TEATRO AMATORIALE
L'incontro con Dio nel festival nazionale 'Di scena a Fasano'
La rassegna teatrale ha avuto inizio ieri sera (domenica 11 ottobre) con un triste annuncio: si tratta probabilmente dell'ultima edizione della manifestazione
Foto Annarita Casale
FASANO – La settima edizione del festival nazionale di teatro amatoriale “Di scena a Fasano” ha preso ufficialmente avvio ieri sera (domenica 11 ottobre) con due dati, uno positivo e l'altro negativo: il primo riguarda la conferma del successo della rassegna organizzata dal gruppo cittadino di attività teatrali “Peppino Mancini” con il patrocinio del Comune di Fasano e con la partecipazione della “Uilt” (Unione Italiana Libero Teatro); il Teatro Sociale, gremito in ogni ordine di posto (con molta gente che è rimasta fuori a causa del tutto esaurito), è stato ancora una volta il locus amoenus di un'arte prestigiosa. L'elemento che invece ha velato di tristezza i volti del folto pubblico è stato l'annuncio del direttore artistico Mimmo Capozzi, a inizio manifestazione, del probabile smantellamento del partecipato evento: «come ogni grande amore, anche noi avvertiamo il peso della crisi (economica in questo caso, ndr) del 7° anno e pertanto, senza finanziamenti pubblici, il festival non si farà più».
Nell'edizione 2015, infatti, a seguito dei tagli apportati alla cultura dall'amministrazione, la rassegna ha perso un fondo di diecimila euro; per sostenere il progetto sono intervenuti privati (lo studio dentistico Rotunno, Banco Metalli Italiano, Cupertino abbigliamento, Masseria Casaburo), ma questo non basta a coprire i costi di una manifestazione di portata nazionale.
Il primo spettacolo in gara, l'atto unico “Oh Dio mio!” scritto dalla drammaturga israeliana Anat Gov (scomparsa nel 2012), ha dimostrato che il teatro non mira solo al vano intrattenimento, bensì alla riflessione, seria ma anche ironica, sulle maggiori domande dell'uomo: da dove veniamo? Chi è Dio? Qual è il nostro destino? In un'improbabile quanto repentina seduta a casa propria, una psicologa dal nome Ella (che in ebraico vuol dire quercia) incontra un misterioso e irritabile paziente, il Signor D., che dopo una breve indagine si rivela essere Dio. Nelle sembianze di uomo comune, il Creatore dell'Universo ne assume anche le stesse manie: ira, malinconia, gelosia sono alcuni dei sentimenti mondani che l'Onnipotente mostra alla professionista. Il dialogo serrato con la donna, dapprima spaventata e poi intrigata dalla visita, si spinge ad analizzare ogni singolo momento biblico, dalla cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre alla storia terribile di Giobbe, la figura per eccellenza del fedele che viene continuamente messo alla prova da Dio con la perdita dei beni, dei figli e con la sofferenza dovuta alla malattia.
Dall'analisi spietata, venata di humour yiddish, degli episodi divini, si giunge a una doppia conclusione: la “cattiveria” del Padre eterno lo ha portato a compiere tante azioni efferate, ma il profondo amore nei confronti dell'uomo gli ha fatto mettere da parte il potere di giustiziere per diventare la figura di riferimento del credo di ogni tempo. Ella, che ha smesso di confidare in Dio all'età di 4 anni e lo ha cancellato dalla propria esistenza quando ha avuto, da un matrimonio concluso male, una figlia autistica (Lia) che non è mai stata in grado di pronunciare la parola mamma, alla fine della illuminante conversazione ritrova l'amore per se stessa e per la vita e riceve anche un miracolo: quello di vedere la sua bambina che parla e che intona, a sugello della trama, la canzone “Hallelujah” di Leonard Cohen.
I quattro attori (Ilaria Verdini nei panni di Ella, Diego Ciarloni in quelli di Dio, Simona Paolella e Noemi Boncompagni rispettivamente nel ruolo di Lia bambina e ragazza), con la sapiente regia dello stesso Diego Ciarloni e la collaborazione tecnica di Angela Ursi e Paola Giovenco, sono stati capaci di offrire una performance convincente, curata nei minimi dettagli, a tratti sarcastica ma anche commovente. Al termine dell'atto, Antonietta Mancini, presidente del gruppo teatrale fasanese “Peppino Mancini”, ha omaggiato l'intera compagnia marchigiana (precisamente di Ancona) “C.L.A.E.T.” con i prodotti tipici del nostro territorio, «terapeutici quanto una seduta dalla psicologa».
La seconda pièce del festival nazionale di teatro amatoriale “Di scena a Fasano” è prevista per domenica 18 ottobre, sempre al Teatro Sociale, alle ore 19: l'associazione “Il Dialogo” di Cimitile (Napoli) riproporrà una nota commedia di Eduardo De Filippo, “Non ti pago”, con la regia di Ciro Ruoppo.
di Antonella Argento
12/10/2015 alle 03:26:51
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