segreteria romana e continuo a chiedere la possibilità di ricevere dei finanziamenti per la realizzazione di questi lavori, a carattere urgente, perché mettono a serio rischio la vita di chi usufruisce del porto di Torre Canne. Purtroppo, abbiamo dei fondi che non possiamo utilizzare qui in Comune per la nota questione del rispetto del patto di stabilità. Solo con dei soldi destinati esclusivamente per questo tipo di intervento potremo mettere in sicurezza il porto». Secondo il primo cittadino di Fasano, le buone notizie potrebbero arrivare nel giro di pochi mesi, forse anche prima della fine del 2012. I pescatori non sono più disposti a rischiare la vita e domenica scorsa, per la forte mareggiata che si è verificata, alcuni di loro hanno rischiato davvero grosso per mettere in salvo le proprie barche, grazie alle quali possono garantirsi da vivere.