INCONTRO CULTURALE
Un intimo Walter Veltroni si racconta e si emoziona al 'Da Vinci' di Fasano
L'ex sindaco di Roma ha presentato il suo ultimo libro 'Ciao' dedicato al padre che ha sempre sognato e mai conosciuto
FASANO - "Non voglio fare retorica politica ma questa è stata la più bella presentazione di libro sinora fatta dal sottoscritto": sono parole sincere quelle pronunciate da Walter Veltroni, ex sindaco di Roma ed ex vicepresidente del consiglio, ieri pomeriggio (venerdì 11 dicembre), al termine del suo incontro, con studenti e cittadini fasanesi, tenutosi nell'auditorium dell'istituto superiore "L. da Vinci". In effetti la scuola diretta da Stella Carparelli ha preparato nei minimi dettagli l'evento facendo, di fatto, emozionare più volte anche una persona scafata come Veltroni. Quest'ultimo ha presentato il suo ultimo libro, Ciao, un dialogo immaginario col padre mai conosciuto.
Veltroni, giunto all'istituto fasanese accompagnato dal senatore Nicola Latorre, è stato presentato alla platea dalla stessa Carparelli e dalla referente locale dei Presidi del Libro Annamaria Toma. Il 'Da Vinci' e i Presidi del Libro, infatti, hanno fortemente voluto la serata che è stata poi coordinata dagli studenti e dai docenti Michele Iacovazzi, Mariella Muzzupappa, Mina Corelli e Teresa Cecere. La Carparelli e la Toma hanno sottolineato non solo la particolarità del libro ma anche i tanti sentimenti che trasudano dalle pagine. Del resto quando si parla di famiglia, sentimenti, sensazioni ed emozioni è difficile non lasciare il segno. Poi via all'originale presentazione. Francesco Leogrande e Danilo Sabino hanno subito proposto un medley di canzoni imperniate sulla parola "Ciao" e dopo una breve presentazione biogafrica di Veltroni letta da Varonica Calella che, con Irene Iuliano, ha avuto il compito di intervistare l'illustre ospite, ecco alcuni passi del libro letti dall'attore fasanese Mino Barletta.
Già dalla prima domanda, del perché dell'esigenza di scrivere un libro sul padre e scegliendo un dialogo invece che una biografia si intuisce che la serata sarà speciale. "Incontrare i ragazzi è la cosa più bella che possa fare chi ha passione civica - esordice Veltroni -. Non ho sceòto una biografia (il padre di Veltroni, Vittorio, noto giornalista, è morto a soli 37 anni, nel 1956, a causa di una grave e rara malattia del sangue, quando Walter aveva solo un anno, ndr) perché mi sarebbe sembtata una cosa fredda. Avevo voglia di qualcosa di diverso ed ho utilizzato una forma di realismo magico che a me piace molto. Del resto la zona di confine tra la realtà e la magia è una linea impercettibile. Ho scelto uno stile in cui il lettore si fa accompagnare. La vita di mio padre narrata nel libro è tutta vera grazie a tutti coloro che mi hanno raccontato di lui. Solo il nostro dialogo non lo è. Un dialogo che ho sempre sognato e io provo a trasmettere emozioni e quelle vere arrivano proprio attraverso i sogni. Mio padre non l'ho conosciuto e allora me lo sono immaginato. Due cose, poi, riferite a lui mi hanno fortemente emozionato: rivedere le immagini del suo funerale e la consegna del premio 'Microfono d'argento' che ricevette nel 1955. Ecco, l'importanza del racconto. Io non avrei mai potuto sapere nulla su mio padre se qualcuno o qualcosa non avesse raccontato di lui. Ecco perché vi dico non smettete mai di raccontare. Scrivete, fate foto, fate film. Lasciate traccia della vostra storia che sarà utile a chi verrà dopo di noi".
Parla a ruota libera ma si emoziona visibilmente quando viene proiettata una scheda, preparata da una studentessa, proprio su Vittorio Veltroni. Le gesta paterne, capace in pochi anni di diventare uno dei più importanti, bravi e popolari giornalisti italiani, elencate in questa maniera, fanno effetto tanto che Walter, alla fine del filmato, dice alla ragazza "Se ci fosse stato mio padre ti avrebbe abbracciata". Si parla anche del resto della famiglia Veltroni, della madre e del fratello più grande. "Mia madre è stata una donna fantastica - continua Veltroni -, come tutte le donne del resto. Sono un genere superiore. Davanti a un problema gli uomini sono fuscelli, davanti al dolore scappano. Le donne no. Mia madre, ad esempio, aveva tutte le ragioni per avercela con la vita, aveva sofferto tanto da giovane, e invece era sempre di buon umore. Devo molto a lei e a mio fratello. Quest'ultimo, essendo più grande alla scomparsa di papà, ha sofferto molto più di me".
Veltroni, sollecitato dalle intervistatrici, parla anche del nonno materno torturato dai nazisti e di Pierpaolo Pasolini. Non si tira indietro quando gli chiedono di parlare di terrorismo anche perché un suo amico d'infanzia sarà tra coloro che spareranno contro la scorta di Moro in via Fani. "Il terrorismo e la droga - dice - hanno amazzato i sogni dei ragazzi degli anni '70. Dicono che erano anni belli. Non sono d'accordo. Io non ho proprio nostalgia di quel periodo. Altre canzoni fanno aumentare il pathos emotivo del protagonista e dei presenti che raggiunge l'apice quando altri studenti elencano i sogni che avrebbe voluto realizzare Veltroni col padre. E allora gli si chiede qual è il sogno di Veltroni oggi. "Non è un sogno personale - dice -. Voglio che cambi il clima. Oggi tutto è paura. Anche le notizie che si vendono di più sono piene di paura. Un tempo si viveva peggio ma avevamo la speranza, oggi che viviamo meglio abbiamo paura. Ecco, il mio sogno è che si recuperi la speranza".
L'ultima analisi è sulla politica e se questa manca nella sua vita. Secca la risposta: "Io continuo a fare politica. Ogni cosa che faccio, così come voi, del resto è politica. Ho smesso per mia volontà di non avere più ruoli. E' il potere che non mi manca". Un selfie con le intervistatrici e una foto di gruppo fa calare il sipario sulla serata che ha visto la partecipazione di tantissima gente. In un mondo di urlatori la pacatezza di Veltroni hanno lasciato decisamente il segno in un incontro che sarà ricordato a lungo.
di Alfonso Spagnulo
12/12/2015 alle 06:27:32
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