ESCLUSIVA
L'anima e la musica di Rino Gaetano per la prima volta sul palcoscenico con i Ricover
In due serate al Teatro Kennedy, grande successo per lo spettacolo 'A Vigevano si spacca' diretto da Mimmo Capozzi
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FASANO – Avevano promesso di spaccare e così è stato. In due serate, il 3 e 4 novembre, sul palco del Teatro Kennedy di Fasano, i Ricover hanno portato in scena un testo incisivo, coraggioso, ben strutturato, frutto di un lavoro di squadra ma soprattutto di una grande passione per l'indimenticato Rino Gaetano, mente e voce unica nel panorama della musica pop italiana. A Vigevano si spacca!, questo il titolo dello spettacolo diretto da Mimmo Capozzi, ha lasciato il segno nei tanti spettatori, che gli hanno tributato una doverosa standing ovation. Dopo aver calcato tanti palchi da concerto, gli affiatati Raffaele Trisciuzzi, Stefano Bux, Vito Cofano e Domenico Demy Di Tano hanno così vinto la sfida con il palcoscenico: a tratti emozionati, impeccabili nelle interpretazioni musicali e canore, divertenti e convincenti nel raccontare la loro storia e nel trasmettere una riflessione sui brani di Gaetano e sulle vicissitudini della sua vita e della sua morte.
Nel solito garage usato per le prove, i quattro amici si ritrovano a stilare la scaletta per una importante esibizione in programma a Vigevano. Suoneranno accanto ad artisti del calibro di Max Gazzè, Niccolò Fabi, Vinicio Capossela, ma avranno l'onore e l'onere di ricordare Rino, di far risuscitare la sua anima con la musica. Scegliere è tutt'altro che facile, sia perché il cantautore crotonese - romano d'adozione – ha lasciato ai posteri testi eloquenti, veri e propri reportage cantati con ironia graffiante sulla sua epoca, sia perché le personalità del gruppo spesso si scontrano tra battute, numeri di magia, pensieri e riflessioni. Mio fratello è figlio unico, Sfiorivano le viole, Capofortuna, E io ci sto, Spendi spandi effendi alcune delle canzoni accennate dai Ricover in una sequenza in cui a farla da padrona è la ricerca della verità. Perché Rino Gaetano era un personaggio “scomodo” per i suoi contemporanei, un uomo capace di smascherare peccati e peccatori dell'Italia degli anni '70, uno che affidava all'arte una serie di messaggi, così reali da arrivare ai suoi successori anche a distanza di tanti anni. Ed è questo che emerge dalla rappresentazione.
Il finale dello spettacolo resta sospeso: che a Vigevano si possa spaccare o meno rimane un mistero; certo è che la morte e la tristezza invadono il palco nelle scene finali, come certo è il messaggio di denuncia e di audacia diffuso da Rino Gaetano, nel quale sono nascoste verità e coincidenze ancora valide ai giorni nostri. Riflessione aperta, dunque, magari con gli occhi puntati a quel cielo, che è sempre più blu.
In chiusura il gruppo propone Supponiamo un amore, una canzone che proietta i sentimenti in un futuro solo idealizzato, come quello che non ha potuto vivere l'artista, scomparso nel 1981 a soli 31 anni.
di Angelica Sicilia
05/11/2017 alle 02:21:09
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