STRAZIANTE ADDIO
Tra lacrime e applausi l'ultimo saluto a Franchino Palmisano
Tanta gente ha partecipato alle esequie del 59enne motociclista fasanese deceduto a causa di un terribile incidente stradale
FASANO - Due lunghi applausi, uno all'interno della chiesa Matrice e uno sul sagrato della stessa chiesa, hanno salutato l'ultimo viaggio di Franchino Palmisano, il 59enne fasanese deceduto ieri mattina (martedì 19 agosto) a causa di un incidente stradale. Tanta gente si è voluta stringere attorno alla famiglia dello sfortunato centauro per manifestare cordoglio verso una persona ricordata per il suo immancabile sorriso.
Il funerale di Palmisano si è svolto questo pomeriggio (mercoledì 20 agosto). La salma è stata vegliata sino all'ora delle esequie nella Chiesa del Purgatorio. Poi il feretro, in corteo, si è spostato verso la Chiesa Matrice. Il carro funebre era preceduto da rose rosse a forma di cuore e da una foto del motociclista scomparso. Poi la cerimonia funebre celebrata da don Carlo Latorre.
"Non è facile dire due parole quest'oggi - ha esordito nell'omelia il celebrante -. Le parole in queste situazioni possono risultare superflue, scontate, quasi di circostanza. Per fortuna ci viene in soccorso quella parola che tutto può, quella parola che Dio ci ha donato. Quella parola che deve risuonare nel cuore di tutti noi. Nel Vangelo ascoltato (la morte in croce di Gesù e la successiva resurrezione, ndr) abbiamo la rappresentazione del momento di maggiore amore per Dio e per noi. Che coincide nel maggior dolore che si possa sperimentare: la morte di una persona cara. Gesù, morendo in croce, esprime pienamente il suo amore per noi. Dona a tutti noi la vita eterna. E in quella croce e in quel dolore che i nostri dolori possono essere a fatica, con difficoltà, compresi e inseguiti. Gesù, nel Vangelo di Marco, in croce grida un perché. Anche tutti i perché che noi abbiamo nei nostri cuori davanti alla morte così improvvisa di Franchino gridano davanti a Dio. Perché che forse non avranno mai una risposta. Quei perché che però potranno essere alleviati da quella speranza che Gesù ci ha insegnato. Il Vangelo non si conclude con la morte di Gesù in croce, col grido e il sospiro di Gesù in croce ma continua. Subito dopo ci racconta una storia nuova che oggi dovrebbe consolare un po' il nostro dolore. La storia di una resurrezione, la storia del dono della vita eterna a tutti noi. Le parole dette dall'Angelo alle donne che si recavano al sepolcro sono le stesse che Gesù oggi ripete a tutti noi. Non dobbiamo avere paura, Cristo è risorto ed è con noi. Cristo ha donato a tutti noi, a Franchino, il dono della vita eterna. Certo, il dolore rimane per i familiari e amici. Ed è grande. Chiedo a tutti di continuare a vivere questo momento con la famiglia. Di sperimentare il grande dono della preghiera e della solidarietà. Del sentirci una grande famiglia. Di vivere insieme questo dolore, di sostenerlo insieme perché se lo viviamo insieme può essere alleviato ed esser trasformato in amore".
Poi l'ultimo abbraccio ideale degli amici al feretro e un applauso finale per salutare un uomo che si era dedicato sempre alla famiglia e al lavoro.
di Redazione
20/08/2014 alle 17:59:44
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