AVVOCATI A CONFRONTO
Il sistema di pena italiano in un convegno al Laboratorio Urbano
La Libera Associazione Forense presieduta da Italia Di Tano ha voluto tenere un incontro sul tema: ospiti Nicola Colonna e Augusto Conte
FASANO - Un dibattito su uno degli studi più approfonditi sulla legislazione penale degli stati italiani pre-unitari ma anche sul futuro del sistema sanzionatorio. Questo, in sintesi, il convegno tenutosi nel pomeriggio di ieri (venerdì 21 febbraio) al Laboratorio Urbano di Fasano e organizzato dalla Libera Associazione Forense fasanese. "Sistemi delle pene tra passato, presente e futuro", infatti, era il tema dell'incontro che il sodalizio fasanese (che raccoglie tutti gli avvocati cittadini e di Cisternino) presieduto da Italia Di Tano aveva fortemente voluto per discutere di alcuni problemi attuali che attanagliano la professione.
E' stata proprio la Di Tano ad aprire l'incontro che nel suo discorso introduttivo ha voluto accennare ai cambiamenti del sistema di pena verificatisi nel corso degli anni. Dopo di che la parola è passata a Nicola Colonna, docente di Storia delle Dottrine Politiche all'Università degli Studi di Bari, intervenuto per illustrare 'Le nuove prospettive sanzionatorie'. Colonna, in premessa, ha ringraziato la Laf per l'opportunità sottolineando come proprio gli avvocati siano oggetti, ultimamente, di controversie sullo svolgimento della professione stessa.
Ma l'oratore più atteso era Augusto Conte, avvocato del Foro di Brindisi, già Presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Brindisi, che relazionato sull'argomento: 'I sistemi sanzionatori nella loro evoluzione storica' e ha presentato il suo ultimo libro 'Ordinamenti giuridici e sistemi delle pene nei territori italiani pre-unitari'. Il lavoro costituisce “ricordo e monito” sul sistema delle pene e ritiene giunta l'epoca di una civiltà che esige dagli ordinamenti giuridici un mutamento e una sostanziale rideterminazione dei criteri ispiratori dei fondamenti giuridici e culturali dei principi punitivi, di metodi alternativi allo strumento penale, di misure diverse dalla custodia cautelare in carcere” e di un nuovo modo di affrontare la questione della detenzione eliminando le attuali condizioni disumane insostenibili, che minano il fondamento stesso della segregazione e della emarginazione dalla società che la detenzione comporta.
di Redazione
22/02/2014 alle 07:02:56
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