ATTUALITà
L’UTL omaggia Geppino Amati, eroe dimenticato.
“I Giovedì culturali”, tributo alla cultura fasanese.

Fasano - Oggi, giovedì 8 maggio 2025, nella propria Sala Convegni, Portici, alle ore 18,00, la locale Università del Tempo Libero rende il giusto tributo al concittadino Geppino Amati, che immolò la sua giovane esistenza alla patria. Porgeranno i saluti istituzionali il vicesindaco Luana Amati e il consigliere provinciale Giuseppe Ventrella. Relazionerà Palmina Cannone, presidente dell'UTL. Saranno presenti i parenti Chiara, Aura e Nicola Amati, che vivono a Bari, il dottor Roberto Iachetti e altri. L'animazione dell'evento sarà curata da Natalizia Pinto e Valerio Bianco (voci recitanti) e Gino Laterrenia (chitarra). Per l'occasione è stato realizzato dall'UTL, che promuove anche la ricerca, Il Quaderno Culturale “Omaggio a Geppino Amati”, Faso Editrice. Il citato Quaderno sarà offerto gratuitamente agli intervenuti.
Giuseppe (alias Geppino) Amati nasce a Fasano il 20 ottobre 1916, da Samuele e Chiara Mazzarisi. È il fratello di Beniamino Amati, molto più noto ai fasanesi per essere la sua autorevole figura legata alla Banca Fasanese, fondata da don Ciccio Bianco, e del Giudice Domenico.
Dottore in Legge e studente del 3° anno di Lettere presso l'Università Cattolica di Milano, Geppino Amati nel 1936 commemora Aldo Marcozzi, parlando ai giovani fasanesi di Azione Cattolica e incitandoli a seguire il suo esempio. Illustra con ardore il Marcozzi, ragazzo di quattordici anni che «seppe scegliere la sua via, quella indicata dalla Chiesa; seppe scegliere soprattutto le sole armi che Dio dette agli uomini perché combattessero: la Fede, la Carità, la Preghiera; e vinse la sua lotta e si conquistò il cielo… Non fu soltanto un milite della Chiesa, ma anche un figlio della gran madre Italia».
Il 21 aprile 1937 tenne un altro discorso in occasione della “Benedizione del Gagliardetto del Nucleo Universitario Fascista di Fasano” (dopo la sua morte gli fu intitolato), sorto due anni prima e che «contava pochi studenti universitari, alcuni medi».
Geppino afferma: «… vogliamo essere gli anticipatori dell'avvenire». Nel prosieguo del discorso si lamenta che Fasano non è più la cittadina industriosa del passato, importante centro di attività commerciali e industriali e «un centro fiorente di studi, che aveva dato i natali a valenti studiosi umanisti i quali, nel culto delle lettere, avevano appreso l'amore della patria, che aveva dato valorosi professionisti; e infine aveva al centro dei suoi più nobili figli, Ignazio Ciaia, il fiore purissimo che prima sbocciò e reclinò di quella prima generazione della nuova Italia che, dietro le parole di Giuseppe Mazzini e la spada di Giuseppe Garibaldi, corse alla morte con la poesia sulle labbra e la primavera nel cuore, quella gioventù che dal passato presagì l'avvenire». Ora la Fasano del passato non aveva più una gioventù studiosa, e di questo Amati si rammarica. Auspica una più larga diffusione, in tutte le classi, dell'educazione culturale e scientifica. Incita, infatti, le correnti giovanili verso gli studi.
Il 9 giugno 1940, ben 85 anni fa, Geppino Amati è richiamato alle armi. Il 10 è a Fasano per salutare i suoi familiari e il suo parroco don Sante Perna. Nel medesimo giorno, il duce dal balcone di piazza Venezia, con le celebri parole «Combattenti di terra, di mare, dell'aria», annuncia l'entrata dell'Italia nel secondo conflitto mondiale. Geppino, il 12 è a Genova, il 13 a Savona e il 14 in primissima linea oltre Ventimiglia. La popolazione di Ventimiglia, già provata dagli sfollamenti parziali del 1938 e 1939, viene evacuata totalmente il 10 giugno, a seguito della dichiarazione di guerra dell'Italia alla Francia. Vista la situazione dell'Europa, Mussolini ritiene incautamente che ormai la vittoria tedesca sia dietro l'angolo e che si risolverà tutto in una guerra lampo. Così non fu! L'Italia scontò numerose perdite e una povertà economica drammatica. Geppino, sottotenente dell'89° reggimento Fanteria (Divisione Cosseria), cade in combattimento nel Garavan (Mentone) il 22 giugno 1940, a soli 24 anni. Alla sua memoria fu attribuita la Decorazione al Valore con la seguente motivazione: «Comandante di plotone mortai d'assalto in accompagnamento di reparti fucilieri avanzati, preso sotto violento e aggiustato tiro d'artiglieria nemica, sosteneva il combattimento con esemplare valore, non cambiando posizione per non interrompere l'appoggio ai fucilieri. Colpito a morte, incitava i suoi fanti al combattimento».
L'UTL si adopererà perché a questo eroe fasanese dimenticato venga intitolata una piazza con una lapide che lo ricordi alle future generazioni.
di Redazione
08/05/2025 alle 06:44:40
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