INCONTRO CULTURALE
Fasano riscopre Ernest Verner e il suo pennello legato alla città
Nel ventennale della morte del pittore svizzero, l’amministrazione ha previsto una serie di iniziative avviate ieri (23 febbraio) al Teatro Sociale

FASANO – Fasano riscopre un cittadino onorario, un artista sui generis a cui si rende lode a molti anni dalla sua scomparsa: in occasione del ventennale della morte di Ernest Verner (pseudonimo di Werner Scheitlin), il Comune di Fasano ha pensato a una serie di eventi che facciano conoscere il pittore svizzero che ha vissuto per molti anni in città. Il primo appuntamento si è tenuto ieri pomeriggio (giovedì 23 febbraio) al Teatro Sociale, promosso dall'associazione culturale “Amici di Ernest Verner” e dall'I.I.S.S. “Leonardo da Vinci” in collaborazione con l'associazione culturale “Le Nove Muse” nell'ambito del progetto “Giovane bene collettivo - spazio per la creatività giovanile”.
Nel partecipato incontro, condotto dalla giornalista Angelica Sicilia, sono stati tanti gli interventi registrati: anzitutto quello della dirigente Stella Carparelli, che con entusiasmo ha raccolto “fortuiti segnali” per arrivare a proporre un laboratorio teatrale incentrato sulla figura di Verner. E gli studenti, menti avide di sperimentazioni e altrettanto coinvolte dalla storia di Verner, hanno accettato volentieri l'invito, presentandosi in 120 per questa esclusiva messa in scena prevista per giugno al Teatro Kennedy. Intanto i più fortunati hanno potuto gustare un assaggio di quello che sarà lo spettacolo, con un “quadro” interpretato sulle note di Lei di Laura Pausini. A seguire l'assessore alla cultura Annarita Angelini ha raccontato il viaggio a Wil per ritirare 29 opere di Verner donate dal fratello Walter alla città di Fasano, custodite fino ad allora in una casa esalante arte da ogni angolo o parete; una donazione che è stata possibile grazie alla mediazione dell'associazione “Amici di Ernest Verner”, sodalizio nato, come ha ricordato la presidente Annalucia Leccese, grazie alla scoperta casuale che Angelica Sicilia, durante un servizio giornalistico per Osservatorio, ha fatto di sette tele custodite in modo insolito all'interno della masseria Lama di Coccaro di Maria Luce Giannaccari: i quadri, infatti, sono adagiati su fieno, tronchi o muretti in pietra interni alla struttura, a simboleggiare il rapporto simbiotico che l'autore cercava con la natura.
L'indagine artistica è stata affidata alla storica dell'arte Agnese Gianeselli, che ha evidenziato la trans-avanguardia di Verner, l'essere oltre ogni stereotipia per dare voce, con quelle pennellate, alla sua soggettività fortemente legata agli stimoli sensoriali scatenanti il piacere di dipingere e allo sguardo attento e sempre puntato sul territorio. Infine hanno portato la loro testimonianza tre amici del pittore, che lo hanno conosciuto al di là della sua carriera artistica, come uomo dal carattere a volte burbero e scontroso: Giovanni Quaranta, esecutore testamentario, Franco Lisi, giornalista e autore di alcuni scritti a lui dedicati, e Arben Shira, pittore che frequentò Verner negli ultimi anni di vita. Suggestiva oltre ogni testimonianza verbale la presenza della musicista Adalisa Castellaneta, a cui Verner si ispirò per alcune opere dedicate alla musica: non a caso la donna ha messo in mostra la tela che la raffigura mentre suona la chitarra, e da quei vortici di colore ha voluto prendere spunto per offrire agli spettatori una deliziosa performance musicale che ha esaltato ancora di più l'amore per l'arte in tutte le sue forme.
di Antonella Argento
24/02/2017 alle 12:38:06
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