INIZIATIVA LETTERARIA
La vicenda di Cesarina Ferruzzi protagonista in un incontro a Selva di Fasano
E' stato presentato al club 'Amici della Selva' il libro 'Il cielo a sbarre' della nota manager: l'iniziativa era organizzata dal Lions Club Fasano Host
FASANO - Il drammatico diario di una storia vera senza concessioni alla fantasia. La vicenda crudele di una donna carcerata costretta alla detenzione preventiva per 133 giorni. E' l'espressione piu' autentica di come un essere umano privato della propria libertà possa reagire positivamente nonostante l'umiliazione, l'angoscia, il dolore vissuto giorno dopo giorno in un contesto abnorme. Questo è "il cielo a sbarre", il libro scritto da Cesarina Ferruzzi e presentato ieri sera (lunedì 1° agosto) al club "Amici della Selva" in viale Toledo. L'iniziativa, patrocinata dal Comune di Fasano, era organizzata dal Lions Club Fasano Host e dal Leo Club Fasano in collaborazione con "Librinfaccia".
E' stata la presidente del Lions Club Fasano Host Lucrezia Florinda Bini ad introdurre la serata prima di passare la parola all'avvocato Dino Musa e allo psicologo Orazio Rubino che hanno dialogato con l'autrice. Quest'ultima ha raccontato di quando era una professionista affermata, abituata a vivere nel lusso. La sua era una bella vita fatta di successo, denaro, viaggi. Ma una mattina di ottobre tutto cambia. La Guardia di Finanza suona alla sua porta e la obbliga a lasciare la sua casa dorata per entrare nel carcere di San Vittore. Inizia così un lungo iter giudiziario che la terrà dietro le sbarre, come detto, 133 giorni. Da quel momento la Ferruzzi è costretta a smettere i panni di "persona" per indossare quelli di "detenuta". Perché il carcere è un microcosmo variamente assortito, un non-luogo ripiegato su se stesso, dove persino le leggi fisiche sembrano sovvertite. Per sopravvivere bisogna imparare un altro sistema di regole, infinite e vessatorie. Così, dopo un primo momento di disperazione, la detenuta Cesarina Ferruzzi mette in campo tutte le sue forze, anche quelle che non credeva di avere, e inizia il graduale cammino di adattamento a quella nuova realtà che la porterà alla catarsi.
A poco a poco esce dal proprio isolamento, recupera quelle parti di sé che l'hanno sempre contraddistinta, la determinazione, l'energia, l'entusiasmo e si prodiga per portare anche tra quelle mura di dolore un po' di umanità. Per la manager la sconvolgente esperienza del carcere preventivo diventa l'occasione per ripensare alla sua vita, alla sua scala di valori, ai rapporti umani veri e falsi. E quando si lascerà definitivamente alle spalle quel luogo di pena, lo farà da persona nuova. Ed è proprio quello che, sollecitata da Musa e Rubino, ha narrato nel suo incontro silvano mettendo in mostra una forza di carattere non comune.
di Redazione
02/08/2016 alle 03:44:33
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