COLPO FALLITO
Rapina alla Monte dei Paschi di Siena: il ruolo del complice fasanese
I cinque banditi avevano architettato tutto: dopo la rapina doveva rifugirasi in casa di Leonardo Massimino ma la sorte è stata loro avversa

FASANO - Avevano studiato il colpo nei minimi dettagli. Entrare in banca, scappare velocemente e rifugiarsi in un'abitazione a poche decine di metri dall'istituto bancario in attesa che la situazione si calmasse. Ma i cinque banditi che ieri mattina (giovedì 21 febbraio) hanno tentato il colpo alla filiale di via Egnazia, a Fasano, del Monte dei Paschi di Siena non avevano fatto i conti con due imprevisti: il pronto intervento dei carabinieri e il senso civico di un cittadino che li ha visti entrare nell'abitazione di Leonardo Massimino, uno dei componenti fasanesi della banda, avvisando i militari. Al momento non si sa chi tra Gionatan Manghisi, Vincenzo Strafile, Andrea Grieco e Oronzo Metta sia entrato in banca con i taglierini e abbia compiuto materialmente la rapina. Saranno le immagini delle telecamere di sorveglianza e la comparazione degli abiti a svelare l'arcano. Di certo erano in due e altri due hanno atteso fuori dall'istituto bancario pronti ad intervenire. Dovevano fare poche decine di metri ed entrare nella casa del quinto complice, Massimino appunto, e così hanno fatto. Hanno perso delle banconote che avevano stipato in tre sacchetti e si sono fermati a recuperarle.
Dicevamo del complice fasanese. Un ruolo, quello del 26enne fasanese, di basista, che è saltato subito agli occhi degli investigatori. Nella sua abitazione sono stati ritrovati i passamontagna, i taglierini e gran parte del contante sottratto alla banca. Quando è stato portato fuori dalla sua abitazione, per essere portato in caserma, Massimino ha urlato contro reporter e giornalisti presenti sul posto. Non era stata prevista alcuna via di fuga a quanto pare. E quando i carabinieri hanno circondato l'abitazione di via Venafra alla banda non è restato altro che tentare di scappare per i tetti. Ma sono stati anche sfortunati. L'isolato aveva sì diverse abitazioni con i terrazzi attigui ma era abbastanza circoscritto e di conseguenza non potevano andar lontano. La disperazione ha portato tre dei rapinatori a farsi scudo di una ragazza ma il risultato è stato soltanto un aggravamento della loro situazione in quanto ora dovranno rispondere anche di sequestro di persona. Agli inquirenti ora il compito di capire i collegamenti esistenti tra Fasano e Cerignola che hanno portato tre esponenti della mala foggiana ad agire nella nostra città. L'ipotesi è che qualcuno del gruppo abbia fatto amicizia in carcere, durante l'espiazione di qualche reato precedente. Di certo resta il fatto che metà della banda abbia percorso centinaia di chilometri per compiere una rapina sapendo anche dove rifugiarsi. Un'azione messa in atto in pieno giorno e in un'ora in cui il traffico veicolare è grande. Ecco perché si presume che il rifugiarsi in casa del Massimino sia stato previsto sin dall'inizio. Ma, purtroppo per loro, è andata male.
di Redazione
22/02/2013 alle 03:52:27
Rapina alla Monte dei Paschi: le foto degli arrestati, due sono fasanesi
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