DOLORE INCOMMENSURABILE
Ciao prof: tanti amici e studenti per l'ultimo saluto a Chelli Nardelli
Oggi pomeriggio (martedì 27 maggio), tra dolore e commozione, si è svolto il funerale dell'amata docente di storia e filosofia del Liceo 'Leonardo da Vinci' di Fasano
FASANO - “Ebbene, proprio questo ti consente la filosofia: di essere sereno al cospetto della morte, forte e lieto al di là della condizione fisica; di non cedere anche quando il fisico sta cedendo”: così scrisse Seneca quasi duemila anni fa e, dopo tanto tempo, la meditazione calza a pennello per confortare un dolore incommensurabile, quello della perdita della prof.ssa Chelli Nardelli a causa di una tremenda malattia.
Oggi pomeriggio (martedì 27 maggio) una folla di parenti, amici e studenti ha portato l'ultimo saluto all'amata docente di storia e filosofia del Liceo “Leonardo da Vinci” di Fasano: occhi lucidi e sguardi attoniti hanno accompagnato i momenti di preghiera del rito funebre, in un silenzio assordante e rispettoso che la dice lunga su quanto la donna sia riuscita a penetrare, con dolcezza e professionalità, nel cuore e nell'animo della gente.
“Chelli ha costruito il tempio dei suoi affetti” ha detto don Gino Copertino durante l'omelia “in famiglia, in parrocchia, a scuola, nel mondo associazionistico e culturale cittadino”: profondamente vocata all'insegnamento, ha sempre voluto trasmettere la propria passione per la verità e la riflessione, dispensando consigli e consegnando valori oltre ogni ruolo scolastico che le competeva; “Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me” era la sua massima kantiana preferita.
La prof.ssa Nardelli è stata capace di affrontare con forza anche il periodo più triste della sua vita: “Chelli ha trovato nella fede la speranza di non mollare” ha continuato il sacerdote “e, in questo momento, gli angeli si accalcano per ammirarla e condurla nel regno dove la sua gioia rinasce e la sua sofferenza svanisce”. Tra lacrime ed addii, alla fine della celebrazione sono stati letti pensieri commossi e parole dolci per ricordare la bella persona e la docente impareggiabile. La preside dell'Istituto, Maria Stella Carparelli, con la voce tremante ha dedicato un tenero messaggio alla “collega che ci ha insegnato ad essere cittadini attivi” e anche due studenti, a nome dell'intero plesso scolastico, hanno riportato alla memoria collettiva episodi quotidiani e momenti salienti della personale esperienza e conoscenza con la stimata insegnante.
Ecco un estratto della lettera:
" La classe, la tua V ^D, mi ha chiesto di unire i pensieri di tutti e farne una lettera: avevamo pensato ai fiori ma col tempo appassiscono. Le parole restano, ancora più impresse se scritte su di un foglio, marchiate in un'anima. Le parole restano se pesano e, quelle su di te dette in queste ore, pesano talmente tanto da schiacciarci il cuore.
Noi non dimentichiamo gli anni della nostra adolescenza, quelli del Liceo – e solo ora capiamo che per davvero non si scordano mai – quando sei entrata a far parte delle nostre vite: sì, delle nostre vite. Non delle nostre ore di lezione, ma delle nostre vite. Una mamma, prima che una professoressa: quante belle parole si sprecano quando qualcuno lascia questo mondo ma ci ho provato, e lo giuro, ci ho provato a trovare parole cattive; un compito impossibile.
Tu eri il nostro dieci. Non dimentichiamo niente: le lezioni, i film storici che significavano “ah che bello, oggi non interroga”, i giorni in cui eri arrabbiata e bastavano le battute di due o tre della classe per farti tornare il sorriso; quel sorriso che in realtà non ha mai perso, quel sorriso che ti ha sempre resa diversa. Eri diversa, lo sappiamo noi, gli alunni, lo sanno i tuoi colleghi, gli amici, tutti: lo sanno tutti.
Questo Liceo, professoressa, oggi perde un pezzo importante della sua storia: questa comunità, Fasano, perde una attivista della buona cultura, appassionata del suo lavoro al punto di non considerarlo mai tale: la cultura era l'unica tua fame; spiegare Kant, che amavi, ti ha sempre resa più sazia di qualsiasi altra cosa. “Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me” ripetevi. Sarebbe stupido dimenticare, e non basterebbe una vita per ricordare. Ci manchi. Ci manca tutto: un messaggio di incoraggiamento, una lezione di vita. Eri tu, prof, ad essere il valore aggiunto in ognuno di noi. Per tutta l'adolescenza, per tutti gli anni del Liceo. Per sempre.
Milena, Mariadora e i piccoli: io non lo so dove vanno le persone quando ci lasciano; se uno ha fede vanno in Paradiso, così ci dice Dio almeno. Io so darvi una certezza però che nessuna scienza e nessuna fede vi dimostra: so dirvi dove restano. Guardatevi intorno, restano in ognuno di noi. Un pezzo di mamma sarà sempre negli occhi di chi vi vuole bene. Perché, per questa classe, il nostro vero orgoglio eri tu: ma sei sempre stata troppo modesta per ammetterlo. Troppo impegnata a farti amare. "
di Redazione
27/05/2014 alle 19:05:06
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