Vito Bianchi: 'Commozione e indignazione per la vittoria della Junior Fasano'

FASANO - “Prima commozione e poi indignazione”. Così commenta Vito Bianchi riguardo il trionfo della Junior a Bolzano. Il rappresentante del movimento civico “in Comune” prosegue: “La vittoria dello scudetto del Fasano nella pallamano, che ho ammirato giovedì in televisione su Rai Sport, mi ha commosso: conosco personalmente molti protagonisti di questa bella storia, li ho visti crescere e maturare sin da quando commentavo per le emittenti locali le partite casalinghe, riportando sui giornali cronache e interviste.

Prima ancora, tanti e tanti anni fa, il mio più grande piacere domenicale di ragazzino era andare in piazza Ciaia, pavimentata a mattonelle di cemento, e tifare per i pionieri della Junior che giocavano nella cornice di pubblico mentre gustavo un dolce della vicina pasticceria Abbracciante. Poi ho seguito sempre con partecipazione la crescita del movimento, gli sforzi per creare un vivaio-modello, la passione dei giocatori e dei dirigenti che si sono alternati, gli atleti diventati grandi allenatori (Angelo Di Carolo, Lino Soleti, Francesco Trapani e ora Francesco Ancona), fino al trionfo di quest'anno in Coppa Italia e Campionato.

Ma oggi, dopo l'ubriacatura di soddisfazione, ecco che mi sono indignato: indignato perché chi ci governa non ha nemmeno messo a disposizione dei pullman sacrosanti per la trasferta dei sostenitori a Bolzano; indignato perché chi ci governa non ha una cultura sportiva che non sia quella, totalizzante, della Fasano-Selva automobilistica; indignato per le promesse in campagna elettorale di fantomatici palazzetti dello sport rimasti nel mondo dei sogni; indignato per i centomila euro stanziati a fondo perduto dallo Stato per ristrutturare gli impianti sportivi, e mai usati dal governo cittadino; indignato per la mancanza di rispetto delle istituzioni locali verso i nostri colori biancazzurri e chi li ha portati così in alto.

E' assolutamente una vergogna. Fosse anche solo per questo, chi ci governa dovrebbe, semplicemente, andare via”.