CRONACA
Omicidio Palmina Martinelli: per il GIP fu delitto, non suicidio
Una nuova luce sul caso della quattordicenne di Fasano, morta nel 1981: la Cassazione sbagliò, ma l'inchiesta è destinata all'archiviazione per mancanza di ulteriori indagini possibili.

Fasano – A oltre quarant'anni dalla tragica morte di Palmina Martinelli, la quattordicenne di Fasano trovata in fiamme nella doccia di casa nel novembre del 1981, emerge una verità giudiziaria che ribalta le precedenti sentenze: Palmina fu vittima di un omicidio volontario. Questa è la conclusione a cui è giunto il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Bari, Giuseppe Battista, nel decreto con cui ha accolto la richiesta di archiviazione dell'inchiesta a carico del cognato C.C., 64 anni, indagato per omicidio aggravato in concorso con ignoti e false informazioni al pubblico ministero.
Il GIP Battista, pur confermando l'ipotesi omicidiaria, ha tuttavia accolto la richiesta di archiviazione presentata dalla sostituta procuratrice Bruna Manganelli, ritenendo che non siano ragionevolmente possibili ulteriori accertamenti in grado di individuare i responsabili.
Un elemento cruciale che riemerge dal decreto del GIP è il rifiuto di Palmina di prostituirsi, una circostanza richiamata dal giudice per motivare la tesi dell'omicidio. Il decreto sottolinea come le indagini e i processi precedenti, culminati in assoluzioni definitive dalla Corte di Cassazione per quattro imputati (due dei quali indicati dalla stessa Palmina in punto di morte), abbiano gravemente omesso di approfondire la pista omicidiaria.
Il giudice Battista critica apertamente le inchieste e i processi del passato, definendo erronea la conclusione della Cassazione che avallò la tesi del suicidio. "Oggi si può serenamente affermare che detta conclusione era erronea", scrive il GIP, ponendo l'accento sulla superficialità degli accertamenti svolti all'epoca e sulla reticenza di una parte della cerchia familiare, che ancor oggi si mostrerebbe "ostile alle indagini".
L'incipit del decreto di archiviazione, lungo 11 pagine, è categorico: "A conclusione delle lunghe analisi e valutazioni dei dati e documenti presenti nel voluminoso fascicolo, questo giudice, nel concordare con tutte le argomentazioni in punto di fatto e diritto rilasciate dal pubblico ministero, ritiene che sia da escludere con certezza ed al di là di ogni ragionevole dubbio che Palma Martinelli, per tutti Palmina, si sia suicidata. Quanto avvenuto il pomeriggio dell'11 novembre 1981 in Fasano va sussunto senz'altro nell'alveo dell'omicidio".
Il GIP evidenzia come la morte di Palmina, avvenuta con "modalità atroci", trovi "in tutta verosimiglianza la sua scaturigine all'interno della cerchia familiare". Viene sottolineata l'incompletezza degli accertamenti iniziali, influenzati dall'indicazione di due presunti responsabili da parte della stessa Palmina, che portò a non verificare altre posizioni. Nonostante le più recenti indagini abbiano confermato il coinvolgimento di uno degli assolti nella stesura del falso biglietto di addio di Palmina, l'impossibilità di procedere ulteriormente ha portato alla decisione di archiviare il caso. Un altro soggetto coinvolto, fratello della vittima, è deceduto, portando con sé i suoi segreti e rendendo impossibile qualsiasi ulteriore approfondimento.
Nonostante il riconoscimento dell'omicidio, la giustizia sembra giungere a un vicolo cieco per Palmina Martinelli, a causa della mancanza di elementi probatori nuovi e significativi che possano riaprire la strada a un processo a carico di specifici individui.
di Redazione
08/07/2025 alle 14:46:50
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