ATTUALITà
Un grossista di carne fasanese contribuisce a salvare un vitello dal macello
L'episodio è avvenuto a Manduria: il fasanese Leo Schiavone con 200 euro ha contribuito alla colletta avviata da un gruppo di animalisti per acquistare il bovino e avviarlo a una struttura attrezzata
Fasano – È una storia quasi incredibile ed è stata raccontata da Nazareno Dinoi, giornalista de “La Voce di Manduria”, quotidiano sul web e su carta. Questa la vicenda: il 52enne fasanese Leo Schiavone manager di una multinazionale del settore carni, figlio di macellaio, con nonno e bisnonno anche loro macellai, ha contribuito con il versamento di 200 euro a salvare un bovino dal macello (“Casimiro”, questo il suo appellativo). Un gruppo di animalisti di Manduria stava tentando di salvare il vitello destinato al macello per affidarlo ad una struttura attrezzata. Quando Leo Schiavone è venuto a conoscenza dell'iniziativa messa in piedi dal gruppo animalista di Manduria, non ha avuto esitazioni nel contribuire al salvataggio del bovino.
Sensi di colpa dopo tanti animali uccisi dai suoi familiari? gli ha chiesto il giornalista che lo ha intervistato. «Non le so dire, forse sì, magari un tentativo di redenzione per essere assolto dal male che ho fatto?» ha risposto prima scherzosamente per poi parlare seriamente che «era ed è il mio lavoro e quello dei miei parenti sin dalla quarta generazione».
Leo Schiavone ha poi raccontato al giornale che nella sua famiglia composta di cinque persone (moglie e tre figli) si mangia carne mediamente una volta la settimana.
«Lo so – ha spigato Schiavone il fatto che si uccidano gli animali –, il termine è brutto, ma in natura avviene proprio questo per alimentarsi e in definitiva per sopravvivere, così l'atto di uccidere o di macellare diventa più tollerabile».
Il salvataggio di “Casimiro” è stato promosso da un noto ambientalista di Manduria, l'avvocato Francesco Di Lauro, con la collaborazione dell'associazione “Azzurro Jonio“ di Manduria. Prima sui social e poi sui giornali ha messo in moto una sottoscrizione per il salvataggio del bovino.
Anche alcuni commercianti di Manduria si sono offerti di vendere biglietti che danno diritto ad una bistecca di Casimiro, «ma ancora viva, perché Casimiro non si ammazza», recita lo slogan ideato per l'occasione.
La somma necessaria al salvataggio del bovino è stata quasi raggiunta grazie a parecchi benefattori. Tra questi, oltre al fasanese Leo Schiavone, anche un anonimo signore Veneto che ha inviato anche lui duecento euro.
di Redazione
07/01/2020 alle 05:20:16
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